LIBRI LETTORI E RETE
di Arturo Ferrara

Lavorando nel settore librario, non so se sono più spaventato o stupito della mole enorme di libri che vengono pubblicati ogni mese, tutti i giorni.E nei miei incubi più inquietanti i libri mi inseguono, pretendono di essere distribuiti, pubblicizzati, letti, aggiornati... Si spingono a pretendere di essere venduti.

Mi turbano la coscienza e il sonno, poiché non ho di meglio da fare e non mi addormento, sfoglio qualche pagina...Se sono brutte rimpiango il tempo perduto, la carta sprecata, gli alberi distrutti per colpa dell’inquietudine o stupidità umana, e m’arrabbio per il sonno che non viene.

Se sono belle, penso a pagine e idee mi sono sfuggite tra scritti pubblicati e ormai spariti, in qualche oscuro scaffale di biblioteca, sepolti in qualche resa libraria, macerati, cancellati dalla vita e dalla memoria. Quale profondità di Spirito mi sono perso? Forse QUEL libro aveva le chiavi.…

Ma un altra sensazione si fa viva in me. C’è poi veramente qualcosa di nuovo sotto il sole? Così come la vita si rinnova e sembra in ogni essere ricominciare ogni volta da capo così accade nei libri. Ma, qual è la verità ?

Se nell’evoluzione umana l’antropologia, la storia, gli stessi nostri sensi sembrano darci qualche spiegazione, perlomeno visiva, nei libri il discorso si fa più difficile. Così come noi siamo prigionieri di un corpo, di un tempo assegnato, esposti a tutti i pericoli fisici, pratici, sociali e mentali dell’esistenza anche i libri sono legati al tempo, alla tecnologia, subiscono un invecchiamento non solo materiale che li rende diversi per ogni lettore.(Perché il libro è indiscindibilmente legato, come la parola, la sensazione, il pensiero all’osservatore). E così epoche diverse ora cancellano autori che sembravano fondamentali, ora portano a galla autori che parevano sprofondati nell’abisso del nulla, della dimenticanza.

Comprendere questi processi richiede conoscenze forse impossibili alla mente umana. Sociologia, filosofia, gusti, tendenze, ideologie, storia, casualità, destino (?) contribuiscono tutti insieme alle più svariate vicende e combinazioni.Ogni persona che voglia riflettere, vedendo parzialmente i fenomeni, ha una spiegazione che gli sembra giusta, coerente, storica, scientifica. Forse lo è, ma solo se si fissano certe leggi, e denominatori comuni che spesso nel campo culturale, quando non sono mistificazioni o violenze di un potere o di una élite culturale consapevolmente imbrogliona che vuole "far quadrare i conti" per i suoi fini, sono narcisismi di grosse personalità o correnti di pensiero che, un popolo bue, e acritico e spesso condiscedente a mode futili e salottiere avvalora, o ancora abbagli collettivi dovuti alla fretta di arrivare comunque ad una spiegazione, alla paura, allo scorrere inevitabile del tempo che chiede risultati, conclusioni....Alla università che hanno bisogno di scuole, correnti, teorie, professori e allievi.

Non so. Ma la magia di uno scritto mi sembra richieda un’interpretazione almeno da tre prospettive. Mi spiego meglio, C’è lo scritto, con la sua forma, il mezzo con cui è trasmesso, c’è l’autore, l’abisso tra le sue intenzioni più o meno consapevoli, e la sua immediata estraneazione (tanto più alta tanto è profondo) da medium, essere visitato dallo spirito, e c’è il lettore, catturato, coinvolto in un gioco forse più forte e grande di lui, ad un impegnativo risveglio, non solo suo ma di "entità" evocate dall’utilizzo di nuove e potenti energie mentali simbiontiche, che causa lo sviluppo di alternative (e meno retoriche) forme espressive e di comunicazione delle proprie potenzialità artistiche. Ecco cosa trovo entusiasmante nella "rete" per uno scrittore. Tutto questo magico processo avviene, se si vuole, con comunicazioni e scambi culturali quasi immediati.

Non per annichilire le individualità e le diversità ma, per renderle meno narcisiste ed estranee, meno compiaciute e addolorate nello stesso tempo, della propria fittizia solitudine, non per disperdere o confondere il pensiero, ma per integrarlo nella comprensione e....anche nell'estraneazione. Così, quasi immediatamente, lo scrittore diviene lettore e critico e chi legge non si può rifugiare in una apparentemente comoda passività ma diviene pensatore e, se vuole scrittore, basta una tastiera, un modem. Tutto ciò è vero ha dei pericoli spirituali, ma è anche un grande grado di libertà e di conoscenza. Ma la strada è appena aperta.... E questo per ora NON CI BASTI. .

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