La critica in Iperspazio Poesia. Arturo Ferrara ora commenta Martina, se vuoi aggiungere il tuo commento scrivi al sito.

 

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Arturo commenta MARTINA

Con non poca difficoltà scrivo sulle poesie inviate da Martina perché quel "qualcosa" che mi ha favorevolmente colpito e indotto a commentarle non è facile da esprimere. I suoi versi infatti ad un primo sguardo sembrano utilizzare "classiche "strutture , figure e metafore compositive che in giovani artisti sono condizionate dei freschi studi scolastici e dalle personali (probabilmente "impegnate" letture ). E, se è vero che queste sono un passaggio culturale quasi obbligato (e necessario) un poeta si trova poi a dover lottare con queste sue conoscenze (influenze letterarie) per trovare una sua strada, anzi la SUA via espressiva che lo liberi dalla retorica e gli faccia scoprire (e sopportarne il dolore) il fuoco interno della poesia che non è solo sensibilità, ma anche consapevolezza dell' ipocrisia e falsità di quasi tutte le strutture usate a metro e a regola, e, a volte, la rivelazione della brutalità ed indifferenza di una società che non si pone neppure il problema di questa interiore ricerca. Martina tuttavia credo abbia già da un po' cominciato questa ricerca: Si vede più che nelle parole e nei temi, nella struttura compositiva e formale dei suoi versi, "scientificamente" ricercata.

Nel Marchio di Caino questa ricerca dell' essenziale e del profondo avviene proprio utilizzando con capacità e concisione parole e strutture "retoriche" iniziali -"vetro dell' aurora",- "occhi di bimbo percossi"- .Parte quindi da una ridondanza verbale (un po' "fredda" sentimentalmente) per trovare, pian piano che i versi si sviluppano, una più profonda, sentita e umana partecipazione che culmina con i bei versi finali, "porre un segno sul loro destino" ROSSO ,come il marchio di Caino dove quel "rosso" esprime pienamente il colore ed il calore di una passione e di un giudizio morale scarno ma irrevocabile.

La seconda poesia Ci sarai presenta la struttura di una canzone; pur non essendo particolarmente originali questi versi (scritti bene) lasciano, insieme alla sensazione (non piacevolissima) di un già letto, o sentito o visto e conosciuto, anche l'impressione delle potenzialità dell' autrice e delle sue capacità poetiche di sintesi e correlazione fra stati emotivi, sensazioni presenti e ricordi. Martina riesce comunque a comunicare in maniera potente e passionale.-"e il mio passo segnato dalla tua risata bambina" -il suo, quasi auto-imposto, desiderio di presenza- ci sarai- e persistenza, oltre il tempo, e la storia personale (beata gioventù!)

Molto bella la terza poesia, Nero d' inchiostro, per me la più originale, suggestiva ed evocativa nello stesso tempo. Sono versi apparentemente lineari ma profondi (anche ambiguamente inquietanti) nel loro intrecciarsi, nei contrasti e nelle implicazioni generate dalla percezione fantastica del lettore. Leggibili a diversi livelli per la capacità dell autrice di tenere legati più filoni interpretativi , questa poesia concilia la fredda e rigorosa ricerca tecnica espressiva dell' autrice con la sua sensibilità artistica e musicale (personalmente immagino la sonorità di grande antico organo,(di cui sono un grande appassionato) in una solitaria chiesa dove viene eseguito , un brano, che l' autrice ha ritrovato- "nella penobra di notturni lembi-" musica che esprime l 'antica sinfonia dell'incontro, della passione e dell' amore vissuto nella sua pienezza, anche sensoriale dove, per l'unione degli opposti, avviene la magica "evocazione",( vedi il mio disegno nella selle pagine di Arte) per trascendere il tempo e la materia e "per dar voce a scordati spirti". Ecco che una metafora (ma i suoi versi ne hanno molte di più…ed invito i lettori a cercare la PROPRIA interpretazione) è divenuta, per me, una sensazione, persino un suono….Si può chiedere di più ad una poesia? Grazie Martina, spero di leggere al tuo presto altre tue opere.

Arturo Ferrara Viotti Febbraio 2002 per Arte e letteratura

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