Ci sono due grandi ambiti in cui la Sapienza si esercita: quello della relazione delle cose (se volete la si può chiamare la Sapienza tecnica), e quello che regola le relazioni fra gli uomini, che possiamo chiamare Sapienza politica nel senso del vivere nella pòlis.

Dico sapienza tecnica all'inizio come primo ambito perché secondo la prospettiva biblica c'è una sapienza che non solo quella riflessiva, speculatica, ma è la sapienza di chi sa fare bene le cose. C'è sapienza nell'uso appropriato della tecnica, nella capacità operativa dell'uomo, è sapienza la conoscenza del proprio mestiere.
Chi fa bene il proprio mestiere è un saggio:

(cf. Is. 28 : la saggezza del contadino è basata sul saper seguire l'ordinamento della natura, sul saper individuare i tempi e sul saper fare bene il suo lavoro. La sua perizia e la sua abilità proviene dal Signore).

C'è una perizia ancora più grande che è quella sempre del lavoro manuale che viene messa al servizio delle cose di Dio. Allora la grande Sapienza è di coloro che vengono usati per costruire il tempio. Bisogna essere sapienti per saper fare bene le cose, ma quando, poi, questo saper fare bene le cose lo si usa per le cose di Dio, per costruire il tempio, lì, allora, la perizia umana raggiunge il suo culmine, perchè il tempio richiede il massimo della competenza: quindi richiede operai saggi (cf. 2Cr. 2, 4; Es. 35 ).