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Mark Olson - my own America |
Mark
Olson ha fatto una scelta precisa e non è tornato indietro
sui suoi passi, segno di una coerenza e di una modestia sempre
più rare da incontrare nel mondo del music buisness. L'amore
per Victoria Williams, una piccola fattoria vicino al deserto
di Joshua Tree, amici e musicisti fidati al suo fianco, ed una
vita intera da dedicare finalmente alle sue canzoni, che col
tempo si stanno facendo sempre più mature. December's
Child ha il respiro dei classici dell'american music,
paga un grande tributo ai suoi eroi musicali, e non se ne vergogna,
ma cerca anche di imprimere un carattere tutto personale ad
una carriera che dalle luci della ribalta è stata ricostruita
con pazienza e passione ripartendo dalla più assoluta indipendenza.
I Creekdippers sono la sua nuova famiglia e Gary Louris, l'alter
ego nei Jayhawks, un vecchio amico ritrovato (e con cui scrivere
ancora piccoli gioielli come Say You'll Be Mine)…senza rimpianti
(di Fabio Cerbone)
>>
Recensione di December's Child
www.creekdipper.com
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Anche il nuovo disco è autoprodotto:
è solo una questione di budget ridotto o una precisa scelta
di indipendenza? Pensi di collaborare con qualche produttore
in futuro?
Una volta che hai provato l'esperienza di lavorare con uno o
più produttori, ti rendi conto di quello che richiede la produzione
di un disco e così capisci che è davvero divertente cercare
di farlo da solo. Ci sono persone in questo campo che ammiro
sinceramente, come Jim Rooney e Dan Penn, ma lavorare
con gente di questo tipo comporta un grande dispendio di tempo
e di spazio
Ascoltando il sound di December's Child sembra esserci grande
improvvisazione e spontaneità da parte dei musicisti: come avviene
il processo di registrazione in studio, gli arrangiamenti sono
fatti con tutta la band?
C'è sicuramente una grande forza e coesione musicale all'interno
del gruppo. Victoria riesce ad imprimere lo spirito giusto
a tutti i musicisti con cui suona, a farlo crescere e così noi
lavoriamo agli arrangiamenti tutti insieme, come un vero gruppo
affiatato
Le tue canzoni si basano sempre su un suono acustico e scarno:
non hai mai pensato di proporti in una veste più elettrica?
Molto semplicemente mi piace il suono acustico e scarno. È stata
una scelta precisa, le mie canzoni sono molto semplici, qualsiasi
persona con un minimo di conoscenze musicali può sedersi al
mio fianco e suonare con me.
In Say You'll Be Mine torni a collaborare con Gary Louris
e la canzone è una delle più belle del disco: avete inciso altri
brani insieme? Ricambierai il favore, collaborando al nuovo
lavoro dei Jayhawks in preparazione?
Penso che Gary abbia intenzione di inserire Say You'll Be
Mine nel prossimo disco dei Jayhawks, è tutto quello che
posso dirti, non so altro.
E con Victoria? Nel disco collaborate solo nell'ultimo brano,
One Eyed Black Dog Moses: non hai mai pensato di scrivere più
brani insieme?
Abbiamo scritto un certo numero di canzoni per i precedenti
lavori con i Creekdippers, specie nei primi due, dove
alla fine c'erano sempre dei brani scritti in coppia. Ma preferiamo
collaborare solo se la cosa nasce spontaneamente e non cerchiamo
di pianificarla a tavolino. Le canzoni del disco le ho definite
sostanzialmente mentre eravamo in tour e così le abbiamo registrate,
senza aggiungere nulla.
Quanto sei influenzato nella tua scrittura dai luoghi in
cui vivi? La scelta di vivere in un luogo isolato è di ispirazione
per la tua musica?
Io intendo il songwriting come qualcosa che puoi fare in qualsiasi
luogo. È un processo interiore, non viene tanto dall'esterno,
quanto dal tuo intimo. Ovviamente ammetto che molte idee per
le canzoni possono essere ispirate dall'ambiente in cui vivi.
