La preoccupazione per la sicurezza dei cittadini, nella sua dimensione di questione sociale e di polizia, è stata più volte espressa dalla senatrice nel dibattito parlamentare in occasione di fatti drammatici che hanno interessato anche il Salento e la Puglia. Intervenendo in Senato Maria Rosaria Manieri definisce un'emergenza nazionale quella che in Puglia le forze dell'ordine vivono alle prese con una criminalità aggressiva e senza scrupoli.
“La Puglia", afferma la parlamentare salentina, “è ormai divenuta il crocevia dei maggiori traffici della malavita organizzata internazionale che riguardano il contrabbando di sigarette, il traffico di armi, il commercio di droga, che vengono dall'Albania; ma anche dall'Iran, dalla Turchia e dall'Afganistan, attraversano la Puglia e alimentano il commercio internazionale.
A questi illeciti commerci si aggiunge", prosegue la Manieri, “il più immondo, che riguarda il traffico di esseri umani, donne e bambini che vengono avviati in stato di schiavitù, alla prostituzione. E' necessario e doveroso", conclude, “che il Presidente del Consiglio, il Ministro degli Esteri, riferiscano al Parlamento su quali misure il Governo intenda assumere allo scopo di fronteggiare questi fenomeni che allarmano giustamente i cittadini.
Le forze dell'ordine hanno raggiunto risultati importanti e noi non possiamo che esprimere", sottolinea la senatrice, “apprezzamento e gratitudine per quanti, finanzieri, carabinieri, poliziotti, sono impegnati quotidianamente a rischio della vita".
Tra le misure che la senatrice Manieri ha sostenuto figurano: certezza della pena, tempi più rapidi nelle procedure processuali e un controllo più capillare sul territorio, soprattutto contro la microcriminalità come furti e scippi.
Una vittoria segnata dalla volontà e dall'impegno della senatrice Manieri è la conferma di Nardò come sede del Tribunale. Determinante è stato l'intervento della parlamentare in Commissione Giustizia, svolgendo nella sostanza un'azione di supplenza al disinteresse degli amministratori locali.
L'abbandono in cui giace l'immobile che dovrà ospitare la nuova pretura, all'ingresso della città, mal si concilia con l'esigenza di un'organizzazione della giustizia più efficiente e snella.