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dal 17/11/2003

TRAUMI DEGLI ARTI E DEL BACINO

          I traumi dello scheletro sono di tre tipi:

le fratture a carico delle ossa;
le distorsioni;
le lussazioni a carico delle articolazioni.

          Spesso, anche quando il quadro clinico è suggestivo per una determinata lesione, il soccorritore non è in grado di precisarne con esattezza la natura.

          Il dolore e l'impotenza funzionale, parziale o totale, sono i sintomi comuni di questi traumi; la deformazione e l'atteggiamento anomalo della parte spesso completano il quadro.

          Complicanze frequenti sono riscontrabili a carico di nervi o di vasi sanguigni (paresi, occlusioni, emorragie); in caso di frattura esposta, pericolo di infezioni.

LESIONE DEGLI ARTI SUPERIORI

          I traumi del braccio sono caratterizzati dalle fratture dell'omero che, se sono scomposte, provocano, oltre al dolore, una riduzione della lunghezza e un'alterazione dei contorni; possibili le lesioni dei nervi radiale e ulnare.

          Il gomito può essere sede di fratture alla porzione distale dell'omero, a quella prossimale dell'ulna e del radio e di lussazioni spesso associate.

          Una delle lussazioni più caratteristiche è quella provocata dalla caduta sulle mani con l'avambraccio esteso e responsabile di deformazioni del gomito.

          Complicanze di queste lesioni scheletriche possono essere a carico di nervi e di vasi sanguigni.

          In corrispondenza del polso è frequente la frattura a carico delle estremità inferiori di radio e ulna; il polso assume la tipica deformazione a "dorso di forchetta" per spostamento dei capi ossei.

PRIMA ASSISTENZA

          Si deve esaminare gli arti ricercando ferite con eventuale esposizione di ossa fratturate. In particolare, il soccorritore deve prestare la sua attenzione a:

segni clinici di fratture o lussazioni (deformità della parte interessata al trauma, mobilità abnorme, crepitio osseo);
funzionalità nervosa e vascolare.

MODALITA’ DI INTERVENTO

a)    Evitare di immobilizzare l’arto e spostare il ferito senza aver adottato le debite precauzioni per non intercorrere in ulteriori complicazioni, lesionando tendini, vasi sanguigni, muscoli, ecc.;

b)  immobilizzare l’arto che deve prevedere, ove possibile, oltre al bloccaggio del segmento leso, anche quello delle articolazioni rispettivamente a monte e a valle della lesione.

LESIONI ARTI INFERIORI

          Fratture del femore, se scomposte, causano un accorciamento della coscia e una deformazione dei suoi contorni, l'arto inferiore è ruotato esternamente con impotenza funzionale.

          In una parte dei casi la frattura provoca un'emorragia interna alla coscia, talvolta copiosa, responsabile di uno shock ipovolemico.

MODALITA’ DI INTERVENTO

Allerta la C.O. 118
Adagia il fratturato in posizione supina, dorsale, con l’arto fratturato esteso
Posiziona una coperta tra le gambe del paziente
Lega le gambe l’una all’altra, con bende, cinghie, cravatte, teli tagliati a nastro; NON applicare la fasciatura in corrispondenza del livello presunto della frattura

 

          I traumi del ginocchio comprendono fratture dell'estremità inferiore del femore, della rotula, della tibia e, più raramente, del perone, distorsioni e lussazioni. In tutti i casi vi è dolore, tumefazione e impotenza funzionale.

          Nel ginocchio è tipica la rottura dei menischi, cuscinetti fibrosi e cartilagine interposti tra i capi articolari. La loro rottura provoca dolore locale con blocco in semiflessione del ginocchio e gonfiore dell'articolazione. Tale sintomatologia, della durata di qualche giorno, si ripete nel tempo con episodi intermittenti lasciando una sensazione di insicurezza del ginocchio.

MODALITA’ DI INTERVENTO

Allerta la C.O. 118
Immobilizza l’arto nella posizione in cui lo trovi se non riesci ad estenderlo perché questa manovra provoca resistenza o dolore
Lega due assi imbottite, una per ciascun lato, alla coscia e sopra la caviglia, in modo che il ginocchio sia mantenuto fermo nella posizione trovata
Cerca di porre un cuscino sotto la gamba per mantenerla sollevata.

