Il
Corno Grande visto da Campo Imperatore
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Il
Corno Grande, insieme al Corno Piccolo, è formato da
un calcare
particolare: la dolomia,
che conferisce a queste cime un aspetto dolomitico.
E in effetti, queste sono le uniche montagne che hanno un
carattere più tipicamente alpino, dove ci si muove
in ambiente maestoso e severo, in presenza di pareti altissime
e verticali, torri, guglie rocciose, che non hanno paragone
in nessun'altra montagna dell'Appennino. |
Il
Corno Grande e l'osservatorio astronomico di Campo
Imperatore
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Nell'anno
1573 si ebbe la prima ascensione ai 2912 metri della vetta
del Corno Grande, ad opera dell'ingegnere militare bolognese
Francesco De Marchi e proprio la sua testimonianza scritta
dell'impresa rappresenta uno dei primissimi documenti storici
dell'alpinismo europeo. |
La
parete est del Corno Piccolo
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Ma
solo nell'ultima parte del XIX secolo inizia la vera storia
alpinistica di queste montagne: nel 1880 si ha la prima ascensione
invernale del Corno Grande, seguita nel 1887 dalla prima assoluta
ai 2655 metri della cima del Corno Piccolo e ancora dalla
prima invernale dello stesso Corno Piccolo nel 1893; nel frattempo
era stato costruito il primo rifugio del Gran Sasso, il Garibaldi,
risalente al 1886. |
Il
Corno Grande - vetta orientale - da nord-est
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Negli
anni venti e trenta sono stati risolti altri due problemi
alpinistici con l'apertura delle vie "Nord" alla
Vetta Orientale del Corno Grande (l'impressionante "Paretone",
1600 metri di roccia verticale, 4 Km. di sviluppo) e a quella
del monte Camicia.
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La
parete nord del Camicia
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Da
allora, con l'avvento dell'alpinismo moderno, innumerevoli
sono state le imprese alpinistiche e le aperture di nuove
vie che si sono svolte sulle pareti rocciose del Corno Grande
e del Corno Piccolo, dove si sono formate generazioni di scalatori
abruzzesi e romani. |