Mama mi mparau prima cu zziccu e poi cu ddau

HomeCronacaDal PalazzoAttualitàSport CucinaVecchi detti  popolariMesagnesi nel mondoE-MAIL
ultimissima

[] NEWS
[>]  cronaca
[>]  dal palazzo
[>]  attualità
[>]  sport
[] RUBRICHE
[>]  vecchi detti
[>]  nel mondo
[>]  cucina
[>]  posta
[>]  numeri utili
[>]  poesia
[>]  link

[] REDAZIONE
[] CONTATTI
[] CHAT
 
 

CRONACA

 

Identificato in Massimo Delle Grottaglie il corpo rinvenuto l'altro giorno ad Ugento

«È il cadavere di nostro fratello»

Oggi l'autopsia, che dovrebbe accertare la fucilata in petto


Appartiene al mesagnese Massimo Delle Grottaglie (a sinistra nella foto), 33 anni, il cadavere rinvenuto l'altro pomeriggio da un cercatore di funghi nella pineta di Lido Marini.
Il riconoscimento è avvenuto negli uffici del Commissariato della polizia di Stato di Taurisano, ad opera dei due fratelli dell'uomo, sposato e con figli.
Ai familiari sono stati esibiti i reperti recuperati al momento della scoperta del cadavere dagli stessi poliziotti. Si tratta di un orologio da polso Rolex in acciaio ed oro, e di un braccialetto con la maglia a quadrettini, anch'esso in acciaio, qua e là interrotta da alcune lettere. Non ultima la «M», che è poi l'iniziale del nome di battesimo del brindisino.
A sgomberare inoltre il campo da ogni possibile dubbio, è stata la presenza sul corpo denudato nell'obitorio del Cimitero di Lecce della felpa bianca, dei jeans e delle scarpe da ginnastica, di alcuni tatuaggi.
Ad ogni buon conto, il magistrato titolare dell'inchiesta, il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia, Leonardo Leone De Castris, ha ordinato per questa mattina l'autopsia. Ad eseguirla è stato nominato il medico legale, Alberto Tortorella. Stando a quanto è dato di sapere, tuttavia, dalla ricognizione già effettuata sui miseri resti, prima di essere sepolto sotto la terra rossa e coperto con una lastra di cemento, Delle Grottaglie sarebbe stato ucciso con un colpo di fucile esploso in pieno petto.
Che il cadavere dovesse appartenere ad una persona scomparsa di recente, era parso evidente fin dal primo momento. E tanto perché, sebbene in avanzato stato di decomposizione, il corpo sporco di terra era intatto in più parti, e per di più era vestito con le scarpe e gli indumenti di cui s'è detto.
Irreperibile il 23 novembre scorso in occasione del blitz antimafia a carico di 164 presunti affiliati alla Sacra corona, nel cui elenco era inserito anche il suo nome, la scomparsa del mesagnese era stata regolarmente denunciata due giorni dopo dalla moglie. Ed agli uomini della Squadra mobile di Brindisi, la donna avrebbe anche confidato di temere seriamente per la vita del marito.
Come che sia, l'uccisione e la sepoltura avvenute nel Capo di Leuca, hanno fatto scattare negli inquirenti un nuovo campanello d'allarme in ordine alla presenza, giusto in quella parte del territorio salentino, dei latitanti brindisini sfuggiti al blitz di cui s'è già fatto cenno. Come il pentito Vito Di Emidio un tempo, Delle Grottaglie ed altri potrebbero aver trovato riparo nei rifugi messi loro a disposizione dai pregiudicati della zona, alcuni dei quali potrebbero aver per così dire approfittato della presenza del mesagnese, per eliminarlo. In ogni caso, sempre nell'ambito della «guerra di mala» mai veramente chiusa, tra i clan della Scu salentina, di cui l'ultima vittima era considerata un pericoloso «emergente».


La moglie aveva denunciato la scomparsa alla Polizia il 24 novembre scorso

Un «emergente» ma in declino

Era passato da Rogoli ai nuovi capi dell'organizzazione

 

Massimo Delle Grottaglie, mesagnese di ventotto anni detto «scantareddra», secondo gli investigatori sarebbe uno degli «emergenti» della Nuova Sacra Corona. Era poco più che ventenne quando sarebbe entrato nell'organizzazione, all'epoca ancora guidata dal capo storico Giuseppe Rogoli.
Poi, era passato con i nuovi capi per avvicinarsi - negli ultimi tempi - al clan guidato da Peppo Leo.
Era sfuggito all'operazione «Mediana» che aveva aperto le porte del carcere ad oltre centosessanta presunti affiliati.
Di lui si erano perse le tracce dal 24 novembre scorso. Fu la moglie Lucia a presentarsi in Commissariato per segnalare la scomparsa. Si era allontanato da Mesagne con la sua «Daewo» che è stata ritrovata nei pressi di Salice salentino più o meno nello stesso momento in cui è stato rinvenuto il cadavere ad Ugento. L'auto era completamente bruciata. Non è escluso che il mesagnese - se dovesse essere confermata l'ipotesi della morte dello scomparso - sia stato ucciso nella stessa vettura: magari da gente che conosceva. Stando a quanto si dice a Mesagne, Delle Grottaglie aveva intenzione di cambiare aria prima del blitz della Polizia e la moglie aveva già preparato la valigia in attesa della sua partenza. Quella valigia, però, il mesagnese non l'aveva mai ritirata e poco dopo la moglie denunciò la scomparsa. Oltre ad essere accusato di associazione mafiosa, Delle Grottaglie era ritenuto un uomo molto vicino agli ambienti del racket delle estorsioni. Insieme ai fratelli Leo, infatti, sarebbe stato il mandante di alcune richieste di «pizzo» ai titolari di locali notturni e ristoranti.
Malgrado conoscesse tutti nel'ambiente, i poliziotti non l'avevano mai sorpreso in compagnia di pregiudicati.
Nè si era mai reso protagonista di episodi particolari. Sembrava, insomma, un tipo tranquillo anche se negli ultimi tempi era diventato un punto di riferimento per i giovani affiliati. Se la notizia del suo omicidio dovesse essere confermata, non è escluso che qualcuno abbia voluto lanciare un messaggio al suo ex capo Peppo Leo.
Di certo, come si diceva, Delle Grottaglie potrebbe essere stato ucciso da gente che conosceva. Con i suoi assassini, probabilmente, aveva appuntamento nel Salento dove aveva intenzione di trascorrere la sua latitanza che è praticamente finita prima ancora di cominciare. 

sommario  notizia successiva