AMBROGIO, VESCOVO E INNOVATORE

Aurelio Ambrogio, nacque a Treviri nel 339 d.C.; appartenente alla nobile Gens Aurelia era figlio di un alto funzionario romano.
Venne educato a Roma, avviato alla carriera amministrativa e fu membro a Sirmium del consiglio del Prefetto del Pretorio Sesto Petronio Probo. Nel 371 d.C. fu governatore della Aemilia et Liguria con sede a Milano.

Fu in tale occasione che, in seguito alla morte del vescovo della città e per evitare quei disordini spesso provocati da tumultuose elezioni ecclesiastiche parlò con saggezza e autorità, nelle adunanze dei fedeli, affinché l'elezione del nuovo ministro della Chiesa avvenisse nell'ordine e nel rispetto della libertà.

Il suo intervento venne talmente apprezzato sia da Petronio Probo, intenzionato ad arginare le forti simpatie filoariane della corte imperiale che dall'assemblea dei fedeli, che Ambrogio, che non era neppure battezzato, fu acclamato come nuovo vescovo, nel 374.

L'episcopato di Ambrogio lasciò un segno indelebile sulla città e le conferì quei tratti distintivi così profondamente radicati che "ambrosiano" finì per diventare sinonimo di "milanese". L'opera di Ambrogio mirò alla cancellazione di ogni residuo di paganesimo, all'affermazione dell'ortodossia cattolica nella lotta all'arianesimo e alla definizione dei rapporti tra Stato e Chiesa.

 















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LO SVILUPPO DEL CANTO AMBROSIANO:
Le primitive comunità dell'Asia Minore
La diffusione nell'Impero Romano
Ambrogio, vescovo e innovatore
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