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Il mio secondo lancio

Rieccomi pronto a volare. Ora so cosa mi aspetta, perchè ho già sperimentato cosa significhi vincere l'iniziale repulsione a lasciarsi andare nel vuoto. Staccarsi da un aereo che vola a migliaia di metri da terra non è esattamente come scendere da una automobile, anche se qualcuno potrebbe arguire che guidando nel traffico cittadino si è sottoposti a maggior rischio di incidenti.

Mi sento molto più preparato di quanto non fossi stato al momento del mio primo lancio, ma certamente sono cosciente del fatto che sono pur sempre un perfetto novizio. Mentre cammino verso il luogo dell'imbarco, mi accorgo che ancora una volta sono assalito da una forte tensione.

Si ripete tutto come è avvenuto nel mio primo lancio, solo che questa volta mi accorgo di tanti particolari che prima mi erano sfuggiti: noto il rumore rassicurante e potente del motore dell'aereo, scruto con attenzione la terra per cercare di identificare la nostra posizione rispetto l'aereoporto, e presto attenzione al percorso seguito dal pilota per raggiungere la quota corretta.

Stranamente, sono più ansioso di quanto non fossi stato al primo lancio. Quando il DL grida "Motore!" e apre il portellone, un senso di angoscia mi attanaglia. Ma dopo due, tre secondi ogni incertezza è fugata; mi preparo, via, l'incanto si ripete.

E' bello come prima, ma questa volta mi sento più pronto a recepire le sensazioni che già la prima volta avevo sperimentato. E allora sento con maggiore intensità la meravigliosa sensazione di essere accolto dall'aria.

Una volta aperta la vela e accertatomi che sia controllabile, non mi lascio sfuggire l'occasione di guardarmi attentamente attorno e rendermi conto della situazione. Mi trovo a 1400 metri di quota, guardo in basso e vede la terra, i campi, le colline, le montagne in lontananza, tanti piccoli francobolli, che in realtà sono edifici, qualche linea delle strade. Poi rivolgo lo sguardo all'orizzonte e, meraviglia, vedo la curvatura sferica del nostro bel pianeta: e già, l'orizzonte non è piatto a questa altitudine.

Devo ammettere che mi sono goduto di più questo secondo lancio.

Matteo Vescovi ©