Statistiche e Curiosità

 

 

 


 

 

 

 

 

Le aree protette in Italia coprono attualmente una superficie complessiva di circa 2.266.000 ha, pari a circa il 7,5% della superficie territoriale.
Le Regioni a più alto "tasso di protezione" sono l'Abruzzo (27%), la Campania (19%) e la Calabria (14%), dove è maggiore la presenza di aree protette regionali e di parchi naturali statali.
Le Regioni meno "protette", dal punto di vista naturalistico, sono invece il Friuli - Venezia Giulia e la Liguria (meno dell'1%), la Sardegna e il Molise (1%).
Le più grandi superfici protette sono rappresentate prevalentemente dai Parchi Nazionali: il maggiore è il P.N. del Pollino, in Calabria e in Basilicata, su circa 193.000 ettari, seguito dal P.N. del Cilento e Vallo di Diano, tutto in Campania (181.000 ha) e dal P.N. del Gran Sasso-Laga, che abbraccia tre regioni (Marche, Lazio e Abruzzo) per una superficie complessiva di 143.000 ha.
Tra i Parchi Nazionali "storici", il più vasto è quello dello Stelvio con quasi 135.000 ettari, che si estendono su Lombardia, Trentino ed Alto Adige.

In 125 anni la superficie boscata italiana è passata dai 5.300.000 ettari del 1870 ai 6.820.000 ettari del 1995; tale incremento, determinato da vari fattori, è però solo quantitativo poichè rispetto al 1870, prevalgono i cedui, che rappresentano ancora il 57% dei boschi italiani.
Dopo una diminuzione costante delle superfici boscate fino alla 1^ guerra mondiale, dal 1919 si ha un incremento dovuto all'acquisizione di nuove provincie; dal 1925 l'area forestale aumenta progressivamente fino al 1945, in periodo bellico, quando soprattutto le fustaie subiscono una modesta contrazione.

A partire dagli anni '50 il bosco tende ad insediarsi nuovamente nei terreni un tempo agricoli e torna nelle zone che gli sono più confacenti.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Pagina Iniziale

INCENDI FORESTALI

A partire dagli anni '70, l'aggravamento degli incendi boschivi è stato un fenomeno comune a tutti i paesi industrializzati.

Le minacce più gravi riguardano le regioni che hanno estati calde e aride, forti venti, topografia accidentata e popolazione ad alta densità.

L'abbandono di vecchie forme di economia rurale ha prodotto pericolosi accumuli di combustibili nei boschi. Lo sviluppo dell'industria, del turismo e della mobilità di massa si è risolto in tante nuove cause d'incendio.

Il numero degli incendi boschivi è in continuo incremento: 5.660 nel 1980, 9.479 nel 1990, 11.932 nel 1993. Per quanto riguarda le superfici forestali bruciate, si è toccato il massimo proprio nel 1993, con oltre 104 mila ettari, pari all'1,5% della superficie boscata nazionale.
Il 1995, caratterizzato da un andamento climatico più umido, ha fatto registrare un numero di incendi molto inferiore.

Nel 1997, il numero degli incendi è stato piuttosto elevato (11.612) mantenendo la tendenza all’aumento che si può notare nel grafico soprastante; anche la superficie forestale interessata è rimasta al di sopra della media (62.774 ha).


Le Regioni più colpite in quest’ultimo anno, per le superfici boscate, sono state la Calabria con 10.305 ha, la Sicilia con 8.742 ha e la Sardegna con 5.315 ha.
Il maggior numero di incendi si è registrato in Sardegna (2.508), in Calabria (1.397) e in Campania (1.258).

 

 

 

 

 

 

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