Iperspazio Poesia la tua dimensione letteraria. Ora leggi Raffaele Saccomano, puoi inviarmi, se vuoi, i tuoi commenti e visitare il suo sito segnalato nella pagina.

Cristo -

 

per gentile, personale,concessione (*) diritti riservati Raffaele Paolo Saccomano © visita, se vuoi, il suo sito

http://www.raffaelesaccomano.net/


(* lettera): Caro Arturo,
ti ringrazio per la tua gentilezza e, se vuoi, dalla raccolta "Le vie del vento" (vedi sito, indice Poesie) puoi far conoscere ai tuoi lettori la poesia "Cristo", possibilmente segnalando il sito di appartenenza, prefigurando ulteriori collaborazioni. Grazie
Raffaele Paolo

(Questa poesia é stata recitata in varie occasioni, al Rendano, e in alcune Chiese tra cui Grimaldi, Rogliano,Cosenza, dalla compagnia teatrale F. Costabile)

CRISTO

So ancora cercare
parole
che poche compresi
disperso
tra anni e la gente.

Giammai ho smarrito il tuo volto.
Stanno soli e su tutto
quegli occhi potenti
e la mano che ama gli oppressi
e tempeste spezza
di cuori e di mare,
oh Signore.

Ballava la folla,
tra ulivi di glorie non certe,
e, zitta smarrì .quando voce
si fece la stessa montagna.

S’ allegrava e mangiava
il tuo pane
il giorno del bene, giuliva,
ma a branchi passò
chiamata alla piazza:
Barabba, Barabba!!!

S’ involavano zoppi,
i tuoi muti,
i tuoi ciechi
vedevano e udivano, essi,
fiume mezzano, belante
su te, pastore d' agnelli.

Sudavi dolore.
Ricordati, Rabbi,
il tuo capo
finemente vestito di spine,
tal manto
puzzolente di sterco e per come
quel palo pesava e cadevi.

Un re crocifisso, il Signore !!!
T' ho udito salire quel sasso,
portando gli schiaffi e la beffa,
le spalle segnate da fuoco.
Una lancia, accorse l' aceto,
per lividi e sangue
nel cuore.

E tua madre era là.
La gente contava
a quando il dolore spaccasse
la mente.

Ma, tu che sapevi,
parola di Luce a soffrire,
piangesti
e la rabbia pervase la voce
del tuono;
si spense il sole e le pietre
divennero sabbia.

Fu allora
che ognuno si vide
impiccato
i polsi trafitti e la voce
languire.

Ecco l'Uomo, oh Signore!
Beati,
beati coloro che andranno
incontro al Sinedrio
e il loro tacere dirà
Io sono l'amore e l'eterno,

Maria Maddalena serena,
due ladri a cui dire:
Domani
è il Regno che vuole la Vita.

 

  ARTURO Arte e Letteratura commenta- registrati

artfer@tiscali.it

Fotografia | Racconti | Poesie | Pensieri | Letture | Osservatorio | Il Grande sonno | home | scrivimi Registrati
homeartfer 2002 Arte e Letteratura diritti riservati vietata riproduzione e distribuzione