Benvenuto sulle ali dell'Arcadia! Sulle ali dell'Arcadia In questo oceano senza domani, sotto il segno del teschio, sotto il mio simbolo, io vivo la mia liberta'!!

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Trama della tetralogia wagneriana

di Luca Santarelli

 
Siegfried (Siegfried)
 
Atto I: in una caverna nelle profondità della foresta, Mime il fabbro sta forgiando una spada. È molto frustrato poichè non importa quanto riesca a rendere buona la spada, il suo giovane “pupillo” Siegfried la spezza con facilità. Ci sarebbe un'unica spada che non potrebbe riuscire a rompere: la leggendaria Nothung, ma Mime non riesce a ripararla. Nel suo monologo scopriamo che Mime vuole far sì che Siegfried uccida Fafner (tramutatosi in drago tanto tempo fa grazie al Tarnhelm) in modo da impossessarsi dell'anello magico.
 
A cavallo di un orso che ha addomesticato, Siegfried arriva spaventando Mime. Gli chiede una spada e lascia andare l'orso mentre studia l'ultima produzione dello gnomo. Non soddisfatto dalla sua qualità, la manda in mille pezzi, dicendogli che invece voglia una spada robusta e forte. Siegfried, inoltre, rifiuta il cibo che Mime gli offre dicendogli che ha già pranzato con della carne che si è procurato da solo, dopodichè gli chiede informazioni suoi suoi genitori: ha visto che tutti gli animali hanno due genitori che gli somigliano, mentre lui e Mime sono troppo diversi. Sotto l'insistenza del giovane, Mime racconta di come trovò sua madre che lo diede alla luce nella foresta per morire subito dopo. Dice anche che non conosce il nome di suo padre (ma questo non è vero, come vedremo dopo). Infine Mime mostra a Siegfried i resti della Nothung come prova della sua storia, e il giovane gli ordina di riparare la spada in modo che possa andarsene per sempre, e di averla pronta per quando tornerà. Detto questo esce, lasciando Mime da solo nella caverna.
 
Mentre Mime riflette sul fatto che i suoi piani non sembrano funzionare come dovrebbero, Wotan, camuffato da “viaggiatore” entra nella ceverna. Mime vorrebbe liberarsi di lui, ma Wotan si siede testardamente sul terreno e sfida lo gnomo ad un gioco di indovinelli. In palio la sua testa: Mime dovrà fargli tre domande e lui dovrà rispondere a tutte e tre per conservare la testa.
 
Come prima domanda, il nano (o gnomo, nella storia non viene fatta molta differenza) chiede quali siano gli abitanti del sottosuolo della Terra: i nibelunghi, risponde correttamente Woran. La seconda domanda è invece chi abiti sulla superfice della terra, e Wotan risponde correttamente i giganti. Infine l'ultima domanda riguarda chi viva in alto nelle nuvole, e Wotan risponde facilmente: gli dei. Detto questo, per “sbaglio”, Wotan batte al suolo il suo bastone e si scatenano tuoni e fulmini, facendo scappare Mime. Wotan gli dice che, dal momento che aveva messo in gioco la la sua testa, avrebbe potuto chiedergli delle domande cui necessitava risposta, invece di quegli stupidi indovinelli, e che ora è il suo turno di fare domande a Mime: dovrà rispondere a tutte e tre in modo da salvare la sua testa!
Come prima cosa il “Viaggiatore” chiede quale sia il nome della razza che Wotan opprima nonostante ami molto, Mime lo sa e risponde: i Valsunghi. Quale è allora il nome della spada che Siegfried dovrà usare per sconfiggere Fafner? Nothung, e la seconda risposta è data. Notiamo inoltre che Mime conosca bene chi sia Siegfried e quale sia la storia dei suoi genitori. L'ultimo indovinello di Wotan è: chi riforgerà Nothung ridandole vita? Mime non sa rispondere a questo: lui non è in grado di forgiarla, quindi chi può esserlo? Mentre Mime si accorge di non saper rispondere, Wotan si allontana avendo vinto la testa del nano, dicendo che solo chi non conosce la paura sarà in grado di riforgiare Nothung e lascia la testa di Mime a chi non ha mai provato paura.
 
