In fondo al viale

commento di Arturo su di una canzone

"In fondo al viale"... il segreto del testo di questa canzone , semplice, ormai lontana nel tempo e si spera non nella memoria, è proprio nel titolo che è anche il primo verso.

Nella canzone accordi inquietanti lo precedono ,creando quasi un' atmosfera di attesa e poi una voce molto particolare...molto adatta all'epoca....quasi androgina (cioè con quei consapevoli elementi di ambiguità che hanno preceduto.... al di là e ben oltre il femminismo di maniera, l'evoluzione della figura femminile lo scambio dei ruoli e un evoluzione del costume che ancor oggi si sta manifestando.

Il viale...simbolo di quiete, apoteosi del "tramonto"...percorso obbligato di molti cimiteri...il viale anche e realmente luogo fisico di Messina, città antica e gloriosa, dove il tempo pare fermarsi, quasi rivivere mitici fasti, come nella canzone, fissarsi per l'eternità in un disperato (e unico) concetto-illusione d'amore, riscatto. "In quel caffè dove va gente che non sa cosa fare..."espressione ambigua, dove lo scarto fra significati possibili è grande per questo "letteraria", quasi "archetipica" Gente che non sa cosa fare perché NON TROVA nulla da fare, con impliciti tutti i segnali inquietanti che la disoccupazione ancor oggi, soprattutto nel sud, porta con sé....ma anche, in chiave "esistenziale" gente che non sa cosa fare....perché NON VUOLE FARE...come estrema protesta o come fuga da una realtà limitata e oppressiva sceglie l'inazione, il nulla, forse il sogno, l'attesa...Questi significati possibili e per questo non unici non sono neppure in contraddizione, soprattutto in un periodo storico come quello in questione nel quale nuove idee e fermenti sociali mal si armonizzavano con un Italia contadina, uscita avvilita dalle due guerre e poi dal "debito" da pagare ad un "americanismo consumistico", un comunismo utopico, un clericalismo di riflusso...In questo senso il "guardarsi intorno" della seconda strofa è quasi un voler uscire da una limitata condizione, un "provincialismo dell' anima e dei sentimenti" che però, e provocatoriamente, è l'unica cosa forte e sincera che appare e si possiede. Lei, la non definita figura femminile diventa una proiezione di tutte le frustrazioni e desideri mancati....la via di salvezza e di fuga e "la voglia di gridare" per lei è la forza cercata e forse mai trovata in sé, di liberarsi da pregiudizi o dalla propria condizione sociale.

Forse più convenzionale è legata all'epoca (esigenze musicali e armoniche o di mercato) che tendono a sottolineare, anche retoricamente quel "lei" è la terza strofa...

Ma di nuovo quel magico "in fondo al viale" riporta la canzone su binari poetici e universali. Il caffè che da stazione diviene meta....luogo oltre il tempo e la storia dove c'è posto più che per l'amore per la "speranza dell'amore" che è anche "un grido" di gioventù, un urlo anche qui ambiguo: da una parte vorrebbe essere liberatorio, dall'altra è la condanna a essere, rimanere, restare, perché ogni cambiamento, ogni tentativo soffocherebbe nella perdita di Lei, dell'illusione, quel aura di bellezza che assorbe interamente l'essere. Come avviene nell'arte, nella poesia, nella musica.... che spesso creano uno "straniamento" dalla realtà che, se non è una retorica posa, un vano (e un po' vile) modo di fuggire la società e l'umanità può essere creativo e, a suo modo, "socialmente impegnato", utile per sé ed i propri simili.

Credo infine la canzone-poesia non vada "caricata" di troppi significati (soprattutto socio-politici) sembra di gran moda oggi, proprio perché siamo "svuotati" di tali valenze, anche ideologiche ma la sua forza e la sua inquietante bellezza sia nella "fissità monotematica" di quel Lei "in quel fondo al viale che è morte e salvezza(fondo e (s)fondo dei propri sogni e nello stesso tempo (unica possibilità per sopportare una dura esistenza).Se cerchiamo gli elementi comuni dell'epoca la troviamo una canzone come tante e…cadiamo nella nostalgia (purtroppo sono abbastanza vecchio da precipitare, più che cadere)ma, alla luce degli elementi che spero di aver sottolineato in queste poche righe possiamo senz'altro considerarne la sua unicità, anche per la storia dell'autore e quella vasta fucina di potenti sentimenti, passioni e speranze che è la Sicilia.

  ARTURO Arte e Letteratura

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