Premessa
L'Azione
Cattolica Italiana, sorta per
iniziativa di un gruppo di giovani,
benedetta poi e raccomandata dai Papi
e dai Vescovi, ha avuto nella sua
storia trasformazioni profonde, in
correlazione con le vicende della
Chiesa e della società italiana. Essa
è stata, durante l'intero arco della
sua vita, un annuncio di quella
corresponsabilità dei laici nella
costruzione e missione della Chiesa
che il Concilio Vaticano Il ha poi
solennemente affermato. Il suo compito
è oggi quello di contribuire a
realizzare questa pienezza di
corresponsabilità di tutti i membri
del Popolo di Dio per l'attuazione del
Concilio.
Il
Concilio Vaticano II ha indicato la
strada di un rinnovamento della Chiesa
come "un popolo adunato nell'unità
del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo" (LG 4), come "comunità
di fede, di speranza e di carità",
quale organismo visibile fondato da
Gesù Cristo attraverso il quale Egli
diffonde su tutti la verità e la
grazia. "Questo Popolo di Dio,
governato dal successore di Pietro e
dai Vescovi in comunione con Lui"
(LG 8) cammina nella storia della
umanità per trasformarla in storia di
salvezza proclamando la morte e la
resurrezione del Signore finché Egli
venga (cfr. acclamazioni durante la
nuova preghiera eucaristica e LG 8).
La Chiesa è una comunione che ogni
giorno cresce nell'ascolto della
Parola, nella celebrazione
eucaristica, nella vita di carità.
All'edificazione
della Chiesa, a questa crescita nella
comunione in Cristo e, per il Suo
Spirito, con il Padre e con i
fratelli, tutti sono chiamati a
contribuire. Tutti infatti sono
destinati dal Signore all'apostolato
per mezzo del Battesimo, della Cresima
e dell'Eucaristia. I laici vi portano
la ricchezza comune di fede e di
grazia vissuta nella esperienza
specifica della concreta
partecipazione alla quotidiana vicenda
della società umana (1).
Nella
Chiesa i diversi ministeri, doni e
carismi sono stati stabiliti e dati
per la crescita della comunità e
l'adempimento della sua missione.
Il
formarsi di associazioni di apostolato
è insieme segno di questa comunione e
scuola ed impegno di vita e di
servizio ecclesiale; è uno dei doni
per la edificazione della Chiesa (2).
La loro varietà e originalità poste
al servizio della comunità
contribuiscono, infatti, a quella
pienezza di comunione e a quella
corresponsabilità universale alla
missione della Chiesa che il Concilio
ha annunciato, ma che i cristiani
devono concretamente attuare facendosi
collaboratori dei disegni di Dio e
dell'opera dello Spirito.
Tra
le varie forme di apostolato
associato, il Concilio ricorda in
particolare "quelle che sebbene
abbiano seguito modi diversi di
operare, tuttavia hanno prodotto
abbondatissimi frutti nel Regno di
Cristo, e meritatamente raccomandate e
promosse dai Romani Pontefici e da
molti Vescovi, hanno avuto da essi il
nome di Azione Cattolica" (AA
20). I Padri conciliari le hanno
identificate attraverso quattro note
che prese tutte insieme le
caratterizzano (3). A tali note si
ispira il presente Statuto.
Nessuna
associazione, tuttavia, può oggi
sostituire l'impegno della comunità o
la sua voce accanto al Vescovo. Per
questo il Concilio ha previsto degli
organismi che siano in grado di
esprimere le esigenze e le proposte
della comunità e si pongano accanto
al Vescovo per aiutarlo nelle sue
scelte pastorali. A tal fine il
Concilio ha raccomandato in
particolare l'istituzione dei Consigli
Pastorali quali organismi consultivi
dei Pastori, che debbono tendere ad
avere il massimo di rappresentatività
di tutta la comunità (sacerdoti,
religiosi, laici organizzati e non
organizzati).