Mime rimane da solo mentre affoga nella paura e la sua mente comincia a giocargli strani scherzi quando scambia l'ombra di Sirgfried all'imbocco della ceverna per Fafner venuto ad ucciderlo e a prendersi la sua testa e grida per la paura. Siegfried gli chiede di Nothung, ma lo gnomo dice di non essere in grado di forgiarla e che il giovane deve ancora imparare una cosa: il significato della paura. L'aveva promesso a sua madre (così dice) che avrebbe promesso al giovane Siegfried cosa fosse il significato della paura. Lui non è in grado di riuscirci, ma sa che Fafner ci può riuscire. Siegfried accetta e promette che abbandonerà Mime dopo avere incontrato Fafner.
 
A quel punto decide di forgiarsi Nothung da solo, e mentre lavora con indudine e martello, Mime gli prepara una pozione drogata mentre, nuovamente felice, riesce a vedere il coronamento dei suoi piani. L'atto si conclude con Siegfried che con un poderoso colpo di Nothung taglia a metà l'incudine su cui aveva rotto tutte le spade forgiate da Mime.
 
::Siegfried nel bosco ascolta il cinguettio di un uccello prima di raggiungere la tana di Fafner::Atto II: Alberich sta osservando la tana di Fafner, Neidhoehle (la “tana dell'odio”) per tentare di capire dove si trovi il suo prezioso anello. Sopraggiunge Wotan, ancora nei panni del Viaggiatore, ma Alberich riesce a vedere attraverso l'illusione e lo accusa di essere un ladro senza vergogna. Aggiunge anche che non può uccidere Fafner, altrimenti il suo bastone magico si spezzerà e perderà tutti i suoi poteri, e lo informa dei suoi progetti di conquista del mondo. Wotan dice ad Alberich che non deve preoccuparsi di lui ma di Mime, inoltre gli suggerisce di chiedere a Fafner di farsi restituire l'anello. Lo gnomo esita, e Wotan stesso sveglia il drago. I due lo avvisano di un giovane uomo con una spada affilata che sta andando da lui per ucciderlo ma che vuole soltanto l'Anello: se lo cede a loro, la sua vita verrà risparmiata. Fafner li ignora completamente e torna a dormire. Wotan si allontana ricordando ancora una volta ad Alberich di stare attento a Mime.
 
Mime conduce Siegfried alla tana di Fafner, ma non osa avvicinarcisi lui stesso. Ad ogni modo, nemmeno le sue terribili descrizioni del drago impauriscono Siegfried, che si avvicina mentre Mime rimane nell'ombra, attendendo che il suo pupillo ritorni col tesoro del drago. Mentre Siegfried si avvicina alla Neidhoehle si domanda come fosse sua madre, non ha nemmeno mai visto una donna in vita sua. Mentre pensa vede un grazioso uccellino che canta, si ferma e crea un flauto da un pezzo di legno che trova nei paraggi. Tenta di suonarlo imitando il canto dell'uccello, ma non ci riesce, così decide di fargli sentire un paio di note del suo corno da caccia.
 
Non appena Siegfried suona il suo corno, Fafner esce dalla sua tana per scoprire chi lo abbia risvegliato. Vedendo il giovane uomo commenta che aveva sete, ma adesso potrà anche mangiarsi qualcosa, ma Siegfried non è intenzionato a diventare il suo spuntino: vuole semplicemente imparare il significato della paura. Fafner lo prende come un gesto temerario di un folle e si lancia al combattimento, ma un combattimento molto breve: Nothung squarcia rapidamente a metà il cuore del drago.
 
Proprio prima di morire, Fafner chiede quale sia il nome del suo uccisore e gli racconta tutta la sua storia, avvertendolo, in più, di stare attento a chi lo abbia portato fino alla caverna.
 
Un po' del sangue del drago è finito sulle dita di Siegfried che le lecca e così assapora il sangue di Fafner: ora può capire il linguaggio dell'uccello che aveva incontrato prima e che ora gli dice di prendere soltanto il Tarnhelm e l'Anello e lasciare qui il resto del tesoro (perchè l'uccello gli dice di prendere l'anello che è maledetto? Vuole forse condannare a morte Siegfried?!?).
 
Nel frattempo Alberich ha raggiunto Mime ed i due stanno litigando su chi sia il possessore del tesoro. Mime suggerisce di dividerlo a metà: ad Alberich l'anello e a lui il Tarnhelm, ma l'altro gnomo non ci sta perchè dice che non riuscirebbe a dormire tranquillo sapendo che il fratello è in possesso dell'elmo magico, e quindi vuole tutto il tesoro per sè. In quel momento appare Siegfried, alla mano l'Anello del Nibelungo ed in testa il Tarnhelm. Alberich impreca e scappa via.
 
