Leopoldo
II del Belgio,
ovvero
l'orrore in Congo
3/3
LA COMMISSIONE
D’INCHIESTA DEL 1906
Costituita
su pressione di Inghilterra, Francia e Germania,
rivelò
alcune delle atrocità commesse dai rappresentanti di Leopoldo II
“In realtà,
nella maggioranza dei casi, l’indigeno deve compiere ogni due settimane
un viaggio di un giorno o anche più per raggiungere nella foresta
un luogo con una quantità sufficiente di alberi della gomma. Qui
conduce una misera esistenza. Deve costruirsi un riparo temporaneo che
ovviamente non può sostituire la sua capanna; non ha il suo cibo
abituale […], è esposto alle intemperie del clima tropicale e agli
attacchi delle bestie feroci. Deve poi portare il prodotto raccolto all’agenzia
dell’amministrazione (o della compagnia); solo allora può tornare
al suo villaggio, dove rimane appena due o tre giorni prima che gli venga
assegnato un nuovo compito. Di conseguenza […] la maggior parte del suo
tempo è occupata nella raccolta del caucciù.”
Ogni
villaggio doveva poi consegnare all’amministrazione 5 pecore o maiali o
50 galline, 60 chili di caucciù, 125 carichi di manioca, 15 kg di
granturco o di arachidi e 15 kg di patate dolci. L’intero villaggio doveva
lavorare un giorno su quattro alle opere pubbliche. L’adempimento degli
obblighi veniva assicurato da guardie africane reclutate in altre regioni
oppure da agenti prezzolati del villaggio stesso. Con l’incoraggiamento
dell’amministrazione, queste guardie e agenti perpetravano atti di inaudita
ferocia: portavano via le donne, i beni e al minimo segno di resistenza
mutilavano i malcapitati o li uccidevano.
Spesso
le compagnie organizzavano contro i villaggi spedizioni punitive nel corso
delle quali – secondo il rapporto della commissione – uomini, donne e bambini
venivano uccisi senza pietà. Con tali metodi le compagnie concessionarie
e lo stesso Leopoldo intascarono decine di milioni […] Con le rendite provenienti
dal Congo, Leopoldo assicurò a ogni membro della sua numerosa famiglia
reale un reddito annuo fra i 75mila e i 150mila franchi; acquistò
in Belgio e in Francia vaste proprietà terriere per un valore di
circa 30milioni di franchi, e così via. Effettuò spese enormi
per corrompere la stampa, creando un apposito ufficio che mascherasse i
suoi crimini.
[Fonti: Endre
Sik, Storia dell’Africa nera, voll, I, II, La Pietra, Milano 1977;
“Jeune Afrique”,
dicembre-gennaio 1998-1999] |