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Modelli di Impatto a
Bassa Velocità di Laminati in Materiale Composito |
INTRODUZIONE
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I materiali compositi sono dei materiali relativamente recenti, in quanto la
loro concezione risulta essere risalente agli anni sessanta. La spinta trainante è da
addebitarsi allo sforzo profuso dall'industria aeronautico-militare statunitense.
L'utilizzo di tali materiali è però ben presto ricaduto dal campo aeronautico militare a
quello aeronautico civile fino ai diversi settori dell'industria meccanica. Infatti tali
materiali sono dotati di una resistenza specifica nettamente superiori a quelle delle
migliori leghe di acciaio o di alluminio, permette al contempo di diminuire notevolmente i
pesi a parità di rigidezza strutturale. Un primo limite, di natura economica,
all'utilizzo di tali materiali è insito nel loro costo elevato che, seppur diminuendo con
l'aumentare della loro diffusione, ne limita l'utilizzo solo a quelle applicazioni in cui
i benefici apportati consentono di sopportare tale onere.
Un altro limite, questa volta di natura puramente meccanica, nell'utilizzo di tali
materiali è insito nel problema del danneggiamento interno e del comportamento meccanico
post-impattivo delle superfici in materiale composito esposte sia all'impatto con corpi
solidi ad energia e velocità diverse. Questo ha comportato, stante l'esigenza di
affidabilità cui de\vono sottostare ad esempio gli aeromobili (in cui l'utilizzo di tali
materiali è oramai preponderante), un notevole impulso verso lo studio del comportamento
all'impatto dei laminati in materiale composito.
I diversi tipi di danneggiamento possono essere, diversamente ed opportunamente, suddivisi
in base all'entità della velocità e dell'energia d'impatto. Possiamo così parlare di:
| Impatti a
bassa velocità e bassa energia;
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| Impatti a
bassa velocità e alta energia;
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| Impatti ad
alta velocità e bassa energia;
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| Impatti ad
alta velocità ed alta energia.
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Particolarmente vivace risulta essere lo studio degli impatti a bassa
velocità ed energia. Se si analizzano una serie di laminati in materiale composito
sottoposti ad impatto a bassa velocità, si può osservare come il danneggiamento, in
maniera strettamente correlata all'aumentare dell'energia e della velocità d'impatto,
proceda in quattro fasi fondamentali:
| Danneggiamento
superficiale della matrice accompagnato dalla rottura di fibre;
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| Rottura
della matrice;
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| Nascita
delle delaminazioni;
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| Propagazione
delle delaminazioni;
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La bibliografia a disposizione mette in evidenza come tale problema sia
spesso affrontato in maniera completamente diversa a seconda dei fini che ci si propone.
Esistono infatti una serie di teorie analitiche che tentano di spiegare l'insorgere ed i
meccanismi di propagazione di rotture e delaminazioni. Due di questi, quelli più
utilizzati, sono gli schemi di Clark e TOP-HAT.
Particolarmente interessante risulta essere lo studio del comportamento dinamico del
materiale durante la fase di impatto. A questo scopo sono stati concepiti una serie di
modelli di natura e con finalità diverse. Sono state concepite analisi semplificate che
cercano di mettere in evidenza gli aspetti macroscopici dell'impatto, leggi di
indentazione che facilitino il calcolo degli sforzi locali e la previsione delle
deformazioni su un provino, leggi tendenti a predire l'inizio del danneggiamento e le sue
modalità di propagazione, schematizzazioni tendenti a stimare le proprietà meccaniche
post-impattive.
E' così possibile, anche con mezzi di calcolo limitati, impostare una interessante
simulazione dell'andamento temporale di variabili quali la forza d'impatto, la velocità e
l'accelerazione dell'impattatore e l'inflessione del provino.
In alternativa ed in supporto alle metodologie classiche vengono oggi in aiuto nuove
tecniche, come quelle agli elementi finiti, che permettono di ottenere risultati sempre
più aderenti con quanto si ricava dalle analisi sperimentali.
Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto le apparecchiature utilizzate in laboratorio per
simulare tali impatti sono:
| Macchine
Drop-Weight per impatti a bassa velocità (a bassa o elevata energia);
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| Macchine
Gas-Gun per la simulazione degli impatti ad alta velocità (impatti balistici);
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| Macchine
di prova statiche, stante l'aderenza tra alcuni risultati statici e dinamici.
