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 Tradizioni

Il giorno più atteso dai civitellesi è il 24 giugno, in cui si festeggia la natività di S. Giovanni Battista santo patrono. La mattina di quel giorno, tutti i civitellesi, anche i non residenti, si ritrovano prima dell'alba sulle rive del fiume Liri.
Dopo la celebrazione della S. Messa da parte del parroco, tutti i fedeli si immergono nelle acque del fiume, a ricordo del Battesimo di Cristo nel Giordano. La festa prosegue con l'immensa processione del mattino, accompagnata da un lungo susseguirsi di fuochi pirotecnici.
La festa di S. Rocco (16 agosto) è dedicata ai giochi popolari ed è allietata dalla distribuzione in piazza del tradizionale piatto "coteche e fascioi" accompagnato con vino e dolci locali. La festa si conclude con il tradizionale ballo della "mammoccia".
All'alba del giorno in cui si festeggia la Madonna delle Grazie (la domenica dopo Ferragosto), il paese viene svegliato da musiche e canti folkloristici eseguiti da un gruppo di suonatori locali in costume. Segue, quasi al tramonto, la processione per le vie del paese , con la statua della Madonna.  La sera prima in piazza Gran Sasso i civitellesi hanno consumato un piatto di "quagliategli" la tradizionale pasta e fagioli.
In occasione di S. Martino (11 novembre) si mangia carne di capra e c'è chi, spiritosamente, usa mettere nottetempo, sotto la finestra o davanti la porta del presunto "cornuto", una zucca di forma rotonda, svuotata dell'interno, sulla quale sono stati praticati alcuni fori a forma di occhi, naso e bocca. Quindi si sistemano su di essa due grossi peperoncini rossi per simboleggiare le due ben note sporgenze e vi si accende dentro una candela. 
A S. Cecilia (22 novembre) protettrice dei musicisti, è tradizione che la locale banda si esibisca sfilando per le vie del paese.
Manifestazione religiosa molto commovente e suggestiva è la processione del Venerdì Santo. Il corteo si svolge di sera e attraversa tutte le vie ed i vicoli del paese. Un mare di fedeli con in mano torce e candele accese, segue, ora in assorto silenzio, ora pregando o intonando solenni canti, il feretro del Cristo morto seguito dalla statua della Madonna Addolorata accompagnato dalle struggenti note della marcia funebre eseguita dalla banda del paese. La sera successiva (Sabato Santo), aspettando la Resurrezione di Gesù, viene acceso in piazza S. Giovanni, il tradizionale Fuoco Santo, ed alla fine della serata si usa portare a casa tizzoni e carboni del sacro falò, da deporre nel proprio camino, ritenuti portatori di bene e salute.
Nel giorno dell'Ascensione è usanza cucinare i "ranati", piatto gustosissimo realizzato facendo cuocere insieme grano, granturco, fagioli, ceci e cotiche di maiale.

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