L'intervista
Sei Texano, nato a Waco, e, all'età di 10 anni,
ti sei trasferito ad Austin. Questo spostamento ha cambiato anche
il tuo approccio alla musica?
Credo di si. Tutti i generi di musica possono essere ascoltati
in entrambe le città, ma a Waco ero davvero circondato dalla musica
country e dalla mentalità del cowboy. Il country era decisamente
la cosa più vissuta a Waco ma, come teenager, ad Austin era sicuramente
più avanti essere nel rock and roll. Così, passai dall'ascoltare
Waylon Jennings, Willie Nelson e Hank Williams a Waco all'ascoltare
i Led Zeppelin e gli Ac/Dc ad Austin. Avevo circa diciotto o diciannove
anni, quando alla fine mi buttai su Robert Earl Keen, Guy Clark
e quel genere di cantautori del mitico Texas. Keen e Clark sono
quelli che mi hanno fatto venire la voglia di scrivere canzoni.
Al tempo la moda e la televisione proponevano
il grunge ed altri generi. Come vivevi quel periodo?
Mi piacevano molte band grunge ma, ad eccezione di "Smells Like
Teen Spirit" dei Nirvana, non ho mai comprato davvero nessuno
di quei dischi. Le ascoltavo un sacco alla radio e su Mtv, ma
credo di non essermi mai fatto prendere abbastanza da voler cercarle
ed ascoltarle per più di una volta. Mi piaceva la profonda influenza
che quella musica aveva sulle cose, al contrario del glam rock
e della pop music anni ottanta. Mi sembrava sincera, ma io proprio
in quel periodo preferivo ascoltare i classici come Stevie Ray
Vaughan, Joe Ely, Robert Earl Keen e Guy Clark.
La tua è una famiglia di musicisti?
Mia madre suona il piano e canta abbastanza bene, ma non è
mai stata una musicista professionista. Mio padre canta e suona
strumenti da dilettante, ma nemmeno lui è stato un professionista.
Cosa ricordi della tua infanzia?
Sia mia madre che mio padre cantavano molta gospel music in
giro per la casa. Penso che sia da quei momenti che è venuta gran
parte dell'influenza gospel nel mio comporre.
Ti incoraggiano in quello che stai facendo?
Molto. Ed io gliene sono molto grato.
Hai cominciato come bassista. Immagino tu abbia cambiato molte
band.
Si, da bassista ho suonato in moltissimi gruppi e i più svariati
stili (rock, pop, country, blues, folk, ecc.).
Quando hai capito che potevi cominciare questa tua carriera
solista?
"Love's A Word I Never Throw Around" di Robert Earl Keen è la
canzone che ha cambiato il mio mondo musicale. E' quando ho sentito
quel pezzo che ho cominciato a sperare di poter scrivere canzoni.
Da lì a pochi anni ho scritto la prima canzone che mi piaceva.
Pensavo fosse davvero buona. L'ho scritta durante un viaggio in
macchina dal Texas al Colorado. Una volta terminata, mi sono messo
in testa che forse avrei potuto scriverne un'altra, così ho semplicemente
continuato a farlo. Una canzone alla volta.
Alcuni dei brani di Make Ready erano pronti già al tempo di
Live Session...
Ero davvero soddisfatto di Live Session come registrazione dal
vivo, ma ho sempre sperato di avere l'opportunità di entrare in
uno studio e registrare alcune di quelle canzoni esattamente nel
modo in cui mi suonarono in testa la prima volta. "Make Ready"
è stata l'opportunità di soddisfare quel desiderio, assieme alla
registrazione di alcune nuove canzoni.
In America quel disco passò inosservato
"Live Session" non godette di alcuna promozione, mentre io volevo
dare a quelle canzoni la chance di essere ascoltate da più persone.
In Europa qualcuno invece…
Fortunatamente un gruppo di Dj europei scovò il disco e lo diffuse.