L'Azione
Cattolica Italiana da parte sua è una
associazione di laici che liberamente
si riuniscono per fini formativi, di
studio e di azione pastorale; essa
deve fermentare e servire la comunità
ecclesiale accanto alle altre forme
associate e a tutte le forze vive
della comunità; con esse - insieme al
clero ed ai religiosi - deve offrire
al Vescovo la propria attiva
collaborazione per promuovere la
costituzione e il buon funzionamento
dei Consigli Pastorali. Il pieno
sviluppo della vita e della comunità
ecclesiale richiede all'Azione
Cattolica Italiana un impegno umile e
generoso nell'adempiere al suo compito
specifico di riunire, esprimere e
formare gruppi di cristiani che si
associano nel desiderio di rendere più
responsabile ed efficace il loro
servizio pastorale alla comunità, e
che si danno carico dell'insieme dei
suoi bisogni, della globalità della
sua missione.
Ciò
che caratterizza l'Azione Cattolica è
infatti l'assumere, come propria
finalità essenziale, non questo o
quel campo di apostolato, ma il fine
stesso apostolico della Chiesa nella
sua globalità. Attraverso l'incontro,
l'esperienza e l'impegno della
associazione, l'Azione Cattolica si
propone la maturazione dei suoi soci -
e attraverso di essi di tutto il
laicato - alle loro responsabilità
ecclesiali; e si propone insieme di
collaborare con l'esperienza e con i
doni propri dei laici al ministero
della Gerarchia, perché essa possa più
facilmente svolgere il suo servizio di
unità nella comunione ecclesiale e
nella missione totale della Chiesa.
Per
essere in questo senso servizio e
fermento nella comunità ecclesiale,
l'Azione Cattolica dovrà anche saper
vivere in comunione e collaborare in
fraternità con tutte le espressioni
antiche e nuove della comunità della
Chiesa, ed essere attenta alle
esigenze dei diversi ambienti e delle
diverse mentalità perché, con
l'apporto di ognuno e la reciproca
comprensione, i cristiani siano tutti
una cosa sola e il mondo li riconosca
e creda.
In
questa prospettiva si pone quella
diretta collaborazione con la
Gerarchia che pure caratterizza
l'Azione Cattolica e la fa pienamente
disponibile al ministero e alla guida
della Gerarchia. Essa è immediata
collaborazione con il Vescovo
"visibile principio e fondamento
di unità" nella comunità della
Chiesa locale (LG 23, I; 33,3), con
l'azione pastorale dell'Episcopato
italiano riunito nella CEI (CD 37 ss.)
e con il Papa che presiede alla
comunione universale di carità (LG
13).
Anche
la presenza del Sacerdote Assistente
fra i laici di Azione Cattolica, nel
suo ufficio ministeriale ed
ecclesiale, ha un suo valore e
significato profondo ed ha promosso
nella Chiesa una collaborazione
fraterna nell'apostolato fra sacerdoti
e laici, nello scambio dei reciproci
doni e nel comune impegno a servizio
di tutti i fratelli.
L'Azione
Cattolica nasce e si sviluppa come
consapevole corresponsabilità nella
Chiesa e come impegno missionario: per
questo fa suo il compito di
evangelizzazione e di santificazione e
quello di formazione cristiana delle
coscienze degli uomini, perché lo
spirito evangelico viva nel cuore di
ciascuno e nelle varie comunità e nei
vari ambienti. Essa intende
l'apostolato come servizio di una
carità che partecipa ai fratelli il
dono del Vangelo che ha ricevuto e
promuove nei suoi aderenti una
coerenza tra fede, carità e vita.
A
questo fine pone come essenziale
l'impegno della risposta personale e
comunitaria all'universale vocazione
alla santità, punto centrale
dell'insegnamento del Concilio (LG 40)
e momento indispensabile per ogni
rinnovamento della Chiesa e della sua
missione.
Il
carattere essenzialmente religioso e
apostolico dell'Azione Cattolica
Italiana la impegna ad una costante
attenzione alla realtà quotidiana
della società in cui vive ed in
particolare al mondo del lavoro e al
mondo della cultura; e le richiede lo
sforzo di leggervi, con i "segni
dei tempi", i bisogni e le
speranze religiose, e di aiutare tutti
i cristiani a vivere con pienezza
accanto ai fratelli la realtà in cui
la Provvidenza li ha posti.
