Iperspazio Poesia la tua dimensione letteraria. Ora leggi Leandro, puoi inviare, se vuoi, i tuoi commenti al sito o direttamente all' Autore

Atlantide- Accade cos' la notte- E torna oceano-Margini d' asfalto-Domenica sera di porto- Tienanmen-
Solitudine
-
Vetro smerigliato del mare-Re dei ritorni-Luna

LEANDRO SARACINO

Atlantide

Regno d'alghe e di flutti:
tra marmi antichi
sale dipana s'inasprisce
gioco salmastro di correnti;
nel crescer di marea
t'offri silente all'oblìo
Atlantide...

Monca di braccia e futuro
ma non t'è offesa:
appena assorto lo sguardo tu
dea d'anemoni e corallo,
e già sorridi
tu, il mistero...

Senz'altro gioco
corrotta d'umori
salsedine
ch'esser sorgiva
di languida attesa:

d'alba novizia

o rinnovata gloria;

o solo attesa
senza attendere più nulla.


Accade così la notte

Accade così la notte...

Ci torna i passi e i pensieri
che non furono,
pressati d'altro;
sicchè lontani ci coglie,
furtiva presenza,
spossati e assorti in altri mondi
rochi i fremiti e i sospiri:

ignudi d'altra facciata
infine veri...


E torna oceano

Quel lieve sfiorarsi di respiri
muto andar di destini
che allontana:
poche braccia dalla costa
e torna oceano...

A un tempo sogno
e senso d'esistenza,
ancor deluso,
offeso ai silenzi del mondo
ai suoi rifiuti
l'infinito negare di negarsi...

Ove ignara volge ogni prora
un lido attende,
diadema d'illusioni,
inganno ancora del tempo:

un esile sfiorarsi di respiri
e torna oceano.


Margini d'asfalto

S
'appressa allo sguardo
da distanze
cede contorno ai fumi
del liquido svanir di giorno,
ombra di donna...

Diafana mi sfiora una vita
che ruba il tempo
ai millenni
uguale ovunque:
corpo sinuoso ad un istante
e ancora ad un istante
già ricordo.

Dissolve ai guizzi di fuoco
dea di notti e momenti
ninfa dei margini d'asfalto:

la perdo ancora
ignota
ignara d'uno sguardo.


Domenica sera di porto

Voci e genti di mare
aspri dialetti di rada
e braccia dure alle cime;

ombra all'ombra di scafi
fuma il nero in silenzio
piedi e cuore su terre non sue;

siede alla bitta e guarda
senza sorriso
quelli che vanno.


Tienanmen

A
l cuore un dolore di voci
brezze d'oriente
e un volgere altrove di sguardi
che rende al tempo risacche oscure
sì vuoto di pietà;
eppure insiste...

profumo d'altri orizzonti
indugia ai margini di vita
affranto d'odio e violenza;
eppur dilaga...

per chi sciolse fiori di gelso
negandosi giorni e respiri:

fragranza d'altra primavera
(ritorni, infiniti...)
s'accosta segreta ai sensi
ad un istante
colora paradossi e li confonde
ad un istante...

E tempo d'altro già incalza
sospinto al vento della Storia:
inerte al tempo s'abbandona
candida dea di cartone
torna sabbia
su sponde d'altri mari.

E al cuore un dolore di voci
ansiti illusi
fiori passiti
d'un Maggio acerbo ancora...

Addio, Tienanmen.

Addio.


Solitudine

Nei loro fragori
è il tuo silenzio

sguardo d'attesa
tra mille ammiccamenti

autunno d'arie fredde
nei caldi soli d'altri

pianto segreto
tra mille sorrisi.


Vetro smerigliato dal mare

Acque...

Senza negarsi accolgono pensieri,
specchio di moti, ristagni,
rigurgiti d'ombre infinite...

Ricordi
come lieve planare di meduse
ai tetri abissi
d'orfica genìa:

liquido sudario di speranze
denso d'ore senza tempo,
d'ogni futile indolenza;
così amare, rincorse dal sogno
vane, negli incanti millenari...

Ivi tace ogni voce
si conforta
ogni beffarda verità
gl'infiniti suoi volti...

tutto s'osserva e si riflette
dipana inerte
in circoli sfuggenti
come il mondo di là da un vetro
smerigliato dal mare.


Questi versi sono stati dedicati a me e alla scrittrice Paola R.(presente nell' Antologia) per il nostro amore per il mondo greco.

Re dei ritorni

Amor greco di flutti
e numi
tradisci con l'astuzia,
mendace re dei ritorni;

sogno per te s'accende
d'arroganza
e il pugno e l'urlo
ai cieli impotenti:

tutto è destino
e l'arte tua più forte
d'ogni incanto.

Dimentica l'eroe
il mondo suo d'armi
e l'innocenza...


Luna

Questa tua voce di chiarori
m’è compagna di notti,
pallori d’ansie e calme lacustri.

Latte cui disseta la vita altra
trascinar di cuori tra i lampioni
chiaroscuri marginali della notte
come i suoi volti informi,
Caino e la Dama, care fantasie
di voci andate…

Di spazio m’ispiri
e azzeri il tempo col tuo infinito
sicché un giorno segue l’altro
e tu sei lì, memoria solerte e lento oblio
nume di vita e astro indifferente
luce fredda nel gelo siderale
tepore d’emozioni ingenue.

Eri lì prima di mia vita
e lì sarai, dopo i miei giorni brevi.

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