3 Giugno 2001
GLI
STEREOTIPI, I PREGIUDIZI E L'INFORMAZIONE
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Negli
ultimi anni, attraverso gli studi della social cognition,
si è affermata l'idea che il pregiudizio e gli
stereotipi con i quali la persona elabora e costruisce
la propria dimensione della realtà esterna, si fondino
sui normali processi cognitivi. Dagli
stereotipi è dunque impossibile prescindere dal momento che
alla loro base ci sono processi cognitivi di tipo adattivo.
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Sono
il risultato di procedure cognitive che portano al processo di
categorizzazione, che è uno dei più importanti strumenti di cui la
mente dispone al fine di organizzare le conoscenze. Lo
stereotipo, quindi, non ha solo valenze negative come sinonimo
di pregiudizio, di ipersemplificazione e irrigidimento della
conoscenza, ma rappresenta, invece, una delle modalità ordinarie con
cui la mente fa fronte alla complessità del reale, che risponde
all'esigenza fondamentale di ogni individuo di economicizzare
l'energia psichica. Il
pregiudizio potrebbe essere definito come un atteggiamento
negativo e aprioristico verso tutto un gruppo di persone o verso una
specifica categoria di persone. I
pregiudizi fanno prendere distanza da certe categorie o
determinati gruppi di individui. Si
verificano in condizione di conflitti tra gruppi sociali, quando un
gruppo minaccia di danneggiare l'altro; sono appresi come
elemento della cultura e vengono utilizzati come dato
dell'esperienza socialmente trasmessa per orientare il
comportamento, e, su un piano etico hanno lo scopo di difendere i
propri valori e il proprio concetto di sé quando questi vengono
attaccati o messi in crisi. Ciò
che convalida il persistere del pregiudizio è il consenso
sociale ed è per questo che i gruppi sociali dominanti parlano,
nei casi migliori, di tolleranza e non di accettazione
profonda e che i gruppi che ritengono di appartenere a minoranza o di
esser stigmatizzati per alcune caratteristiche specifiche avvertono la
necessità di divulgare e diffondere la loro cultura attraverso la
nota strategia del risveglio delle coscienze. Ma
come si può ridurre il pregiudizio? Il
punto chiave è 'l'informazione'. Informazione intesa come esposizione
dell'individuo alla 'conoscenza' dell'altro discriminato, ai suoi
retroterra culturali e storici, alle sue abitudini e ai suoi problemi
attuali al fine di condurlo a una maggiore consapevolezza e
accettazione dell'altro. E
se parliamo di "informazione" è necessario tenere conto di una
delle questioni più rilevanti della nostra èra. L'influenza
dei mass media tra persuasione e costruzione sociale della
realtà. Gran
parte di ciò che sappiamo su quanto avviene al mondo ci proviene dai
media, così come da essi estrapoliamo le informazioni sul clima di
opinione riguardo eventi, personaggi, questioni della scena pubblica e
politica. I media investono anche la sfera privata, influenzando le
credenze, i valori, i modelli di comportamento che orientano la nostra
vita quotidiana, in un processo di ' coltivazione' che inizia
già da bambine/i. Sappiamo
tutte/i che conoscere meglio i nostri interlocutori è il presupposto
base per realizzare forme di comunicazione positive e consapevoli e la
domanda sorge spontanea: a quale interlocutore dedichiamo così
tanto tempo come ai media? Pensiamoci
seriamente, con spirito critico e il più possibile consapevole,
per ampliare la cornice del quadro sociale dal quale non è
possibile prescindere. Teniamone
conto tutte le volte che leggiamo un
giornale o guardiamo la televisione e soprattutto lasciamo spazio
alla creatività per costruire,
come soggetti attivi, nuove
metafore sociali che non si sviluppino solo in termini di
'alto e basso' - 'dentro o fuori' .
Mary Nicotra
bibliografia
Bruno
Mazzara Appartenenza e pregiudizio - Ed. Caricci '99 Appunti
di Psicologia socile Ed-Guerrini Scinetifica '00 Geroge
Lakoff Mark Johson Elementi di linguistica cognitiva - Ed.Quattroventi
' 98
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