La
profonda trasformazione della Chiesa
per realizzare il rinnovamento
richiesto dal Concilio e il rapido
mutamento della società italiana
chiedono oggi all'Azione Cattolica
Italiana una ancor più accentuata
disponibilità. Per questo pure la sua
organizzazione deve poter rispondere
alle esigenze reali delle diverse
diocesi e agli adeguamenti resi via
via necessari da nuove situazioni,
anche attraverso una più agevole
modificazione delle relative norme. Ciò
potrà anche richiedere una verifica a
scadenza non lontana dell'intero
Statuto.
L'Azione
Cattolica Italiana vuole essere un
gruppo di cristiani che, raccogliendo
il rinnovato invito dei Pastori (4),
si dà attivamente carico della
missione della Chiesa e dei suoi
grandi problemi, e che sceglie per
affrontarli la strada di un servizio
nella carità e di una stretta unione
con i Vescovi e con il Papa. Per
questo i laici aderenti all'Azione
Cattolica liberamente si associano e,
ben consapevoli del loro limite e
della loro povertà, si sforzano
tuttavia di offrire alla Chiesa che si
rinnova il contributo di formazione,
di preghiera, di carità, di
esperienza, di riflessione, di
proposta, di organico servizio, di
impegno apostolico, che l'associazione
consente e promuove, e che si pone
accanto agli altri doni che lo Spirito
distribuisce e suscita nel Popolo di
Dio.
Note
1
"I laici,
radunati nel Popolo di Dio e
costituiti nell'unico Corpo di Cristo
sotto un solo capo, chiunque essi
siano, sono chiamati come membri vivi
a contribuire con tutte le loro forze,
ricevute dalla bontà del Creatore e
dalla grazia del Redentore,
all'incremento della Chiesa e alla sua
continua ascesa nella santità.
L'apostolato
dei laici è quindi partecipazione
alla stessa salvifica missione della
Chiesa, e a questo apostolato sono
tutti destinati dal Signore stesso per
mezzo del battesimo e della
confermazione. Dai Sacramenti poi, e
specialmente dalla sacra Eucarestia,
viene comunicata ed alimentata quella
carità verso Dio e gli uomini, che è
l'anima di tutto l'apostolato.
Ma
i laici sono soprattutto chiamati a
rendere presente ed operosa la Chiesa
in quei luoghi e in quelle circostanze
in cui essa non può diventare sale
della terra se non per loro mezzo. Così
ogni laico, per ragione degli stessi
doni ricevuti, è testimonio e insieme
vivo strumento della stessa missione
della chiesa "secondo la misura
con cui Cristo gli ha dato il suo
dono" (Ef 4,7). Oltre a questo
apostolato, che spetta a tutti
assolutamente i fedeli, i laici
possono anche essere chiamati in
diversi modi a collaborare più
immediatamente con l'apostolato della
Gerarchia, a somiglianza di quegli
uomini e donne che aiutavano
l'apostolo Paolo
nell'evangelizzazione, faticando molto
per il Signore (cfr Fil 4,3; Rom 16,3
ss). Hanno inoltre la capacità per
essere assunti dalla Gerarchia ad
esercitare, per un fine spirituale,
alcuni uffici ecclesiastici. Grava
quindi su tutti i laici il glorioso
peso di lavorare, perché il divino
disegno di salvezza raggiunga ogni
giorno più tutti gli uomini di tutti
i tempi e di tutta la terra.
Sia
perciò loro aperta qualunque via
affinché, secondo le loro forze e le
necessità dei tempi, anche essi
attivamente partecipino all'opera
salvifica della Chiesa" (LG 33).
2
L'apostolato
associato corrisponde felicemente alle
esigenze umane e cristiane dei fedeli
e al tempo stesso si mostra come segno
della comunione e dell'unità della
Chiesa in Cristo che disse: "Dove
sono due o tre riuniti in mio nome, io
sono in mezzo a loro" (Mt
18,20)" (AA 18).
