L'intervista
Raccontami cosa è accaduto dall'uscita
del tuo ultimo disco con la New West: come mai hai cambiato
etichetta ed hai atteso tre lunghi anni per uscire con
del materiale nuovo?
In realtà The Blue Sickness
non era propriamente uscito per la New West. Non avevano
pagato nulla per la sua realizzazione, semplicemente lo
distribuivano perchè ero in debito con loro per via di
A Small Good Thing. La Tonic è la
mia vera etichetta e pubblico con loro anche in Europa.
Ci è voluto un po' di tempo perché uscisse il nuovo disco,
questo è vero. Ho dovuto raccimolare i soldi per inciderlo
e avevo ancora dei problemi di natura legale con la New
West. Ho dovuto anche provare molti musicisti per formare
una nuova big band: i Rigalattos hanno preferito tornare
alle loro vite di tutti i giorni e come puoi immaginare
non era facile sostituirli, ci ho messo un po' per trovare
la gente giusta. Ci sono molti musicisti di impostazione
alternative-country in giro, ma non sono quello che cercavo.
Questo tipo di musica sta diventando molto popolare da
queste parti e questo porta con se un mucchio di gentaglia
che vuole salire sul palco come dei cowboys. Tutto questo
è strettamente legato tanto con il nuovo sound che andavo
cercando quanto con la voglia che avevo di allontanarmi
il più possibile da certi cliches. Volevo vedere se le
mie storie potevano funzionare all'interno di atmosfere
con meno nostalgia e se anche la gente si poteva riconoscere
in tutto ciò. Per adesso credo stia funzionando
A livello istintivo, la prima
cosa che mi ha colpito nel nuovo disco è stata
la copertina un po' fuori del comune: quale è il
suo significato?
La copertina è presa da una vecchia
marca di sigarette di Shangai, mentre il titolo richiamava
per me un vecchio film di Korosawa. Il disco possiede
questo mix di vecchi e nuovi suoni e sentivo delle affinità
con molta cultura asiatica, dove vecchio e nuovo coesistono
naturalmente. Volevo quindi riflettere questo concetto
di suoni differenti uniti insieme, ovviamente in un modo
che risultasse positivo
Anche il titolo è decisamente
interessante: vuole essere una dichiarazione ironica?
All Children Believe in Heaven
è una frase tipica di Keruak, significa cose differenti
a seconda delle persone. Ho inserito una citazione di
Hunter S. Thompson all'interno del cd proprio per
spiegare una delle cose che significa per me. Gli anni
sessanta in America sono stati un periodo strano, molte
persone nutrivano una fede incondizionata in cose che
sono fallite e li hanno lasciati sperduti per sempre.
La fede è una cosa positiva: i bambini nascono credendo
nella bontà ed è poi questa dura vita che ci priva di
questo sentimento. Immagino che il titolo stia a ricordare
alla gente tutto questo. Questa gente e molti altri vecchi
fantasmi degli anni sessanta credevano in qualcosa e questa
fede era sincera, anche se il sogno americano è andato
fuori controllo e ha schiacciato tutto lungo la sua strada-
la musica, i film, i libri, queste opere sopravvivono
al tempo e ci ricordano che la vita è un fatto positivo
Il tuo stile resta assolutamente
particolare, ma il suono sembra essere cambiato, con l'aggiunta
di samples e arragiamenti più moderni. A volte
ho avuto l'impressione che fosse fin troppo confuso. Perchè
hai deciso questo cambio di direzione?
Ho già accennato in precedenza alle
ragioni di questi cambiamenti. Per aggiungere qualcosa
posso dirti che non ho mai voluto assomigliare agli altri
songwriters, voglio crescere. A qualcuno queste idee possono
sembrare degli errori, ma gli errori sono la parte più
importante della crescita. C'è un sacco di musica manipolata
e di scarsa qualità che passa per roots music, ma è artefatta
tanto quanto un disco di Britney Spears, forse anche di
più. La popolarità di questa musica ha fatto sparire molte
rock stars da copertina, con la sola differenza però che
adesso si vestono e suonano come Gram Parsons invece che
i Def Leppard. Pensa a Ryan Adams: tutte pose e
poca sostanza. Sto facendo del mio meglio per uscire da
queste categorie: mi rendo conto del rischio di questa
scelta sulle persona che apprezzano quel genere di musica,
ma debo seguire quello che dice il mio cuore o mentirei
a tutti
Quanto ha influito su questi cambiamenti
il fatto di avere sostituito gran parte dei musicisti
della tua band?
In realtà non ci sono molti
membri della nuova band sul disco. Ho suonato personalmente
o con Paul Rigby gran parte delle chitarre. Mi
sono ispirato a JJ Cale, un sacco di strane sonorità
moderne e vecchie chitarre slide, molto groove con un
suono che devi alzare a tutto volume, qualcosa che devi
ascoltare durante un lungo viaggio. Per esempio St.
Hallelujah deve essere pensata come una autostrada
americana, lunga e ripetitiva, ma piena di cose interessanti.
Queste idee era più facili da realizzare con poche persone
piuttosto che spendere soldi in uno studio e spiegarle
ad una band
Ti va però di raccontarmi
qualcosa di questa separazione con i vecchi compagni dei
Rigalattos?
È stata dura, ma guardando la cosa
con distacco, è stata la scelta migliore. Stare in tour
per troppo tempo può realmente tirare fuori il lato peggiore
di ogni persona. Prendi brutte abitudini e cattive maniere
e diventa una cosa strana. Quel poco di successo ottenuto
dopo anni di nulla è stato per me più semplice da sopportare,
dato che giravo in tour da quando ero un ragazzo. Può
veramente distruggere la vita di chi non è abituato a
tutto ciò: il segreto è trovare della gente che sia appassionata
abbastanza e non sia completamente pazza per infilarsi
in un furgone e guidare a lungo per guadagnare pochi soldi.
