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:: Shannon Lyon - Feelin' like a Hobo

La storia di Shannon Lyon ci ha affascinato al primo istante: canadese di nascita, europeo di adozione, hobo nell'anima, ha girato mezzo mondo prima di trovare uno straccio di contratto con l'olandese Inbetweens, che ha creduto immediatamente nelle sue potenzialità di songwriters. Voce passionale, radici country, clima desertico, Shannon si infila dritto nelle tradizione dei grandi outsiders della canzone d'autore nordamericana: Neil Young e Townes Van Zandt sono i padri putativi, Richard Buckner, Jay Farrrar e Ryan Adams i coetanei più fortunati di lui, ma sintonizzati sulle stesse onde emozionali. Dharma fu una piccola rivelazione, Wandered una splendida conferma ed ora che ha firmato un nuovo contratto internazionale con la V2 (in bocca al lupo!) noi possiamo anche pavoneggiarci un po': lo avevamo detto che era un talento!
(di Fabio Cerbone)

>> Recensione di Wandered
>> Recensione di Dharma

www.shannonlyon.net


L'intervista


Sono davvero curioso di conoscere meglio i dettagli della tua carriera: come sei arrivato fino in Olanda dal Canada ed hai trovato un contratto con una etichetta locale?

Mi sono spostato in Olanda nel 2001 su suggerimento di un amico e anche lui songwirter come me, Rob Lamothe. Rob aveva girato in tour l'Olanda e la Germania per quasi dieci anni e spesso mi aveva offerto il suo aiuto per farmi entrare in contatto con le persone giuste. Sai come succede in questi casi: una cosa tira l'altra e così ho preso un biglietto di sola andata per Amsterdam. Un tour che doveva essere di sole quattro settimane si è trasformato in due anni di permanenza. Ho conosciuto Jos della Inbetweens (l'etichetta che pubblicato gli ultimi due dischi di Shannon, ndr), ha apprezzato il mio materiale ed abbiamo negoziato un contratto. È questo il motivo principale che ha reso possibile la mia vacanza olandese: la Inbetweens records

E ti senti soddisfatto di questi risvolti della tua carriera? Non rimpiangi nulla che sia accaduto o meno al momento giusto?

Cerco di non piangermi addosso, sono sempre rivolto alla mia prossima mossa, al mio prossimo errore, all'ostacolo che dovrò superare. La vita "on the road" è dura, ma se avessi scelto di lavorare in una banca per 40 ore alla settimana, sono sicuro che mi sarei sentito di gran lunga come un condannato a vita!

Chiedo spesso a songwriters con alle spalle una storia simile alla tua come si spiegano questo rapporto intenso con il pubblico europeo: tu che idea ti sei fatto?

Il pubblico europeo apprezza l'arte e la musica ad un livello differente rispetto a quello nord-americano. Sicuramente su tutto questo hanno avuto una certa influenza fattori sociali e politici. Per esempio ho notato che la gente che vive nell'est della Germania è splendida e ascolta con grande attenzione. Amano l'arte e la musica per delle ragioni che qualcuno che è cresciuto a New York non capirà mai. Nell'Europa dell'est non è così semplice uscire di casa e dirigerti in un negozio per comprare quel disco particolare che hai in mente. Non avevano nemmeno i negozi di dischi fino a 12 anni fa. In qualche modo te lo devi procurare quasi di nascosto e questo ovviamente condiziona una società intera. Non c'è dubbio che tutto ciò spinga una persona a desiderare di far parte di qualcosa di vero ed onesto, quello che in fondo era il mondo della musica una volta, anche se questa è un'altra lunga storia. L'artista è una parte necessaria della società europea e questo fattore lo aprezzo davvero molto

Torniamo al nuovo disco: appare subito come più complesso del precedente Dharma. Quanto tempo ci hai lavorato? Raccontami qualcosa della sua produzione e di questi fantastici musicisti che suonano con te

