Home

Oliena attraverso l'architettura e...

     

IL MONTE CORRASI E I SUOI ENDEMISMI

di
Angelino Congiu

Angelino Congiu, fotografo, appassionato naturalista, esperto di flora e fauna della Sardegna.

Nell'era Mesozoica, nei periodi Giurassico e Cretaceo, tra i 180 e i 60 milioni di anni fa, quando i lenti processi di sedimentazione formarono i calcari del Supramonte, la Sardegna si trovava in prossimità delle coste francesi e spagnole. I sollevamenti tettonici avvenuti nell'Era Cenozoica hanno portato i banchi calcarei sedimentati all’emersione e nell'Oligocene, circa 27 milioni di anni fa, il blocco sardo-corso si stacca dalla costa franco-iberica e, ruotando in senso antiorario, si dispone nella posizione attuale. In quel periodo si manifestò un'intensa attività vulcanica che si protrasse fino al Miocene, il mare ebbe una regressione e l'isola si trovò ancora una volta in condizioni di continentalità. Ma è soprattutto nel Pliocene, a causa dei grandi movimenti tettonici dovuti all'Orogenesi alpina, che di riflesso investì l'isola, che avviene la separazione e la frantumazione tra il Supramonte, il Monte Albo, il Monte Tutta vista, l'Isola di Tavolara, Capo Figari e i tacchi d'Ogliastra. Alterne fasi climatiche portarono anche in Sardegna il fenomeno delle glaciazioni e periodi di intensa piovosità che determinarono la sommersione di vasti territori dell'isola con imponenti fenomeni di erosione, fratture e frane. 
In questo lungo periodo di grandiosi eventi paleogeografici e paleoambientali le vette più alte delle montagne sarde emergevano dal mare e queste isole svolsero la funzione di rifugio per molte specie botaniche che rimasero separate le une dalle altre. L'isolamento favorì il differenziarsi di molte popolazioni di piante e il formarsi di nuove entità, caratterizzate da un areale circoscritto. In queste zone rifugio si sono originati molti degli endemismi centro orientali, generalmente legati ai substrati di natura calcarea. 

Il Monte Corrasi e le vette più alte dei monti di Oliena sono un vero eden per la flora; vegetano infatti oltre 650 specie botaniche, pari a un terzo della flora sarda. Circa 60 sono le specie endemiche, alcune esclusive del Corrasi, altre dei calcari centro-orientali, oppure sono endemiche della Sardegna o sardo-corse o del bacino del Mediterraneo. Altre specie floristiche, pur non essendo endemiche, sono molto rare e hanno importanza fitogeografica.

Ribes Sardoum Martelli   
Foto A. Congiu

Per la rarità e l'importanza della sua flora il Monte Corrasi fin dal secolo scorso affascinò gli studiosi di botanica, primo tra tutti il piemontese Giuseppe Giacinto Moris. Questi visitò i monti di Oliena nel 1827, in compagnia di Alberto Ferrerò Della Marmora, e scoprì e descrisse un incredibile numero di specie botaniche. Oltre i 1000 metri di altitudine le specie dominanti sono soprattutto la Santolina insularis e il Teucrium marum, presenti sia nella roccia nuda, sia tra gli accumuli di terra. Entrambe utilizzate dai pastori per curare animali e persone, dalla Santolina si otteneva un decotto che veniva somministrato agli animali per espellere i vermi dei cavalli, "su cuscusone". Mentre il Teucrium essiccato e ridotto in polvere, se annusato profondamente, provoca lo starnuto, utile per liberare le vie respiratorie; ad Oliena è chiamato appunto "isturridahe".  
Nelle aree rocciose denudate e profondamente fratturate vegetano specie pioniere amanti del secco, come il Cerastium supramontanum, l'Helianthemum croceum, l'Helianthemum allionii, l'Acinos sardous, il Thesium italicum, la Polygala sardoa, la Sesleria insularis, ssp. barbaricina, l'Euphorbia semiperfoliata. Nelle creste più esposte ai venti vegetano i bassi pulvini della Genista Corsica, dell'Euphorbia spinosa e della Stachys glutinosa. Le creste rocciose, i bordi dei profondi canaloni, i verticali pinnacoli offrono un habitat ideale per molte specie rupicole endemiche, frutto di un lungo processo di evoluzione floristica. 
Nelle pareti esposte a Nord, fredde e ombrose, vegetano l’Asperula pumila, la Micromeria cordata, l'Armeria morisii, la Campanula forsythii, l'Alyssum Alyssum tavolarae, l'Helichrysum saxatile, la Cephalaria mediterranea e la Centaura filiformis ssp. filiformis, dalle policrome e intense fioriture, tutte piante endemiche dei calcari mesozoici della Sardegna centro-orientale. Nelle vette più alte, in ambienti ombrosi, vegetano il raro Laserpitium garganicum e la Lonicera cyrenaica, mentre nelle rupi assolate vegetano il Galium corsicum e Schmidii, il Ptychotis sardoa, il Seseli Bocconi, la Brassica insularis e la Lactuca longidentata.

