LA VOCE DI STAITI            Ognuno può esprimere liberamente il proprio pensiero

LUGLIO 2000

LA VOCE COMPIE TRE ANNI

NASCE A STAITI LA PRIMA EDIZIONE DI UN RECITAL IN VERNACOLO CALABRESE

SANT' ANNA BENEDETTA

La Voce compie tre anni

Tre anni, in genere, sono abbastanza perché si possa esprimere un sereno giudizio su qualunque attività, se poi esso riguarda quella socio-culturale delle nostre Pro Loco ed in particolar modo quella della Pro Loco di Staiti, essi sono anche troppi. Troppi se si consideri l'inarrestabile dinamismo con cui i Responsabili dell'Associazione staitese hanno operato in questo triennio, alacrità che oggi si traduce nel raggiungimento degli obiettivi che, se non ottimali, senz'altro sono da ritenersi soddisfacenti. E' gratificante, infatti, per chi finora si e prodigato e sacrificato a portare avanti una non facile azione di recupero ambientale comprensivo anche del ricco quanto interessante patrimonio storico ed architettonico, sedere accanto alle sempre avviate ed efficienti Pro Loco dei maggiori Centri della fascia jonica reggina, partecipare a manifestazioni come "Paesiinfiera" con un apprezzato stand di "bontà" staitesi, fornire con scansione regolare notizie agli Staitesi e non solo attraverso il "giornale" La Voce di Staiti. Un foglio di carta volante, direbbe qualche malevolo di quest'ultimo, su cui, però. vengono fissati fatti, personaggi, idee. tradizioni, progetti, speranze, sentimenti, a cui non tutti sono insensibili. Un foglio volante, inizialmente si è succeduto all'altro tra l'indifferenza anche degli stessi Staitesi, certi che presto il responsabile di "tanta pubblicazione" si sarebbe stancato di tediare chi e abituato a dormire e a credere ineluttabilmente che tanto nulla cambierà! Tutt'altro! Foglio dopo foglio La Voce Di Staiti ha raggiunto la bellezza di tre anni di vita ed è divenuto, oggi, un prezioso notiziario, veicolo di storia, di folklore, di poesia, d' idee espresse liberamente da chiunque abbia sentito e senta il bisogno di dire la sua su Staiti e dintorni. E' una gioia soprattutto per gli Staitesi lontani, poter inviare "un pezzo" a La Voce Di Staiti in cui ricordare con struggente nostalgia momenti di giovinezza vissuti in comunione con la Gente del luogo rimasta affettuosamente viva nel cuore e nella mente. Rivivono, così, attraverso la penna del prof, Domenico Monoriti, direttore didattico a San Giovanni in Persiceto di Bologna, la gnura Mariuzza, la gnura Agata, la gnura Vittoria, statuine di un presepio fuori moda, ma tanto significante per la comprensione di un epoca, per fortuna delle donne, quasi sparita, che il prof. Monoriti da affezionato figlio di Staiti, si porta stagliata dentro nella propria anima con tanta dolcezza mista ad una punta di amarezza determinata dalla lontananza. Il canto delle donne in nero durante la novena di Natale "E l'erbiceglia non era criata", visione della "terrateglia", sono cosi vive e palpitanti nel suo racconto da trasmettere anche al lettore, non solo staitese la sua emozione da farci sentire: persino le sfumature di quei canti solenni. Quanta memoria, e il proprio il caso dirlo, in queste due facciale in cui riescono a trovare spazio le voci più disparate, gli argomenti più astrusi, poesie di Garlaschi, i pezzi di tanti amici sinceramente impegnati nel riscatto della nostra zona, articoli diversi ma tutti legati da un invisibile filo che riconduce all'amore per il proprio paese e  al desiderio che esso viva. E Staiti deve vivere, non solo per il passato. ma anche e soprattutto per l'avvenire. Staiti non può e non deve morire. Così come non possono e non devono morire tutti piccoli Centri montani, poveri se vogliamo di tutto, ma ricchi di un forte e sano sentimento, religioso e civico insieme, quello della memoria, che ci lega alle nostre più vere e profonde radici, necessario ponte per portarci sulla strada del domani dei nostri Paesi, bisognosi per sopravvivere di scelte coraggiose e disinteressato impegno da parte di chiunque visceralmente e appassionatamente li unì. 

Rosa Marrapodi

 

 

Nasce a Staiti la prima edizione di un recital in vernacolo calabrese

 Sotto il cielo stellato di una calda serata estiva, mitigata dalla tramontana, giovedì 20 luglio u.s., a Staiti, in piazza S.Maria della Vittoria, si è svolta la prima edizione di una originale manifestazione socio-culturale organizzata dalla Pro-Loco. E 'stata la prima nel suo genere in questo "Paese dell' anima" sempre assopito tra le braccia di Morfeo. Il verseggiare rimato e cadenzato dei Poeti nostrani, accompagnati dalla musica de] maestro Giuseppe Misitano e dal canto di Piero Giulivo dell' Accademy  Music di Palizzi, ha disincantato e ravvivate l'atmosfera paesana.  

