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:: Steve Wedemeyer - Young songwriters from Texas #2

La musica americana sforna giovani talenti quasi periodicamente. Molti, se si considerano le scene di New York e Los Angeles, per non includere completamente le due coste, sono il prodotto di moda e televisione, del marketing in genere e dell'atmosfera fredda ed individualista che spesso marcisce fra i palazzi delle metropoli: dall'asfalto difficilmente sboccia un fiore. Ma esistono anche luoghi, e penso all'Ohio o a Tucson, che regalano genuinità e tradizioni, che allevano marmocchi al suono semplice delle chitarre. Uno dei luoghi mitici della musica a noi cara è il Texas, Austin in particolare. La seconda puntata dei nostri incontri avviene con Steve Wedemeyer, e tratta di un redento, folgorato dalla carica coinvolgente di una donna del country e da un suo disco nemmeno troppo vecchio (forse non ancora entrato nella storia, ma è solo questione di attimi), allevato poi da un mattatore di Houston.
(di Carlo Lancini)

>> Recensione di Disclose

www.wedemeyermusic.com


L'intervista

Disclose è un ottimo disco, soprattutto se si considera che hai solo 23 anni. Nelle tue note biografiche si parla di garage bands e di Car Wheels On Gravel Road, due cose abbastanza diverse.

Penso che la mia evoluzione musicale coincida con la mia crescita di cantautore e musicista.

Ce ne parli?

Ho cominciato a suonare la chitarra quando avevo dieci anni e a quel tempo tutto girava attorno a lei. Volevo diventare un chitarrista e ascoltavo musica che enfatizzava la chitarra. Ho passato molto tempo ad ascoltare e a studiare musicisti come Hendrix, Clapton e Jimmy Page. L'approccio al songwriting è stato da un punto di vista chitarristico. Quando avevo diciannove anni accompagnavo in concerto le band texane di Americana, che non davano molto spazio ai miei assoli. Passai un anno a spasso per il Texas, suonando con grandi musicisti. In quel periodo fui coinvolto in un mondo musicale che non avevo mai ascoltato prima.

Cosa ne ricavasti?

Quell'esperienza mi costrinse a pensare ad un contesto più ampio, abbinato a band e canzone. Incoraggiato anche da mio padre, che suonava molti blues del delta, finii per amare quella musica sabbiosa e roots. Ho cominciato quindi a seguire gli artisti di quel genere.

E Car Wheels On Gravel Road?

"Car Wheels" è stata un'ispirazione perché per la prima volta ho capito che il mio strumento non doveva essere l'elemento più significativo di un album o di una canzone. E' stato come svegliarsi un giorno e capire che il mondo non girava attorno a me e che sono solo un pezzo molto piccolo ed insignificante di un grande disegno. Ciò che sentii in quell'album fu una donna che diceva la sua verità in modo coraggioso e diretto. La strumentazione di quel disco è al servizio del songwriting. A quel punto ho cominciato a cercare altri artisti che presentassero lo stesso livello di integrità fra songwriting ed espressione. Cambiò anche il mio modo di suonare quando capii che le canzoni erano regali più grandi di un solo strumento, e il mio ruolo divenne più "servile" verso la canzone.

Questa evoluzione dove ti ha portato?

Oggi tendo ad immergermi nella musica semplice, in una musica che mi coinvolga in maniera davvero organica. Amo gli artisti coerenti, quelli che molti definirebbero sbagliati. Secondo me, ciò che rende una canzone accessibile sono quelle piccole imperfezioni che rivelano ciò che vedo attorno a me ogni giorno.

Parliamo di Disclose: il disco è prodotto da Jon Dee Graham.

Quando ho cominciato a mettere insieme i pezzi di questo disco, fui spinto a trovare un produttore che sapesse ciò che stava facendo e che capisse me e le mie canzoni. Sono poche le canzoni di altri che avrei voluto scrivere io. Una di queste è Faithless di Jon Dee Graham (da "Escare From Monster Island". Ndr). La prima volta che la ascoltai capii che Jon non avrebbe avuto problemi nell'aiutarmi a fare il disco che volevo.

Come vi siete conosciuti?

In quel periodo lui stava facendo uno spettacolo a Houston e, alla fine, lo aspettai, mi presentai, gli dissi cosa volevo fare e gli diedi un demo con quaranta canzoni registrate in casa con chitarra, voce ed armonica. Lui mi disse che le avrebbe ascoltate e mi avrebbe fatto sapere se poteva interessargli il progetto. Un paio di settimane dopo ricevetti una telefonata. Furono le due settimane più lunghe che credo di aver mai vissuto.