D'altronde registro con musicisti che vivono nell'area di L.A.,
leggo i giornali del luogo, che spesso mi possono dare uno spunto
La lunga attività dal vivo con
la band influenza le tue canzoni: scrivi parecchio on the road
o preferisci concentrarti al termine di ogni tour?
Mi piace soprattutto scrivere nella tranquillità della mia casa,
spesso tutto in sola volta e di getto
Nei Jayhawks la tua musica sembrava avere un forte legame
con la prima stagione del country-rock di Gram Parsons e Neil
Young, oggi mi ricorda di più la filosofia della Band: quanto
sono stati importanti per la tua crescita musicale questi artisti?
Quando ho iniziato ad ascoltare tutti questi artisti che mi
hai citato sono stato coinvolto talmente tanto che sono andato
a ritroso, riscoprendo così quelli che a loro volta li avevano
influenzati, i padri del blues e della folk music, e mi innamorai
anche di questi ultimi, soprattutto del loro suono. Penso in
ogni caso che con i Creekdippers stiamo lavorando per trovare
un nostro sound e spero proprio di averlo raggiunto
Hai ascoltato o letto qualcosa in particolare, durante le
registrazioni del disco, che può avere influenzato il tuo songwriting?
È interessante, perché durante le registrazioni stavo leggendo
un libro molto bello di Mary Austin intitolato Land
of The Little Rain e nel frattempo ascoltavo la musica di
Charlie Rich ed in generale il sound di Memphis. Quindi abbiamo
avuto la possibilità di suonare proprio a Memphis, divertendoci
moltissimo e quando ho pensato a quello che mi chiedevi, se
qualcosa ti ha influenzato, ho capito che ciò significa semplicemente
che devi seguire lo spirito degli eventi e questo è stato lo
spirito di questo disco in particolare
Che idea ti sei fatto di questo rinascimento della musica
tradizionale negli ultimi mesi: le vendite di O Brother Where
Art Thou sembrano aver aperto nuove strade per la roots music,
molti artisti stanno riscoprendo questi suoni. Pensi sia un
fatto positivo? Hai riscontrato più interesse nella gente durante
i vostri tour?
Non so darti un'opinione molto precisa su questo fatto. Quello
che posso dire è che abbiamo lavorato molto per mettere in piedi
uno show dal vivo negli ultimi due anni e lo abbiamo fatto senza
aiuti esterni, tutto da soli, ma non so sinceramente se un evento
come quello di O Brother Where Art Thou possa aumentare l'interesse
della gente intorno al nostro progetto o durante i nostri shows
Il nostro pubblico è molto eterogeneo: ci sono molti ragazzi
giovani che si sono interessati ad un suono tradizionale e ci
sono anche persone di una certà età
Hai in progetto di ristampare i primi dischi con i Creekdippers
(The Original Harmony Ridge Creek Dippers, Pacific Coast Rambler,
Zola and the Tulip Tree) anche in Europa su Glitterhouse?
Mi auguro proprio che ci sia questa possibilità. Siamo sempre
disposti ad una distribuzione più capillare dei primi dischi
dei Creekdippers. Ci sono stati dei contatti, ne abbiamo parlato,
ma niente di ufficiale, nessuna firma o accordo al momento.
"Noi ha bisogno di un sacco di soldi" (Mark
pronuncia quest'ultima scherzosa frase proprio in italiano,
anche se approssimativo, ndr)
Un'ultima piccola curiosità: da dove arrivano le vecchie
foto incluse nel booklet del cd e chi le ha scelte?
Ho scovato le foto ad un mercatino in Yucca Valley e ho pensato
subito che potessero rappresentare alcuni aspetti della musica
di December's Child. Rappresentavano una specie di cartoline
per ognuna delle canzoni
Fabio Cerbone - from Buscadero n°238
settembre 2002
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info@rootshighway.it
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