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Lo scopo di tali prove di simulazione è volta a riprodurre in laboratorio le
condizioni di impatto reale, per così mettere in evidenza il comportamento della lamina
composita durante l'impatto o per valutarne le residue capacità di resistenza strutturale
successive all'impatto. Molta attenzione deve essere così posta nell'analisi del
materiale danneggiato utilizzando quei metodi di indagine non distruttivi (in particolare
ultrasuoni e raggi X) che permettano di mettere in evidenza ogni tipo di danneggiamento.
Tali risultati sperimentali costituiscono la base di partenza e lo strumento di confronto
degli studi rivolti alla determinazione di modelli analitici e numerici che simulino il
comportamento del laminato all'impatto. Operativamente questo porta ad un miglioramento
delle capacità, da parte del laminato, di assorbire senza danni irreversibili, o comunque
minimi, l'impatto.
Le direttive verso cui si è indirizzato lo studio in esame è risultato essere
principalmente quello della costruzione di un modello analitico che simuli il
comportamento macroscopico di un laminato in materiale composito durante l'impatto. Nella
fattispecie il materiale oggetto di tale analisi è risultato essere un laminato con
sequenza quasi isotropa in fibra di carbonio-resina PEEK.
La base di partenza è risultata essere il modello Spring-mass di Shivakumar, il quale
simula il comportamento del materiale attraverso una opportuna combinazione di molle e
masse. Sua caratteristica e limite maggiore, risulta essere quello che il suo campo di
applicabilità risulta essere circoscritto a quello elastico. Esso, infatti, non riesce a
mettere in evidenza quei fenomeni di danneggiamento (rotture di fibre, delaminazioni,
rotture di matrice) che, indotti dall'impatto, producono una diminuzione delle
caratteristiche resistive del materiale.
Si è così voluti andare oltre tali limiti, estendendo il campo di utilizzo di tale
modello, attraverso l'introduzione di una serie di elementi che tengano conto di tali
effetti. Si è così proceduto separando tra loro i diversi effetti indotti dal
danneggiamento, verificando, per ciascuno di essi, gli effetti che singolarmente generano
sul comportamento del laminato.
I fenomeni di danneggiamento indotti dall'impatto sono:
| Plasticizzazione
della matrice nella zona d'impatto e rottura superficiale di fibre;
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| Rotture di
matrice all'interno del materiale;
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| Rottura di
fibre all'interno del materiale.
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Per ogni step sono state effettuate una serie di prove sperimentali,
esaurientemente documentate, atte a sincerare come le tesi formulate fossero plausibili e
rispondenti alla realtà dei fatti osservati. Per ricercare i legami tra la gravosità
dell'impatto ed il danneggiamento generato, è stato necessario indagare, con opportune
metodologie, preferibilmente di tipo non distruttivo, tali provini impattati.
Un valido ausilio nella determinazione delle caratteristiche da introdurre nel modello
finale è stata l'analisi effettuata agli elementi finiti. Attraverso tale metodologia
siamo riusciti a simulare, introducendo un'opportuna legge di plasticizzazione, il
comportamento plastico del materiale nella zona di contatto tra indentatore e provino. Lo
stesso è stato fatto per valutare il danneggiamento interno (rotture di fibre e di
matrice) dove, ad ogni passo di carico, è stato visualizzato il procedere di esso.
Per una più razionale lettura tale tesi è stata organizzata e suddivisa in una serie di
capitoli:
| Capitolo
1: accurata descrizione del fenomeno impattivo e delle metodologie di studio;
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| Capitolo
2: analisi dei diversi modelli analitici, confronto con i risultati sperimentali e
miglioramenti e sviluppi apportati dallo studio effettuato;
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| Capitolo
3: analisi agli elementi finiti e metodologia di risoluzione numerica;
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| Capitolo
4: metodologie sperimentali utilizzate e connessi risultati;
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| Capitolo
5: confronto fra i diversi tipi di risultati sperimentali, analitici, numerici e
conclusioni
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INDICE | INTRODUZIONE
| CAPITOLO 1 | CAPITOLO 2 | CAPITOLO 3 | CAPITOLO 4 | CAPITOLO 5 | CONCLUSIONI | BIBLIOGRAFIA | RINGRAZIAMENTI
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