Da Jon ci si aspetterebbe qualche influenza messicana, "Volver" o cose simili. Disclose invece è un disco tradizionale, roots e molto acustico. Lui non ha tentato di imporre cambiamenti al tuo stile?

Jon ed io abbiamo avuto poco più di sei mesi da quando ha accettato di lavorare a Disclose a quando siamo entrati effettivamente in studio. Questo lo ha aiutato a capire meglio la mia musica e le mie canzoni. Intanto io continuavo a spedirgli nuovo materiale. In quei sei mesi ci sentivamo regolarmente ogni due settimane per discutere sulla direzione da dare al disco e sulle canzoni da includere.

Tu componi sempre sullo stile di un basement tape?

Io scrivo sulla base di una chitarra acustica e quando finisco una canzone in genere la registro immediatamente nella sua forma più grezza. Le registrazioni che Jon aveva erano così, salvo che per qualche sovraincisione, ma molto marginale. A lui piaceva il suono asciutto della chitarra acustica che accompagnava la mia voce. Anche lui come me intendeva creare un disco attorno a questi due elementi. Durante tutta la realizzazione, ho sempre avvertito le stesse emozioni di Jon e siamo stati sulla stessa lunghezza d'onda.

Nei vari arrangiamenti non si trova un pianoforte.

Jon e Mike Hardwick premevano per una registrazione essenziale. Dopo aver realizzato le tracce base dell'album non ci fu più bisogno di aggiungere niente. Non c'è stato niente di difficile nel fare questo disco eccetto i vincoli temporali. Abbiamo avuto intorno i migliori musicisti, arrangiato in studio e provato a rendere le canzoni il più live possibile. A causa di quei vincoli temporali non abbiamo sprecato troppo tempo nello sperimentare strumenti diversi, così il pianoforte non ha mai avuto la sua parte. Forse avrò più tempo con il prossimo disco.

La registrazione è stata fatta ad Austin (in una settimana solamente). Perché non nella tua città, a Houston?

Non pensammo mai di realizzare il disco qui a Houston. Jon era su ad Austin e molti dei miei eroi vivono là. Avere Rafael Gayol, George Reiff e Mike Hardwick che suonavano sul disco non mi ha dato troppe motivazioni di lamentarmi per l'essere via da casa. Ho dormito per una settimana sul divano di un amico e la mia sola occupazione è stata quella di focalizzarmi sulla creazione del miglior disco possibile. E' stata una buona cosa essere lontano da casa. Questo ha eliminato un sacco di distrazioni.

Trovi che musicalmente queste due città siano differenti?

C'è un profondo senso di comunione fra i musicisti e i cantautori ad Austin. Houston è così vasta che è difficile mettersi in contatto con artisti che fanno lo stesso genere.

Il disco è uscito per un'etichetta indipendente, la Browntown Records. Ci sei sempre tu dietro a quest'etichetta?

Sì, ho fondato la Browntown Records e per il momento rimane l'etichetta di un solo artista.

Pensi avrà un futuro questo progetto?

Il mio obiettivo è di produrre musica diversa da quella che gli altri pubblicano. In un mondo perfetto mi piacerebbe veder avere successo Disclose così che io possa continuare a produrre e a promuovere la mia musica, così come altre cose. Per ora la Browntown è più di un mero strumento tecnico.

Hai tentato una strada tradizionale prima di fondarla? Hai presentato Disclose a qualche major?

Non ho cercato nessun'altra etichetta qui negli Usa, ma penso che averne qualcun'altra che pubblicizzi Disclose mi renderebbe le cose molto più facili. Vedremo dove mi porterà questo progetto, vedremo.

Pensi che il disco possa uscire anche per un'etichetta europea come ad esempio la Blue Rose (etichetta tedesca che ha in catalogo i dischi di Jon Dee Graham)?

Mi piacerebbe molto e ci stiamo lavorando sopra. Molte cose oltreoceano mi interessano ed è scioccante per me che la musica possa viaggiare così lontano così in fretta.

Stai già lavorando a qualcosa di nuovo?

Ho ricominciato a scrivere e sono già eccitato all'idea di fare un altro album. Per il momento, nonostante tutto, sto lavorando alla promozione di Disclose e sto provando a fare concerti il più possibile.

Noi ti aspettiamo

Dimmi solo quando e dove, e io ci sarò .

info@rootshighway.it