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C’è un filo invisibile nella storia di Iglesias che unisce l’Arte dei secoli passati a quella del presente. Un filo fatto di religiosità, di vita mineraria e di passione artistica. Dalla pregevole architettura delle chiese medievali ai dipinti del ‘500; dalla scultura del grande Francesco Ciusa, col suo monumento ai caduti di piazza Oberdan, all’affresco di Aligi Sassu della foresteria di Monteponi nel cuore dell’Università iglesiente. Ci sono poi le austere architetture degli edifici minerari sparsi nelle campagne attorno alla città, tra cui l’esempio della palazzina Bellavista in stile liberty e quello di Pozzo Sella. Testimonianze dell’Arte mineraria si possono inoltre vedere nel museo ricavato proprio nella vecchia scuola mineraria realizzata oltre un secolo fa per istruire i maestri e i tecnici dell’estrazione.

 

Arte Sacra

Aligi Sassu

Remo Branca

Satira

In città, oltre ai molti e capaci pittori e scultori, c’è un’Arte più nascosta: quella contenuta nelle opere di Remo Branca, attualmente custodite nei locali delle ex prigioni, oggi Archivio Storico Comunale, e in attesa di una degna collocazione in un futuro museo dell’Arte moderna. Infine c’è l’Arte che vive nelle oscure botteghe dei ceramisti e nei luccicanti laboratori dei maestri argentieri che spesso ripercorrono, con l’aggiunta di preziosi elementi moderni, l’antica e affascinante tradizione medievale.

 

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In città mancano comunque gli spazi adeguati per poter allestire mostre personali e collettive di scultura e pittura. Una carenza che penalizza fortemente i numerosi artisti che vorrebbero poter esporre le proprie opere e portarle alla fruizione del pubblico. Si spera che le istituzioni si rendano più sensibili ai temi dell'Arte che potrebbero anche diventare un valido elemento ai fini turistici. L'utilizzo dei suggestivi locali del Castello Salvaterra potrebbe fornire un'adeguata soluzione.


 

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