Il TRAFORO DELL'ARLBERG

 

 

 

Lo scavo della galleria

 

(segue)

 Il traforo dell'Arlberg

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Nel traforo dell'Arlberg gli esplosivi furono la dinamite e, per rocce più compatte, anche la gelatina; il consumo complessivo di esplosivo fu di oltre 65.000 kg. con una media di kg. 2.6 per metrocubo di materiale scavato. Il volume totale di materiale scavato fu di circa 785.000 mc, con una sezione media della galleria di 76 mq. L'avanzata in basso aveva il grande vantaggio di poter raccogliere sul fondo le acque di filtrazione, evitando che le stesse recassero intralci e ritardi nella costruzione dell'opera. L'interdistanza dei fornelli, in roccia sana, era di 60-70 metri. In relazione alla compattezza del terreno da attraversare, essa diminuiva fino ad un minimo di 15 metri. L'avanzata in calotta, con sezione di metri 2 di base per metri 2.30 di altezza, era ubicata nel punto più alto della sezione di scavo e veniva eseguita a mano. L'ulteriore scavo della sezione procedeva con il sistema "all'inglese": eseguita l'avanzata superiore si procedeva a completare lo scavo di allargamento sulla volta, poi quello laterale e ai piedritti; quindi si murava iniziando dai piedritti. Infine, dove le necessità statiche lo esigevano, veniva eseguito anche un arco rovescio di base. Furono eseguiti 4900 metri di arco rovescio (Sohlengewölbe) e, in genere, non si procedeva allo scavo completo dell'anello successivo se l'arco rovescio precedente non era ultimato. Per le necessità di esercizio nella galleria furono ricavate 192 nicchie, aventi dimensioni di m 2 di base per m 2.10 di altezza e m 1.00 di profondità; furono pure eseguite 11 camere: 2 grandi (m 4.0 X m 3.50 X m 3,70 e 9 più piccole (m 3.0 X m 3.0 X m 3.70). La galleria fu rivestita, per l'intera sua lunghezza, con muratura in pietrame realizzata con lastre di pietra e, in minor misura, con conci di pietra da taglio. Per la prima si utilizzarono micascisti quarzosi, per la seconda furono impiegati il calcare ed il conglomerato rosso, pietre reperibili nella zona. Lo spessore del rivestimento in chiave variò da 50 a 120 cm. Il volume complessivo di rivestimento fu di oltre 280 mila metricubi, con una sezione media di 20 mq. Il rivestimento fu completato nel maggio del 1884, ossia circa sei mesi e mezzo dopo l'incontro delle avanzate. Il numero complessivo delle giornate lavorative superò i 4 milioni. Il numero medio annuo di operai fu di 2650, con un punta massima di 4685 nel mese di ottobre del 1883. Nel corso del lavoro si dovettero purtroppo registrare alcuni incidenti; i casi di morte accidentale o per malattia furono tuttavia limitati e comunque notevolmente inferiori per numero a quelli che si registrarono negli stessi anni nell'esecuzione di altre opere analoghe. Il trasporto dei materiali di scavo e di costruzione si faceva con un binario con scartamento di 70 cm, posto sulla mezzeria del traforo, fino alla fronte dello scavo. Nell'ultimo tratto i vagoncini venivano mossi a forza d'uomo, mentre nei tratti iniziali i mezzi di trazione impiegati furono i cavalli e le locomotive a vapore. Man mano che si procedeva nell'ultimazione dell'opera, il binario veniva sostituito con un altro idoneo a sopportare il transito di una locomotiva; la linea ferroviaria di servizio subiva quindi dei periodici rifacimenti. Nella tratta est, con il 2% di pendenza, il trasporto a mon dalle locomotive alla fronte, poteva essere effettuato da due uomini; nella tratta ad ovest (pendenza 15%) erano necessari quattro uomini. Il ritorno era naturalmente favorito dalla pendenza. Il fumo delle locomotive a vapore costrinse ad abbandonarle e si ricorse così a quelle cosiddette "senza fuoco" di Lamme e Francq, con prelievo di vapore a pressione a 15 atmosfere da caldaie fisse e suo utilizzo nelle locomotive, che potevano raggiungere una velocità massima iniziale di 9 km/ora. Durante l'esecuzione dei lavori non si manifestarono particolari inconvenienti tecnici. Qualche ritardo nell'avanzamento fu causato dall'incontro con rocce fessurate o da alcune venute d'acqua, che si esaurirono però in breve tempo. Si verificarono invece alcuni cedimenti della volta, anche dopo la costruzione del rivestimento. Così, a seguito degli schiacciamenti e delle deformazioni che si ebbero soprattutto sul lato ovest, dovettero essere rifatti alcuni anelli della galleria. I lavori di avanzamento tuttavia poterono proseguire con il ritmo consueto, mentre si procedeva al rinforzo ed alla sostituzione degli anelli difettosi. I tratti interessati furono rinforzati con archi rovesci di base ed a seguito dei nuovi interventi tutte le deformazioni cessarono.