E' stato il presidente della Pro-Loco, prof, Bruno Scaramozzino a presentare la Prima Edizione del Recital in Vernacolo Calabrese  con Intermezzo Musicale a dare il benvenuto a tutti i presenti in Piazza e a salutare i Cittadini tutti quelli che sui balconi e dietro le finestre attendevano con ansiosa curiosità lo svolgersi della manifestazione. Subito dopo è intervenuto i] responsabile culturale della Pro Loco, prof Leone Campanella, per relazionare sul  sull'importanza e sul valore culturale sociale e storico del linguaggio dialettale quale mezzo di comunicazione interpersonale. Lo stesso ha ribadito che il. vernacolo rappresenta il passato di tante generazioni su cui sono germogliate le radici della loro cultura, della loro identità e delle loro civiltà. Alla fine del suo intervento i] prof. Campanella per dare il "là" alla manifestazione ha letto una significativa poesia, in dialetto, del sig. Angelo Monoriti (un colto e laborioso staitese d' adozione), intitolata "A fimmina i 'na vota" dai cui versi emerge l'imponenza e la laboriosità della donna d'altri tempi. La manifestazione, svoltasi in un clima d] fattiva collaborazione con i Dirigenti delle Pro Loco di Brancaleone, ha visto alternarsi al microfono il presidente Totò MEDIATI ora da presentatore-moderatore, ora di  verace poeta dialettale con le sue interessanti e divertenti poesie.

Il tour delle recitazioni poetiche è iniziate con la prof.ssa Rosa MARRAPODI di B ruzzano Z effirio, autrice di un interessante e ricca produzione letteraria in versi e in prosa. Nei versi della poesia A Vineglia ricompare il mondo delle "cotraranza" con tutti quei ricordi personali che costituiscono gli indelebili capitoli delle fanciullezza e dell'adolescenza trascorse felicemente nella "Viuzza di casa mia' quando "Tutto giocondo il fato appariva", come rimembra ancora Gaetano Scaramozzino. Nella poesia A Hjiurara ricompaiono le infaticabili gelsominaie di alcuni decenni addietro che da "I tri da matina", si cimentavano nella raccolta de] delicato e profumato gelsomino, ormai spiantato dalle fertili terre dei giardini del Vignale.della Corte, di Raso, della Marinella e del Pantano, la cui pregiata "concreta" è stata sostituita dai prodotti sintetici dell'industria, ma che ha procurato lavoro e benessere in tante famiglie. Di quell'essenza ormai non resta che il "ricordu caru i nu tempu j'utu chi non torna cchju".

Segue il Sig. Luciano Nocera, ex porta lettere di Motticella di Bruzzano, il colto e diligente postino vissuto ai piedi dello Scapparrone che con le sue poesie ha stimolato l'attenzione e l'allegria dei presenti in Piazza. Il Suo Cantu Calabrisi è una lirica da cui emerge il profondo radicamento nella propria terra che con le sue sventure con i suoi drammi, con le sue miserie e con le sue bellezze naturali inducono il Nocera a dire della Calabria "Tu pe mmia si tuttu terra mia". Il  suo lirismo poetico raggiunge momenti sublimi che si elevano ben oltre "a punta 'i Scapparruni" con A Vita, dove a tanti sentimenti di alta umanità, misti a grandi valori esistenziale insiti nella società del passato, si contrappone spesso, nella odierna società dei consumi, una vita che "è 'na cascietta chjina 'i chiova". Arriva il turno del sig. Pasquale FAVASULI, un saggio poeta autodidatta, autentico erede "africotu" di quella "Perduta Gente", dalle scarpe grosse e dal cervello fine. A Partita Du Palluni è una interessante composizione il cui tema e di estrema attualità, dove i problemi del calcio vengono evidenziati a tinte forti. E’ uno sport diventato ormai "Un grandi bissinisi", che giornalmente scatena inutili guerre tra poveri, per difendere spesso "'Na partita chi tutti perdimu!". Con i versi di Quand’era Giuvanottu, caratterizzati da una forte capacita espressiva, il Favasuli traccia la parabola dell'esistenza umana, da quando "giuvanottu mi cridia" sino a quando "rriva 'na botta i ventu e 'ndi vola" e, quindi conclude: "scialamundi prima pemmi 'ndi scura".

