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Erode, il Grande (37-4 a.C.)

La famiglia di Erode proveniva dalla Idumea, una regione che gli Israeliti avevano conquistato alla fine del Il sec. a.C. Erode si era fatto circoncidere per ingraziarsi il popolo ed era salito al potere nel 47 a.C. all'età di 18 anni, come governatore della Galilea. Nel 40 a.C. ottenne dal senato romano il titolo di re dei giudei, titolo che seppe mantenere fino alla morte, grazie soprattutto alla sua capacità di destreggiarsi abilmente, passando con disinvoltura dal fianco di Antonio a quello di Ottaviano
Scaltro e audace, Erode fu un abile politico, un fautore della cultura (alla sua corte si parlava greco), un grande costruttore di palazzi, acquedotti, teatri e fortezze come Masada, Macheronte, Herodion, e in Gerusalemme la torre Antonia (dedicata all'amico Antonio) e il palazzo reale, con le tre torri dedicate a Fasaele, Ippico e Mariamme, ossia alla moglie e ai parenti precedentemente fatti uccidere. Imponenti i lavori di ricostruzione del tempio, "l'opera più ammirevole che ci fosse sotto il sole" a detta di Giuseppe Flavio (Ant. 15,412).
 Ma Erode fu anche un cinico tiranno e un sanguinario. A Roma (giocando sull'assonanza dei termini) si diceva che era meglio essere un porco che un figlio di Erode, perché nel primo caso la vita era più sicura (gli ebrei non mangiano carne suina).

I successori di Erode
Alla morte di Erode il suo regno fu diviso tra Archelao, Erode Antipa e Filippo. L'imperatore Augusto decise infatti di confermare nelle linee essenziali il testamento di Erode e suddivise il regno fra i tre eredi:

Archelao, il figlio maggiore, ottenne con il titolo di etnarca (e non di re) la Giudea, la Samaria e l'Idumea (4 a.C. - 6 d.C). Fu degno figlio del padre quanto a tirannìa e crudeltà. Augusto, stanco delle lamentele dei sudditi, lo mandò in esilio (6 d.C.) e i suoi territori vennero governati direttamente da Roma per mezzo di un prefetto.

Filippo ricevette la Batanea, la Traconitide, la Auranitide, la Gaulanitide (e l'Iturea, stando a Lc 3,1 e a G. Flavio, Ant. 17,3 17-320, Bell. 2,93-97) con il titolo di tetrarca (4 a.C. - 34 d.C.). Filippo poté godere la sua eredità in pace, comportandosi come un sovrano ellenista. Ricostruì Panias che chiamò Cesarea di Filippo (cfr. Mc 8,27) e Betsaida che chiamò Iulias. Alla sua morte il suo territorio passò sotto il controllo dei prefetti romani della provincia di Siria.

Erode Antipa, fratello di Erode il Grande, ottenne la Galilea e la Perea (senza le città della Decapoli) con il titolo di tetrarca (4 a.C. -39 d.C.). Anche lui fu un appassionato costruttore: ricordiamo le città di Sefforis e soprattutto di Tiberiade, capitale della sua tetrarchia. Benché fosse soltanto tetrarca, il popolo lo chiamava "re". Gesù lo chiamò "la volpe" (cfr. Lc 13,3 1-32).

E' l'Erode che fece imprigionare e uccidere Giovanni Battista (cfr. Mc 6,15-30 e par.) e che incontrò Gesù durante il suo processo a Gerusalemme (cfr. Lc 23,6-12). Sposò Erodiade (già moglie di suo fratello Filippo: (cf Mt 14,4) la quale ebbe influenza negativa su di lui, fino a fargli perdere la tetrarchia. Lo spinse infatti a reclamare da Caligola il titolo di re, ma Caligola si insospettì, lo depose e lo mandò in esilio (39 d.C.).

 


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