3
"a) fine
immediato di tali organizzazioni è il
fine apostolico della Chiesa, cioè
l'evangelizzazione e la santificazione
degli uomini e la formazione cristiana
della loro coscienza, in modo che
riescano ad impregnare dello spirito
evangelico le varie comunità e i vari
ambienti;
b)
i laici collaborando con la Gerarchia
secondo il modo loro proprio portano
la loro esperienza e assumono la loro
responsabilità nel dirigere tali
organizzazioni, nel ponderare le
circostanze in cui si deve esercitare
l'azione pastorale della Chiesa e
nella elaborazione ed esecuzione del
piano di attività;
e)
i laici agiscono uniti a guisa di un
corpo organico affinché sia meglio
espressa la comunità della Chiesa e
l'apostolato riesca efficace;
d)
i laici, sia che si offrano
spontaneamente o siano invitati
all'azione e alla collaborazione
diretta con l'apostolato gerarchico,
agiscono sotto la superiore direzione
della Gerarchia medesima, la quale può
sancire tale cooperazione anche per
mezzo di un 'mandato' esplicito"
(AA 20).
4
La vostra
presenza, Figli carissimi, già
risponde che voi siete convinti della
necessità del vostro apostolato
compaginato nella comunità ecclesiale
e che siete pronti a riprendere il
cammino verso il nuovo servizio che la
Chiesa vi affida e che le condizioni
del nostro tempo lungi dal dimostrarlo
superato e superfluo, sembrano ancora
più urgentemente invocare. Occorrerà
certamente, anche nelle vostre
strutture organizzativi, un qualche
opportuno "aggiornamento";
rimarrà certo in esse l'impronta
fondamentale della fedeltà e del
servizio sarà loro accordata una
maggiore autonomia nell'esercizio
delle responsabilità che la fiducia
può consentire ad un laicato oggi
maturo e potrà essere al tempo stesso
meglio qualificata la collaborazione
con la Gerarchia nelle funzioni
proprie del laico.
L'Azione
Cattolica ritornerà giovane, e tale
si conserverà superando con
l'evolversi dei tempi quelle forme
cristallizzate della sua
organizzazione e della sua attività,
le quali mancassero della genialità e
della efficacia che il carattere
sperimentale proprio dell'apostolato,
reclama.
Ma
ricordate sempre l'autenticità
religiosa e spirituale del vostro
Movimento. Non allontanatevi mai dalla
sorgente dell'Azione Cattolica, da una
vita cioè profondamente imbevuta
della Parola e della grazia di Cristo:
ritornate continuamente ai principi
interiori che vi assicurano una lucida
e forte coscienza della vostra
personalità cattolica, e rettificate
continuamente la vostra direzione di
marcia, che ha da essere costante e
diritta sui sentieri della Chiesa a
servizio del prossimo, che dentro e
fuori di essa ha bisogno della verità
cristiana e del pane benedetto per
ogni legittima fame dell'uomo
fratello".
(Dall'Omelia
di S.S. Paolo VI in occasione del
centenario dell'Azione Cattolica
Italiana 8 dicembre 1968).
"I
vescovi, nell'apprezzare il generoso
impegno dei laici italiani nelle varie
forme di apostolato, individuale ed
organizzato nei piccoli gruppi e nelle
organizzazioni nazionali, vi
riconoscono un segno della vitalità
della comunità cristiana e la volontà
di una più matura e responsabile
partecipazione alla missione della
Chiesa.
In
questa prospettiva si considera in
modo particolare L'Azione Cattolica
per il suo più importante ed
essenziale servizio che ha svolto ed
è chiamata a svolgere nella Chiesa
italiana con una tipica assunzione di
responsabilità laicale, in
collaborazione più intima con la
Gerarchia.
In
conformità alle indicazioni del
Concilio e del Magistero Pontificio e
alle necessità dell'apostolato della
Chiesa nel nostro Paese, l'Episcopato
italiano rinnova in proposito la sua
scelta pastorale riconoscendo
l'attualità e la fondamentale
funzione dell'Azione Cattolica nella
collaborazione all'azione apostolica
della Chiesa, quale scuola di
formazione alla santità e
all'apostolato, lievito nel Popolo di
Dio, forza di azione missionaria le
riconferma perciò la sua fiducia e la
raccomanda ai laici, come generoso
volontariato per un indispensabile
servizio al rinnovamento della Chiesa
voluto dal Concilio. Chiede al Clero,
ai religiosi e alle religiose
l'impegno particolare nel collaborare
alla promozione dell'Azione Cattolica
e nell'offrirle assistenza e
amicizia".
(Dalla
Dichiarazione finale della III
Assemblea del Vescovi Italiani,
febbraio 1968).
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