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    L'eco
     
  di Marea
L'eco

Ci guardiamo. I nostri sguardi, per poche, nervose frazioni di secondo si incontrano, si aggrovigliano, sento il mio sesso fluire cosi', a scatti, mentre educatamente rispondo alla tua donna - "Si, effettivamente la Heche ha scosso il mondo del cinema una volta di piu'".

E' te che vorrei scuotere, penso, potermi avvicinare cosi' tanto da sentire l'odore della tua pelle, cosi' tanto da sentirti tremare come mi sento tremare quando ci perdiamo in questi oscuri sentieri tracciati dai tuoi occhi, dai miei occhi. Vorrei sentirti tremare nell'avvicinare il mio sesso al tuo, cosi' lentamente da agonizzare infinite volte e ancora, come perdersi nell'acqua del mare guardando il riflesso del sole da dentro di essa...

"Si, certo, la De Generes ha avuto un brutto colpo, che diamine, dopo aver fatto tanto per rivelarsi, per abbattere l'ipocrisia di Hollywood!".

Ipocrisia: e' ipocrisia l'essere costrette al silenzio, per non far male, perche' non sappiamo cosa e' questa forza innaturale, quasi brutale... La tua compagna mi guarda, ogni tanto, di sottecchi, mi chiedo se sappia. E' gentilissima con me, sembra quasi farmi il filo con tutte le sue attenzioni cosi' calde e rilassanti. Oppure mi chiedo se sia una trappola per me, un modo per fare allentare questa tensione che costringe i miei occhi al vuoto nonostante lo spasimo di farlo ancora, di guardarti ancora per affondare dentro di te, dentro un desiderio cosi' palese e cosi' terribilmente da nascondere.

Finalmente finisce la cena, dopo una chiacchierata che mi snerva ancora di piu' (se fosse possibile) saluto e mi ritiro nella stanza degli ospiti. Rimango ferma a chiedermi se chiudere a chiave la porta... potrebbe accadere... va bene, decido di lasciare cosi', spero solo che non sia la tua compagna ammiccante a venire da me stanotte!!

Faccio fatica ad addormentarmi, devo leggere un testo noiosissimo per distrarmi al punto da non pensare a quel desiderio di sfiorarti i seni e vedere come si chiudono i tuoi occhi mentre provi piacere...

Mi addormento... Una donna mi sta sorridendo, nella penombra della stanza,sembra parlare del piu' e del meno, ma le sue mani sono tese verso di me, cominciano ad accarezzarmi.

Sento qualcuno che apre una porta, mi congelo impaurita... mi sveglio. E' vero, qualcuno ha aperto la porta, si muove nel buio assoluto. Per un attimo ho il terrore che possa essere un ladro, un assassino, oppure... non so se dire qualcosa, se... il cuore mi batte velocissimo, lo sento risuonare in me come se fossi una caverna squassata dai venti.

Qualcuno si avvicina al letto, sento i passi lenti e incerti... si siede sul bordo. Il desiderio di gridare si mescola ad un altro desiderio, ritorna alla mente la serata passata a guardarti. Almeno non e' un ladro :-), da quando i ladri si siedono ai piedi del letto? "Che c'e'" chiedo, sperando che la voce non tremi troppo e fallendo miseramente. "Ssssss" mi risponde un suono indistinto ma chiaro nel significato. Se e' lei la metto nei guai, se non lo e' sono io nei guai :-).

La sua mano mi accarezza piano i piedi, cerca di rassicurarmi nel tocco, sento la sua attenzione comunque tenera. Capisco che non puo' parlare, che non posso parlare tranne che per un no o un si sussurrato. Rimango immobile, combattuta.

Lei continua ad accarezzarmi, le sue mani passano leggere sulle gambe. Essere toccata al buio, coi sensi esasperati dalla paura, amplifica ogni gesto, sento distintamente ogni cellula della mia pelle e di quella di lei. Sento come non ho mai sentito in vita mia, con la pelle percorsa dalla paura e dalla speranza... mentre si china ad accarezzarmi le cosce i suoi seni mi sfiorano. E' come cadere in un mondo morbido, all'infinito, sapendo che alla fine ci sono dei materassi, essere trasportata da onde che partono da quel corpo per propagarsi dentro di me: un sasso buttato nell'acqua che si allarga in cerchi concentrici.

E sono acqua, un fluire sempre piu' intenso quando le sue mani mi accarezzano... quando giungono al mio sesso pulsante... Mi sento tutta li', in quel triangolo proteso verso l'alto, verso di lei... chi e', dio ti prego, fai che sia lei, fai che... non ho piu' niente da pregare: lei mi spoglia, sento le sue labbra lievi posarsi sui seni, scendere verso il basso e ritornare su. Mi sento esposta e nuda, indifesa e complice, passivamente partecipe di qualcosa di incredibile. Lei si allontana da me: sento le sue ginocchia affondare di piu' nel letto mentre si puntella per spogliarsi... cerco di accarezzarla... delicatamente si stende su di me, completamente... mi sento esplodere.

Cingo la sua schiena mentre comincia a muoversi, vorrei urlare e le grida si riverberano nella mia mente come eco tra le montagne, mi perdo nel suo ritmo che diventa il mio, piu' velocemente, dio, piu' velocemente e ancora e ancora e ancora.... sono persa in un grido interno, immemore di me stessa e di lei, persa....

Lei, su di me, ha la sua guancia sulla mia mentre il suo respiro affannoso ritorna piano piano regolare. Si puo' sentire tanta intimita' con una sconosciuta, sentire la propria carne cosi' mescolata in un'altra da averne avvertito l'esplodere della luce nello stesso attimo? Non so, non voglio chiedermi altro, solo sentirla su di me ancora.

Dolorosamente l'avverto andare via da me, si stacca come se si staccasse la mia stessa pelle, stavolta sono nuda davvero e sola, il freddo mi avvolge. Va via. Sento il suo corpo che si sposta verso la porta con una sicurezza familiare, e' finita, mi dico, indecisa tra la pace e il dolore.

Sono andata via da quella casa dopo un ultimo, lungo sguardo, non ho piu' saputo niente di loro.