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L'involucro più esterno della Terra è costituito da rocce ed è detto "crosta terrestre"; la crosta può essere oceanica (più fine ma più pesante) oppure continentale (più spessa ma più leggera). La crosta terrestre è suddivisa in zolle o placche che sono in continuo e lento movimento reciproco. Grazie a questo perenne movimento hanno luogo le cosiddette "orogenesi", ossia la formazione di catene montuose. Quando due placche entrano in collisione, una delle due scorre sotto all'altra (solitamente quella oceanica, essendo più pesante): questo processo è chiamato "subduzione". Nel caso in cui due zolle continentali, separate da una zolla oceanica, si avvicinano, è inizialmente la crosta oceanica più pesante a sprofondare, a rompersi ma anche a deformarsi in cunei, costituiti prevalentemente dai sedimenti marini, che vengono "raschiati" e non sprofondano rimanendo al di sopra di una delle due zolle continentali. Quando la crosta oceanica è tutta subdotta, inizia la collisione tra le due zolle continentali le quali continueranno a muoversi l'una verso l'altra, serrando i sedimenti fra loro interposti, deformandosi, accavallandosi e scorrendo l'una sopra l'altra finché si saldano. Il risultato di questa collisione è il sollevamento di tutta l'area quindi la formazione di una catena montuosa e la chiusura di un paleo-bacino che ospitava un oceano.
Così la catena degli Appennini si è formata, a partire dal Cretaceo-superiore (circa 90 milioni di anni fa), in seguito alla collisione fra la placca continentale europea e la placca continentale adriatica con la conseguente chiusura del paleo-bacino denominato "Ligure-piemontese".

Durante la chiusura del bacino Ligure-piemontese, le formazioni rocciose che sono state coinvolte in questo processo, sono state schiacciate, deformate ed accavallate l'una sulle altre dando luogo ai cosiddetti "sovrascorrimenti". Un blocco roccioso che sovrascorre un altro blocco prende il nome di "falda". Possiamo asserire che la geologia dell'Appennino Settentrionale sia costituita da una successione di falde. In Valle Scuropasso, nella zona comprendente il paese di Lirio (vedi Carta Geologica), affiora la "Formazione della Val Luretta". Si tratta di una roccia sedimentaria del Paleocene-Eocene medio (40-60 milioni di anni fa) costituita da alternanze ritmiche calcareo-marnoso-arenacee. Questa formazione è sovrascorsa (durante l'orogenesi appenninica) su rocce di epoca più recente: le "Marne di Sant'Agata fossili" del Tortoniano (7-11 milioni di anni fa) affioranti nella zona di Pietra de' Giorgi e la "Formazione gessoso-solfifera" (costituita da calcari, marne, arenarie e lenti di gesso) del Miocene superiore (5-11 milioni di anni fa) affiorante nella zona ad Ovest di Castana.
Tutta la superficie terrestre è sottoposta continuamente ad una trasformazione che tende a ridurre i rilievi continentali in un'unica grande pianura a livello del mare, detta "penepiano". Le rocce infatti vengono di continuo degradate e poi erose da diversi agenti: la gravità, i fiumi, i ghiacciai, le onde, le correnti ed il vento. La pianura Padana è una classica piana alluvionale costituita dai depositi alluvionali trasportati dai fiumi che scendono dalle Alpi e dall'Appennino Settentrionale. Così, il torrente Scuropasso contribuisce a questo processo incidendo, nella parte più alta dell'omonima valle, formazioni rocciose di natura sedimentaria marina dislocate nella più recente fase dell'orogenesi appenninica, e nella parte inferiore, la piana alluvionale padana costituita dalle alluvioni del fiume Po.
Introduciamo ora il concetto di tempo geologico, infatti i fenomeni geologici avvengono con tempi di gran lunga superiori ad ogni scala umana (si parla di milioni di anni!) per cui un evento che si è verificato in epoca geologica recente, ossia qualche centinaia di migliaia di anni fa, ha molte probabilità di essere ancora in atto attualmente e nel prossimo futuro. Si può affermare che la crosta terrestre sia in continuo assestamento ed evoluzione ed è proprio in questo senso che il processo di peneplanazione (tendenza a smussare i rilievi per formare un'unica grande pianura a livello del mare) dell'Appennino è ancora in atto. D'altra parte, anche lo scontro fra le due placche europea ed adriatica è ancora in atto; lo dimostra il fatto che tutta l'area geologica sita in Valle Scuropasso risulta sempre in fase di innalzamento.
Il continuo e lento movimento delle masse rocciose genera nelle rocce stesse una serie di strutture di deformazione. Le più importanti sono le "pieghe" (deformazioni plastiche: la roccia si piega ma non si rompe) e le "faglie" (deformazioni di taglio: lungo una superficie di "sfregamento", la faglia, due blocchi rocciosi vengono spostati reciprocamente). Tramite una faglia un blocco di roccia può essere dislocato anche di parecchi chilometri.
Data la scarsità di affioramenti in Valle Scuropasso le faglie possono essere osservate solamente su scarpate di scavo o su sezioni "fresche" dovute all'incisione di una strada. Il bacino del torrente Scuropasso è attraversato in direzione Nord-Sud da un'importante faglia di tipo trascorrente che vuol dire che la superficie di "sfregamento" fra i due blocchi è pressocchè verticale.

Modello di subduzione

 

Sedimenti marini
Paleo-Oceano
Crosta Oceanica
Crosta Continentale
Litosfera




Affioramento di "Marne di Sant'Agata Fossili" nei pressi di Castana



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