Sono molto grato ai Dj e ai critici in Europa per essere stati
di così larghe vedute da promuovere la musica di un artista che
nessuno aveva mai sentito e che non aveva alcun budget o stuff
pubblicitario che lavorasse per lui. Sono sorpreso dalla passione
che avete per la musica. E' un elemento innovativo e molto incoraggiante.
E' stato difficile trovare un'etichetta che pubblicasse il
tuo album?
Abbastanza, e ci ho messo molti anni per mettere insieme il tutto.
Ho registrato "Make Rady" senza un'etichetta alle spalle pensando
che mi sarei fatto da solo. Ma, appena prima che venisse pubblicato,
sempre autoprodotto, venni presentato alla Hayden's Ferry Records
e finii per dar loro la licenza del disco. Così facendo ebbi una
distribuzione migliore. Comunque, al di là della diffusione commerciale,
mi sento tutt'ora molto coinvolto. La musica è una grande gratifica
e una sfida.
Make Ready suona un buon rock. La cosa che sorprende è che
il tuo stile è molto vicino anche alle tradizioni country-folk.
Hai dei musicisti/cantautori hai quali fai riferimento?
L'elemento rock viene da gente come Joe Ely e tutte quelle grandi
band roots rock che per anni hanno gravitato attorno ad Austin.
Ma penso che l'influenza più profonda in quello che faccio venga
da un background country folk, ossia dall'elemento Robert Earl
Keen/Guy Clark.
Ballad Of The Balladeer è una delle mie preferite
E' una canzone molto vicina al mio cuore. Ho conosciuto così tanti
musicisti durante questi anni, incredibilmente di talento e che
hanno musica importante da condividere con il mondo, ma che non
hanno mai raggiunto il loro obiettivo solo a causa della mancata
tempestività e di non essere cresciuti abbastanza da oltrepassare
il livello di della bar band. Mi rattrista molto che della musica
così grande rimanga nell'oblio della storia senza che le venga
data l'opportunità di toccare più persone ed essere apprezzata
per il grande valore che ha.
E Put Away The Blues?
Beh, è semplicemente una delle poche canzoni nata di botto, dall'istinto.
L'ho scritta abbastanza in fretta. Ho dovuto semplicemente cercare
di attaccare la penna al foglio.
Qual è la canzone di Make Ready che preferisci?
Mi piacciono davvero tutte, ovviamente. Ma, se devo proprio sceglierne
una, credo che dovrei dire "Hand It Over". Adoro l'introduzione
del dobro ed il suo messaggio.
Come ti senti ora?
Sono davvero eccitato. Mi sento al settimo cielo per aver realizzato
questo disco, per averlo promosso e distribuito e per aver ricevuto
un così vasto apprezzamento.
E cos'hai in programma?
Ora sono quasi a metà di un tour radiofonico di cinque settimane
negli Stati Uniti. E' davvero molto divertente incontrare i Dj
e suonare dal vivo in diretta.
In Germania e nel nord d'Europa si parla ancora una volta molto
bene di questo disco e di te.
L'Europa ha catturato per prima il mio disco, è per questo che
ora sto cercando di presentare la mia musica a molti ascoltatori
e stazioni radio in America. Sono molto grato a tutti gli Europei
per essere così aperti alla nuova musica e per essere entusiasti
delle mie canzoni. E' davvero sorprendente trovare altre persone
che reagiscano così fortemente a un qualcosa di talmente personale.
E' ancora più incredibile quando queste persone vivono dall'altra
parte del mondo. E' un onore e mi sento molto fortunato.
Pensi ad un tour europeo o è ancora presto?
Sembra che farò un tour in Europa in primavera, e non né vedo
l'ora. Stiamo ancora tentando di organizzare il tutto, ma nuoterò
fino in Europa e suonerò per le strade se proprio dovrò. E' molto
importante per me essere lì il più presto possibile.
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