È dura
Immagino che la presenza alla
produzione di John Sheep abbia influenzato queste nuove
scelte: sei soddisfatto della collaborazione con lui?
John è stato di grande aiuto, più
che altro nel rendere effettive alcune grandi idee che
avevo. Sono stato un grande fan degli Who degli
anni settanta, quelli di "Won't Get Fooled Again" o "Baba
O'Reilly" and anche "Eminence Front" degli anni 80. Volevo
inserire grandi suoni elettronici in una sorta di direzione
alla JJ Cale o Dire Straits. John è un mago della registrazione
e conosce molti trucchi. Mi immaginavo un incontro tra
Phil Spector e Daniel Lanois con parti sovrapposte in
ogni canzone e John ha spesso dato un senso a queste mie
ambizioni
Credo che le liriche siano uno
degli aspetti più affascinanti del tuo lavoro,
in questo disco in particolare sembrano avere una forte
rilevanza: c'è qualcosa che le unisce tutte?
Fede, speranza, perdita e amore.
Andare avanti; lottare; lasciar passare. E poi Hollywood,
Dio e il Diavolo, sai, quel diavolo che non accetti; ammazzare
il tempo e sperare di aver salvato il tempo che hai perduto
Mi hanno colpito soprattutto Goodnight
Forever M.C. and Jesus the Bookie: si presentano con testi
un po' visionari. Cosa ti ha ispirato a scriverle?
La cultura americana, i suoi aspetti
migliori e anche le cose peggiori, attualmente è la cosa
che mi ispira di più. Sono stato affascinato e nello stesso
tempo ho provato repulsione per l'America sin da
quando ero bambino. Il mito di questa strana sacra discarica
e la bellezza della sua spazzatura. Ci rende tutti curiosi
Quali sono a questo punto le tue
influenze letterarie? Da quello che mi racconti dai l'impressione
di essere un grande appassionato di letteratura...
Kerouak, John Steinbeck,
Hunter S. Thompson e Raymond Carver sono
quelli più importanti. Le loro opere mi fanno da guida
più di qualsiasi altra cosa. Aiutano a dare un senso a
certe speranze, è come se le loro parole avessero strappato
molte anime perse dai cornicioni di qualche grattacielo
pochi secondi prima di saltare nel vuoto. Raccontano tutti
storie differenti fra loro ma alla fine è come se fosse
una storia unica. Ci fanno capire tutto questo e spesso
con il costo della loro stessa felicità, ma…hai preso
il biglietto ed ora fai la corsa
Sei riuscito ad essere apprezzato
molto qui in Europa: come è invece la situazione
negli States e in Canada? Hai trovato un seguito anche
dalle tue parti?
Molto di più adesso che un tempo.
Il nuovo disco sta ottenendo, per ragioni che non conosco,
molta più attenzione degli altri. È uno strano business:
probabilmente mi farà consocere di più, con un po' di
fortuna
Come accennavo in precedenza sei
certamente un songwriter con uno stile molto caratteristico:
pensi che questo tuo approccio abbia reso la tua musica
più difficile da accettare?
Assolutamente si: se avessi realizzato
dischi che suonavano come tutti gli altri non avrei avuto
problemi nel restare con la New West. È molto più difficile
quando la gente è costretta a riflettere e comprendere
nuove idee. Hanno sempre avuto problemi nel catalogarmi
in un genere. Non amo le etichette e quindi cerco di lasciare
immaginare alla gente. Sarebbe più facile in un'altra
maniera, lo so, ma non posso farlo: c'è un sacco di gente
disposta a cantare con un accento sudista, se questo è
quello che il pubbico vuole, non io però. Johnny Cash
si è messo a cantare le canzoni dei Nine Inch Nails: la
gente dovrebbe usare la sua stessa immaginazione e tutta
la musica sarebbe migliore
Come cercherai di interpretare
queste canzoni durante i tuoi live shows? Userai le stesse
atmosfere del disco, con samples e tastiere e prereferirai
un suono più tradizionale ed acustico, anche per
il vecchio materiale?
La nuova band si chiama The Band
of Doom: up-right bass, pedal e lap steel, slide guitar,
batteria, piano, organo, synth e qualche volta sax e violino.
Le nuove canzoni si trasformano completamente dal vivo
come già avveniva in passato. L'esibizione live resta
sacra per me e ogni show deve essere diverso dall'altro,
così come gli arrangiamenti delle canzoni. Questa nuova
band è incredibile, condurremo tutte le canzoni verso
luoghi selvaggi. Stiamo suonando materiale da tutti i
miei dischi, suscitando grandi risposte dal pubblico.
Abbiamo aggiunto anche qualche inaspettata cover
Ho avuto l'opportunità
di assistere a diversi tuoi concerti qui in Italia e sono
sempre stato affascinato dalla loro carica e passione:
non hai mai pensato di cattirare tutto questo con un disco
dal vivo?
Si, cercherò di costruire un live
record basandomi su questo tour arrivando fino all'estate
del 2004. Potrebbe essere il prosimo disco, quindi penserò
ad un doppio chiamato Willie-Dixon-God-Damn. Il primo
cd conterrà brani originali e l'altro delle cover dei
miei artisti preferiti. Non sono ancora sicuro su come
chiamare il disco dal vivo, forse Bring Me the Head of
Savage Henry o Have Faith, Will Travel
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