L'animazione musicale in casa di riposo

(a cura di Silvia Vizio, animatrice sociale, operante in Casa di Riposo)

Per approfondimenti, visitate il Sito di Animazione per Anziani, all’indirizzo seguente:

www.animanziani.it 

Cosa significa essere animatori per anziani?

Molti equivocano sul significato di Animazione in casa di riposo; si pensa al divertimento, all’intrattenimento, alle feste…  Sì, animare può anche essere questo, ma ha anche una valenza molto più profonda. Essere animatori significa esprimere, (vale a dire “spremere fuori”, “tirare fuori” da sé), ciò che si ha e ciò che si è; occorre essere coscienti del fine del proprio operato, non solo possedere una conoscenza tecnico-teorica, e comunicare in modo equilibrato, essendo sempre al servizio degli altri. Se un animatore si limita ad avere una mera conoscenza, seppure approfondita, di diverse tecniche, non mette in gioco nulla che faccia parte di sé e della propria personalità; se riesce, invece, ad “essere”, può anche comunicare.  Nelle Case di Riposo, in particolare, è essenziale per le persone anziane sentirsi accolti e ascoltati; l’intervento animativo comincia da qui. L’anziano ha il diritto – dovere di essere se stesso: l’animatore può incominciare una relazione d’aiuto prima di tutto riflettendo su di sé ed entrando in sintonia con i propri fini; solo in una prospettiva di profonda comprensione e rispetto della condizione di “ospite” è possibile iniziare una comunicazione e intraprendere un cammino. Chi abbia avuto modo di entrare in contatto col mondo della terza età può facilmente rendersi conto delle difficoltà che si incontrano, volendo in qualche modo aiutare l’anziano a riscoprire se stesso. Paradossalmente, accade che l’animatore venga a provare in prima persona, seppure con altre motivazioni di fondo, il senso di frustrazione che tocca da vicino l’anziano.

Riassumendo, all'animatore spetta il compito di:

-valorizzare la persona anziana, facendo emergere dal suo intimo quello che ancora può dare innanzitutto a se stessa, e quindi agli altri.
-aiutare l’anziano ad inserirsi nella struttura, favorendo i rapporti con gli altri ospiti e gli operatori.
–fare sì che la casa di riposo e i suoi abitanti siano in costante rapporto col territorioTutto questo non è per nulla facile da attuare. 
Il percorso è pieno di ostacoli posti dagli anziani stessi e, purtroppo, a volte, anche da chi opera all’interno della struttura e all’esterno di essa. Ecco perché si rimarca l’importanza del lavoro di équipe, dell’interazione dell’animatore con le altre figure professionali e, possibilmente, dei parenti degli ospiti, per potersi più facilmente aprire al territorio.

Per portare a termine il suo compito, l’animatore deve disporre di una approfondita conoscenza delle persone che ha di fronte, grazie a interviste e alla compilazione di schedari; deve poi programmare il proprio lavoro, attuare interventi mirati, sia su un campo pratico (attività, laboratori, ecc…), sia su uno più nascosto, ma molto più importante (sviluppare dinamiche di gruppo, portare l’anziano da una passività o aggressività iniziale a una maggiore consapevolezza di sé, all’apertura verso l’esterno, scoprire le potenzialità nascoste, attivare amicizie, ecc...). Per questo, è fondamentale cercare di verificare continuamente il proprio lavoro, operando se occorre una riprogrammazione adeguata alle esigenze. Poiché il percorso animativo è, però, pieno di imprevisti e di difficoltà, l’operatore è spesso colpito dal burn out, quella tremenda sensazione di impotenza e di scoraggiamento che lo porta ad entrare in crisi.

Insomma, il lavoro dell’animatore, è molto più complesso di quanto potrebbe apparire.  Il mondo in cui egli opera è in continua evoluzione, soggetto a variazioni di rotta spesso brusche e impreviste; ma, se si riesce a darsi una buona impostazione, sia a livello teorico, sia a livello di equilibrio interiore, questo lavoro arricchisce tantissimo dal punto di vista umano, grazie al contatto col mondo ricchissimo, a volte triste, a volte imprevedibilmente gioioso, della vecchiaia.

www.animanziani.it 

Articolo a cura di:

Silvia Vizio

 

 

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