Siegfried sente nuovamente la voce dell'uccello che lo avverte del tradimento di Mime e che adesso è in grado di leggere nei pensieri dello gnomo, leggendo il suo cuore.
 
Siegfried dice a Mime che il maestro ha fallito: non è riuscito ad imparare il significato della paura da Fafner. Mime tenta di offrirgli una pozione avvelenata, ma Siegfried riesce a leggere nella sua mente come se leggesse un libro aperto: si arrabbia ed uccide il nano con un unico colpo di spada, dopodichè getta il suo corpo nella tana dell'odio, la Neidhoehle.
 
Il giovane uomo chiede all'uccello se sia in grado di dirgli dove possa trovare una compagna degna di lui, e così scopre l'esistenza di Bruennhilde, la donna che giace in un sonno eterno circondata da fiamme magiche che possono essere oltrepassate solo da chi non conosca la paura. Siegfried capisce quanto fosse stupido a voler conoscere il significato della paura e segue l'uccello che lo conduce verso Bruennhilde.
 
Atto III: È una notte di tempesta questa che vede Wotan, ancora nei panni del Viaggiatore, ergersi davanti ad una caverna a forma di volta in una montagna rocciosa. Con una canzone che sembra un incantesimo risveglia Erda la madre della terra, chiedendole informazioni. Erda è stanca e chiede come mai Wotan non sia andato dalle Norne, e lui risponde che esse possono solo vedere le cose mentre lui ha bisogno di alterare quel che sta per succedere. Erda gli suggerisce allora di chiedere consiglio a Bruennhilde, una donna molto saggia. Quando Wotan, però, le narra cosa sia successo alla valchiria, Erda è terribilmente sconvolta e disgustata. Wotan si rincresce della impossibilità di Erda di dargli informazioni, così le dice di Siegfried, l'eroe libero e che accetterà tutto quel che accadrà. Quindi lascia che Erda ritorni al suo riposo e va ad incontrare Siegfried.
 
I due si incontrano alle pendici della montagna sulla cui cima riposa Bruennhilde. Il Viaggiatore (Wotan) chiede a Siegfried di narrargli le sue ultime gesta da eoe, ma l'uomo gli risponde in maniera talmente irrispettosa e maleducata da farlo arrabbiare. Wotan, infuriato, si blocca il cammino di Siegfried con il suo bastone magico e gli ordina di scappare, altrimenti il suo bastone romperà nuovamente Nothung. In questo modo Siegfried capisce di avere incontrato la persona responsabile della morte del padre e per vendetta taglia in due il bastone di Wotan con un colpo di Nothung: c'è un tuono e Wotan, per sue stesse parole, perde tutti i suoi poteri dopodichè scappa, Siegfried che lo ignora completamente, iniziando a scalare la montagna che lo porterà a Brunnhilde.
 
Siegfried attraversa il fuoco magico e trova Bruennhilde, credendo che sia un uomo. Quando capisce che non è un uomo, ma qualcosa di diverso, per la prima volta in vita sua viene colto dalla paura e trema. Non sicuro su cosa fare, prima cerca di svegliarla, dopodichè la bacia... e con questo bacio Bruennhilde si sveglia.
 
Bruennhilde è felice di vedere che l'uomo che l'ha risvegliata sia proprio Siegfried, ma quando vede la sua vecchia armatura da valchiria si rattrista ripensando al suo glorioso passato, un passato che non potrà più tornare. Questi tristi pensieri le passano quando volge nuovamente il suo sguardo a Siegfried: ormai ha altro a cui pensare. Si dichiarano a vicenda il loro amore e come Siegfried abbia dimenticato la paura che aveva appena provato. Bruennhilde si lascia andare nelle braccia di Siegfried lasciandosi dietro una volta per tutte la sua vecchia vita.
 
 
 
 
di Luca Santarelli (lucachan@tin.it)
Fonti utilizzate:
   http://users.utu.fi/hansalmi/wagner/
   Le immagini sono di Ferdinand Leeke (1859-1925) e furono commissionate da Siegfried Wagner, figlio di Richard Wagner.

 

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