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 Morino 

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morino3.jpg (11695 byte)L'abitato nuovo sorge presso la strada statale ed il Torrente Romito formato dalle acque dello Schioppo e di altre sorgenti. Del territorio comunale fanno parte i centri minori di La Grancia e Rendinara.Il nome di Morino ha etimologia incerta esso compare originariamente nei 1089 nella donazione di Ratterio di Antena al Monastero di Montecassino e ricorre come Feudo dei Conte d'Albe nel catalogo dei Baroni dei 1173. È di quell'epoca l'eremo della "Madonna dei Pertuso", già noto nel 1185.Fra il XIV e XVIII secolo si estesero sul suo territorio l'influenza ed i possedimenti dei monastero di Montecassino attraverso la presenza della Certosa di Trisulti (Collepardo).In particolare la Grancia, poiché era il punto di accesso nella Valle Roveto, diventò punto di raccolta dei beni e dei prodotti delle terre dei Certosini e di tutti i centri della Valle.La frequentazione della montagna morinese, come punto di comunicazione con il Lazio, trae origine dalla storica emigrazione delle forze di lavoro verso la campagna dell'agro romano e dai ricorrenti conflitti, testimoniati fin dal XIV secolo, con i Comuni dei versante laziale dei monti Simbruini.Tali controversie nascevano soprattutto per il possesso dei diritti civici relativi alle ricchezze naturali delle vaste estensioni dei boschi.Nei boschi infatti si sviluppava una consistente attività economica per la produzione dei legname, di utensili, di carbone e su iniziativa dei governo borbonico, anche per la ricerca e la fusione di materiali ferrosi.Nel XVIII secolo fu aperta in Grancia una ferriera che restò in attività fino agli anni dell'unità italiana.Il vecchio abitato di Morino, divenuto Comune autonomo nel 1831, fu abbandonato dopo il terribile terremoto dei 1915

 

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