intervista di Alain Elkann a Mario Luzi da La Stampa" 11 maggio 2003
Pubblico queste brevi righe, che hanno l'unico scopo di stimolare a cercare e leggere l'intero articolo del quotidiano LA STAMPA di Torino perchè ritengo che le parole di Mario Luzi, nella sua profonda, essenziale,vaticinante lapidarietà e chiarezza possano essere veramente un punto di riferimento per la riflessione sulla poesia e sulla sua funzione oggi. In particolare apprezzo l'inesorabile critica alla guerra, ad ogni tipo di guerra dove l'umanità dell'uomo raggiunge i suoi livelli più bassi e l'arte e la letteratura, in quanto "stimolatori" e "generatori" di umanità possono, nonostante tutto esercitare la loro importante essenziale funzione. Voi che ne pensate? Arturo
Che cosa ne pensa della guerra?
E' una cosa ignobile perché cerca a posteriori le sue motivazioni .E' l'inversione della storia.Dalla brutalità dei fatti alla ricerca di casualità.
E la poesia che posto ha nel mondo?
Ha sempre avuto un posto scomodo. E' sempre stata legata agli avvenimenti o coralmente o intimamente. Bisogna riconoscere dove la poesia ha una sua validità morale, e quando è poesia ce l'ha sempre. Allora ha in sè, indipendentemente dai temi che affronta o dalle posizioni che assume, il merito di salvaguardare l'umano che c'è nel linguaggio. La poesia ci dà la percezione di una storia che pubblicamente si tende a ignorare.
Nella società di oggi che posto ha la poesia?
Non ha voce in capitolo. Ma l'incidenza sul sociale e sul politico è nulla.....
L'arte e la poesia quindi continuano ad essere rivolta?
Sì
rivolta davanti all'empietà.La poesia non è sempre antitetica,
la poesia guarda l'umano dov'è ferito o anche quando è esaltato.
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