 
Nei rocciai poco accessibili, al riparo dal morso delle capre e dei mufloni, trovano l'ambiente ideale il Sorbus aria, l'Amelanchier ovalis, il Rhamnus alpina, l'Ephedra nebrodensis e, abbarbicato alle rocce, il Prunus prostrata, specie di notevole interesse fitogeografico in quanto presenti nelle più alte montagne del Mediterraneo. Nello stesso ambiente vegeta l'Erinus alpinus, il cui areale comprende le Alpi, il Gran Sasso e il Monte Corrasi. Nelle nicchie più riparate, fresche e ombrose e negli ambienti di stillicidio vegetano la Cymbalaria aequitriloba, la Stachys corsica, l'Arenaria balearica, il Lamium corsicum, la Saxifraga cervicornis, specie endemiche della Sardegna, della Corsica e di altre isolette del Mediterraneo. Nello stesso ambiente sopra descritto vegetano piccoli cespuglietti di Potentilla caulescens ssp. Nebrodensis endemica sardo-sicula.Osservando attentamente tra forre e anfratti, in nicchie ecologiche estreme e con un particolare microclima, trovano rifugio specie come l'Hieracium supramontanum e l'Hieracium irginianum, il rarissimo Centranthus trinervis e lo Scolopendrium vulgare, una felce dalle lunghe foglie.

Népeta  foliosa  Moris             Foto A. Congiu

Nelle depressioni o nelle piccole doline, ricche di terra e di sostanza organica e con una maggiore umidità, vegeta una flora molto interessante,come la Nepeta foliosa, segnalata e descritta da G. G. Moris nel giugno 1828, un raro endemismo dell'areale limitato al solo pianoro di Pradu e alle conche nivali del Corrasi. Anche il Ribes sardoum è un raro endemismo del Corrasi ad areale puntiforme, vegeta infatti in pochi metri quadrati ed è considerato dai botanici un paleo-endemismo, relitto di antica origine. Sempre nelle conche riparate, ai primi tepori primaverili, fanno la comparsa le fioriture del Pancratium illyricum, del Bellium bellidioides, della Scabiosa holosericea e della bella rossa Paeonia mascula ssp. russii. Ai bordi dei "laheddos", le conche naturali dove si raccoglie l'acqua piovana, vegetano il Narcissus Tazetta ssp. Bertolonii, la Menta insularis, il Ranunculus Cordiger ssp. diffusus e la profumatissima Calamintha nepeta ssp. glandulosa. Diffusi a tutte le altitudini vegetano il Ptilostemon Casabonae, il Verbascum conocarpum, la Scrophuiaria trifoliata, l'Allium parciflorum, endemismi sardo-corsi e dell'Arcipelago toscano. Intorno agli ovili, dove abbonda la sostanza organica, vegetano l'Urtica atrovirens, l'Arum pictum, la Bryonia marmorata, il Crocus minimus, anch'essi endemismi tirrenici. Tra le tante orchidee che ingentiliscono i calcari del Supramonte, due specie endemiche meritano di essere segnalate: l'Orchis mascula ssp. ichnusae e l'Orchis brancifortii endemica anche della Sicilia. Tra gli arbusti c'è da segnalare il Cistus corsicus e un raro albero: la Genista aetnensis, presente in pochi esemplari nella zona di Dogones. Ma la flora del Corrasi può ancora riservare eclatanti sorprese. 

Tutto lascia supporre che ci sia ancora molto da scoprire, soprattutto nelle cenge e nelle pareti inaccessibili agli esperti botanici. Qualche anno fa chi scrive ha rinvenuto, all'interno di una nicchia, un'unica piantina di Daphne oleoides, finora segnalata solo per il Gennargentu. Recentemente, sotto le creste del Corrasi, lo scrivente ha anche rinvenuto una stazione di Aquilegia nugorensis e di Cymbalaria muelleri, mentre sotto le impervie falesie di Punta Sos Nidos ha scoperto il Limonium morisianum, uno dei più rari endemismi sardi; delle tré specie finora non era certa la presenza nei Monti di Oliena.


| Home | Etnologia | Storia | Archeologia | Tradizioni popolari AmbienteRubrica | Info |

TORNA SU