  

          Le fratture della gamba più frequenti sono quelle che interessano contemporaneamente tibia e perone. Si tratta generalmente di fratture scomposte nelle quali, spesso, il moncone tibiale superiore lacera la cute. In una parte dei casi, per il danno a carico dei vasi sanguigni e dei nervi, scompaiono il polso tibiale posteriore e la sensibilità e la motilità delle estremità inferiori dell'arto.

          Le fratture più frequenti a livello dell'articolazione della caviglia si realizzano per traumi in abduzione del piede con frattura delle estremità inferiore della tibia e del perone. Al dolore vivissimo e all'impotenza funzionale si aggiunge una formazione sporgente in corrispondenza del malleolo interno e una depressione a colpo d'ascia in corrispondenza della porzione inferiore del perone (frattura bimalleolare).

          Fratture, lussazioni e distorsioni delle varie ossa del piede (tarso, metatarso e falangi) causano dolore, impotenza funzionale e tumefazione della parte interessata.

PRIMA ASSISTENZA

a)   Rilevare i parametri vitali (attività respiratoria e cardiaca).

b) Evitare le manovre potenzialmente pericolose, immobilizzare i segmenti interessati.

c)   Attendere l’arrivo dell’equipe medica che prenderà una vena periferica e gli somministrerà una terapia antidolorifica e antishock.

TRAUMI DEL BACINO

          Più frequentemente il trauma è a carico dell'articolazione dell'anca tra femore e osso iliaco. Il quadro clinico è caratterizzato da dolore locale e impotenza funzionale a carico dell'arto inferiore. Nei traumi con schiacciamento in senso laterale o antero-posteriore sono frequenti le fratture doppie, un’anteriore e una posteriore; dolore e rigidità articolare caratterizzano il quadro.

          Se è interessata l'estremità superiore del femore, oltre al dolore e all'impotenza funzionale, l'arto inferiore risulta ruotato esternamente; se la frattura è scomposta l'arto appare anche accorciato.

          I traumi del bacino possono essere associati a quelli della colonna vertebrale dell'apparato urinario, dell'apparato genitale femminile, dell'apparato digerente dei grassi vasi sanguigni femorali con possibili emorragie interne, spesso copiose, e dei nervi che si distribuiscono al bacino e all'arto inferiore con possibilità di paralisi dei muscoli del piede e impossibilità a flettere la gamba sulla coscia.

PRIMA ASSISTENZA

a)         Allerta la C.O. 118

b)         Distendi l’infortunato sulla schiena

c)         Con estrema attenzione (potrebbe coesistere una lesione spinale) poni sotto le sue ginocchia una coperta arrotolata o degli indumenti arrotolati, per ottenere il rilassamento dei muscoli che si inseriscono sul bacino ed alleviare, in questo modo, il dolore

d)         Avvolgi due fasce larghe intorno al bacino e annodale strette con i nodi dalla parte del lato sano, a meno che tutto ciò provochi molto dolore

e)         Imbottisci lo spazio tra le gambe

f)           Lega assieme le gambe a tre livelli, all’altezza della parte superiore della coscia, delle ginocchia e delle caviglie

g)         Spiega all’infortunato che deve cercare di NON urinare, fino a quando non siamo state escluse lesioni all’apparato urinario.

FRATTURE ESPOSTE

          Nel caso si presentino delle fratture esposte bisogna:

trattare le emorragie;
rilevare i parametri vitali;
correggere le grossolane deviazioni dell'arto dal proprio asse e immobilizzarlo;
coprire con materiale sterile la ferita evitando ulteriori contaminazioni.

LUSSAZIONI

          La lussazione è la perdita di contatto fra due capi articolari. È definita completa se la perdita dei rapporti fra le due superfici è totale; mentre si definisce incompleta o sublussazione quando tra le due superfici resta un contatto parziale.

          Il trattamento consiste nell'immobilizzare l'arto evitando manovre di riduzione (prima dell'indagine radiologica), in quanto la lussazione potrebbe essere associata ad una frattura.


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