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Il mio trentottesimo lancio

Dopo una lunga e interminabile pausa, dettata dalle avverse condizioni del tempo invernale, rieccomi di fronte al bellissimo aereo Pilatus PC-6 Porter, pronto a scalare il cielo e a salire fino ai 4000 metri.
Mentre eseguo gli ultimi controlli sul materiale e chiedo a un mio amico di controllarmi, mi accorgo che alla guida dell'aereo c'e' un pilota che non ho mai visto prima. La prima novita' dell'anno, penso.

Durante la scalata per la quota, osservo lo spettacolo che mi presenta allo sguardo: la giornata e' bellissima, il sole intenso e luminoso, l'aria e' fresca e frizzantina, il cielo e' terso e senza nuvola a perdita d'occhio. La visibilita' e' talmente elevata che a 3500 metri sembra di essere nemmeno a 1000 metri. Si vede la pianura padana a perdita d'occhio; le alpi sembrano a un passo di distanza, con un po' di deriva efficace sembra di poter arrivare alle pendici di quella bella montagna innevata...

Do' un altro sguardo all'altimetro e, WOW, mi accorgo che il nuovo pilota mi sta regalando un bel po' di quota... siamo a 4300 metri abbondanti quando il pilota da' motore e il portellone viene aperto.
Aspetto con diligenza il mio turno, avvicinandomi con impazienza all'uscita: non vedo l'ora di scivolare nel vento, perdermi nell'aria, dopo tanto tempo. Ecco, tocca a me, esco compiendo una mezza rotazione verso la punta dell'aereo. Cosi' facendo, posso vedere l'aereo allontanarsi da me, mentre saluto i miei amici ancora a bordo.

Poi, inizio a concentrarmi sul mio lancio... Voglio imparare a volare in piedi e di testa. Prima, pero', voglio sciogliermi con un qualche frontside e backside looping. Ne faccio quattro, non proprio perfetti, ma hey, dopo una lunga sosta, non si puo' pretendere la perfezione...
Quindi cerco di mettermi verticale: mi muovo come se dovessi iniziare un backside looping e poi, anziche' continuare la rotazione, spingo con decisione le mie gambe verso il basso. Bene, sono verticale, mi sforzo di mantenere la posizione. Sento il vento accarezzarmi con uguale intensita' davanti e dietro di me, metre accelero con decisione. Riesco a mantenere la posizione per qualche secondo, sono felice, e' la prima volta che ottengo una durata simile. Contento, mi metto in deriva efficace a comincio a volare verso le montagne. Sento la deriva spingermi in avanti e la mia velocita' di discesa diminuire. Allora, decido di provare a mettermi di testa, in freefly. Piego il busto in avanti, torcendo il torso. Sto accelerando parecchio, che bello, ma credo di non essere ancora verticale: percepisco ancora l'aria premere prevalentemente sul petto e sulla parte frontale delle gambe. Tento di girarmi ancora un po' sulla schiena; ecco che ora sento il vento scorrere sulla schiena e investire con decisione la parte posteriore delle mie gambe. Dovrei essere verticale, ma per accertarmene dovrei fare un lancio con un amico, per sentire il suo parere, o magari un video.

Provo a incrementare la mia inclinazione in modo da derivare di schiena, poi torno in box. Ancora qualche secondo di caduta, guardo a terra per localizzare la pista e, hey, non vedo niente di familiare qui sotto! Il nostro nuovo pilota ci ha regalato qualche secondo di caduta libera, ma come scotto ha mancato la verticale dell'aereoporto. Scruto ancora la terra e vedo la pista: e' abbastanza lontana, decido di aprire subito, per non rischiare di non arrivarci un volta a vela spiegata. Segnalo, lancio il pilotino nel vento e la mia vela comincia a dispiegarsi. Mentre eseguo impugno i comandi, mi accorgo dei due ragazzi, che hanno saltato dopo di me, ancora in caduta libera e ancora impegnati nel lavoro relativo. Fantastico, seguo l'azione tanto distintamente che potrei realizzare un video, se avessi la telecamera. Mentre li vedo sfrecciarmi accanto, mi chiedo quando si accorgeranno di essere fuori asse...

Purtroppo per loro, non se ne accorgono affatto presto! Molto piu' in basso rispetto me, si allontanano uno dall'altro in deriva. Finalmente, uno dei due apre. L'altro invece continua in caduta libera per qualche secondo. Comincio a preoccuparmi. Ormai mi appare chiaro che non riuscire a raggiungere la zona di atterraggio, ma perche' non apre? Poi, finalmente anche la sua vela compare. Vedo le vele di tutti gli altri miei compagni sotto di me, tutti impegnati a raggiungere la pista. Alcuni sono gia' parecchio bassi. Divertito, penso che dovranno atterrare nei campi circostanti... Non c'e' nessun problema, fortunatamente sono appena stati arati e non c'e' nessuno ostacolo che renda pericoloso l'atterraggio.

Il primo ad atterrare tocca suolo in un campo, il secondo passa vicino ad un recinto di animali (pecore, mi sembra) ed atterra nel campo li' davanti.
Io e tutti gli altri riusciamo a raggiungere la pista. Io, avendo aperto alto, ho ancora parecchia quota e cosi' una volta sulla verticale del campo di atterraggio posso ancora consumare quota divertendomi con la mia vela e compiendo una serie di virate strette.

Una volta atterrato, mi dirigo verso la zona ripiegamento, e inizio a ripiegare. Qualche minuto dopo, arrivano i miei amici atterrati fuori campo. Sono un po' trafelati per la scarpinata che gli e' toccato fare.

E' stato un bel lancio, mi sono divertito e ho imparato che e' importante controllare dove e' la pista per decidere se e' il caso di aprire un po' piu' alto del solito.

Matteo Vescovi ©