Ho registrato Dharma in Canada, durante il corso di un'estate. Ci siamo piazzati a registrare in cucina, nella baracca sul retro di casa e persino sotto il portico e in alcune tracce puoi sentire cinguettare gli uccelli, se ascolti con molta attenzione. È stato fatto con un approccio rilassato che mi è piaciuto, non c'era bisogno di guardare all'orologio. L'unico problema era stabilire se ci fosse stato abbastanza vino per arrivare alla fine della session. Quando abbiamo registrato Wandered vivevo e giravo in tour in Europa ed ero accompagnato da alcuni grandi musicisti locali come BJ Bartmans, Robin Berlijn ed il mio personale pedal steel player Harrie Brekelmans. Ci siamo trasferiti in questa vecchia fattoria del sedicesimo secolo (Leon's Farm di Boekend) per due settimane: abbiamo vissuto, dormito e mangiato insieme durante le registrazioni. Ci alzavamo ogni giorno per fare colazione, discutevamo un poco sulle session precedenti e ad uno ad uno ci dirigevamo nella sala di registrazione. Con molta calma ci immergevamo nuovamente nelle nostre canzoni. Ora come ora è l'unico modo in cui registrerei…niente più lunghissime sedute di registrazione con perdite di tempo. L'obbiettivo è entrare ed uscire dallo studio con convinzione: essere concentrati e mantenere intatte le giuste vibrazioni

Il tema centrale di queste canzoni sembra essere sempre l'amore o la perdita di quest'ultimo: sono canzoni autobiografiche?

Si, solitamente scrivo in primo persona. Non ho bisogno di nascondere le mie paure, le mie ansie attraverso il gioco fittizio del passaggio dal personale all'impersonale. Vivo intensamente il mio lavoro ed è tutto quello che conosco. Faccio affidamento sul mio istinto, su quello che ho nelle viscere. Di cos'altro potrei mai parlare?

Una delle mie preferite resta Barcellona: come nascono le parole di questa canzone?

Al tempo vivevo proprio a Barcellona con la mia ragazza di origini olandesi: stava studiando spagnolo e io mi dedicavo ad esplorare la città e i suoi cafè. Sono capitato in un vecchio bar nel quartiere gotico chiamato Marsalla: hanno aperto verso mezzanotte e mi hanno servito questo liquore verdastro che chiamano Absinthe. Ragazzi, dopo i miei primi bicchieri di questa roba ero senza speranze. Dentro aveva questo ingrediente detto Wormwood (è la pianta dell'assenzio, ndr) che intacca il tuo sistema nervoso e che ti manda completamente fuori di testa. Picasso e Van Gogh bevevano questo intruglio durante i loro periodi di maggiore ispirazione e così mi sono immaginato che dovevo investigare meglio. L'ho sperimentato più tardi nella mia villa e ho cominciato a scrivere tutto quello che mi veniva in mente. Ho riempito alcune pagine del notebook con parole e frasi non connesse fra loro. Una delle canzoni che ho scritto era proprio Barcellona. Da un verso di questa canzone ho tratto anche il titolo del mio ultimo lavoro, quando dico: dreamers and pickers, leveled and wandered

Sia Barcelona, sia tutti gli altri episodi del disco sono registrati con un suono scarno, elettro-acustico: cosa ritieni più importante per la tua musica tra le liriche, l'arrangiamento e la melodia?

È vero, mi piace prendere le cose in maniera molto semplice e scarna, penso che sia qui che risieda la vera magia, negli spazi vuoti, in mezzo alle note e alle parole. Tutto sta nelle dinamiche e nella melodia della voce. È importante far passare il giusto feeling, lo devo sentire, ci devo credere o altrimenti non funziona nulla. Come posso sperare che il pubblico percepisca le mie parole se non riesco a dare il 100% di me stesso: se non scendessi dal palco con la sensazione di essere distrutto, di avere veramente dato tutto, allora non avrei fatto bene il mio lavoro

Credo anch'io che una delle armi migliori della tua musica sia il tuo modo di cantare, al tempo stesso passionale ed intimo: quali sono le tue finti d'ispirazionea livello vocale?

Sono cresciuto ascoltando molta musica country, e da qui arriva la passionalità di cui parli. È stata fondamentale la collezione di dischi dei miei genitori e poi sono sempre stato un grande fan sin da piccolo di Elvis Presley, e certamente Neil Young ha avuto un grande impatto sul mio modo di scrivere e interpretare

I punti di paragone maggiori utilizzati dalla critica per descriverti sono Townes Van Zandt e nuovi talenti come Richard Buckner o Ryan Adams. Sono un reale riferimento per te?

Sicuramente direi che Townes Van Zandt è uno dei più grandi songwriters che mi sia capitato di ascoltare. Era un angelo sul palco ed un diavolo giù dalla scena. Assolutamente una delle mie più grandi ispirazioni. Anche autori come Jay Farrar e Richard Buckner sono certamente nella mia collezione. Ultimamente, e lo si può in parte sentire anche nel nuovo disco, sto ascoltando molta musica Flamenco.

 

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