Le poesie di Bruno LUCISANO, nato e vissuto adolescente a Staiti, sono sempre dei bei e simpatici quadretti di vita paesana. E chi di noi "Staitani" può dimenticare A Gaglina "i mastru Vicenzu", il mitico "forgiaru", alto, nerboruto e forte, nelle Sua "forgia", sempre chino sull'incudine, brandendo con la "dritta" il pesante martello e con la "manca" la grande pinza per tenere ferme il ferro rovente per farc:"ferra 'i sceccu. pali e pichi, sciamarri e gommari, tripodi e paletti"? Era diventata la favola del Paese e tale è rimasta per grandi e piccoli del tempo, quando "'na bella sira mastru Vicenzu si 'mbriacau" e, forse ispirato dai fumi di Bacco, prendendo per le gambe la povera gallina che aveva preso l’ abitudine di deporre le uova "'nto gaglinaru 'i donna Cuncetta", la "scancarau" in due parti. Molta ilarità ha suscitato poi, in Piazza, la storica poesia I Sumeri che "pa nnui sunnu i scecchi". Ma il pezzo forte della serata è arrivato con la brillante recitazione del dott. Giovanni FAVASULI, di Africo Nuovo che, con piglio gasmaniano, ha galvanizzato l’ attenzione della platea. Discendente da una famiglia di Casalnuovo d'Africo, dove l'amore per la poesia si e tramandato da padre a figlio e l'autore di I Ddui Piatti Da Bilanza, una interessante raccolta di poesie in vernacolo

Le poesie di Favasuli  sono dei chiaroscuri di grande valore culturale, umano, sociale e storico: U Mari, ti Celii, Vccchiu Paisi, A Strata, e altro ancora esprimono la dimensione di un animus poetico ricco di ideali e di valori |intramontabili, nonostante i profondi cambiamenti della società :e delle condizioni socio-leconomiche.

Conclude il giro la prof.ssa Marrapodi con una interessante 'riflessione di carattere sociale, politico e culturale, n Suo è stato un pressante invito a continuare iniziative del genere e a proseguire sulla strada della valorizzazione culturale del territorio, a ricercare soluzioni adeguate ai tanti problemi di questo "Sfasciume pemdulo sul mare". Il suo appello è stato un insistente incoraggiamento a far sì che i paesi dell'entroterra, come Staiti, non muoiano, ma possano rivivere anche attraverso tali iniziative, dove il patos umano si esterna in tutte le sue dimensioni. Per la Marrapodi il riscatto della "Gente d'As promonte" deve necessariamente passare attraverso la cultura, perché senza cultura non e'è futuro.

Al termine della manifestazione, la Pro Loco, ha consegnato ad ogni partecipante un attestato a ricordo della bella serata trascorsa nella "Chiazza" di Staiti. "Dulcis in fundo", la kermesse si è festosamente conclusa oltre la mezzanotte accompagnata dai bronzei rintocchi del vecchio orologio, su dal campanile e con una lauta libagione a base di capicogliu, furmaggiu, pani e vinu.  

A cura di Leone Campanella

Sant'Anna Benedetta

Sant'Anna benedetta a cuore aperto veniamo ai Vostri piedi e V'imploriamo del Vostro grande amore ognuno è certo certo perché, tutti ed ognuno, noi, Vi amiamo!

 

Voi siete il nostro sole di speranza:

la fonte d'ogni grazia ai nostri cuori:

del Vostro amor sappiamo la costanza:

Voi balsamate ognor pene e dolori!

 

Grazie sant'Anna nostra benedetta

Padrona del Paese e d'ogni cuore:

Voi di bontà e d'amor splendida vetta!

 

Dovunque siamo qualsisia il dolore

al nostro cuore Vi terremo stretta

e con Voi vinceremo ogni timore!

 

lungo l'arco del tempo e della vita

dovunque andremo Ci sarete accanto:

e lieve diverrà pur la salita,

dolcissimo sarà persino il pianto!

 

Anche la lontananza si sopporta

se il ricordo di Voi sorride in cuore

perché il materno volto ci conforta

e balsama per noi pene e dolore!

 

dolce Sant'Anna, Nonna del fulgore

o MAmma della Mamma Benedetta

ai Vostri piedi deponiamo il cuore...

 

A Voi ci uniamo, Vi teniamo stretta

avrete sempre e intero il nostro amore

dolce Sant'Anna nostra, prediletta!

 

Giuseppe Landolfo

Questo canto-prece, in onore di Sant'Anna, protettrice di Staiti, nasce da un bisogno interiore e da un esigenza spirituale del poeta-scrittore Giuseppe Landolfo di Bruzzano Zeffirio, di esprimere una preghiera a Sant'Anna, quale devoto fedele di origini staitesi.

Come pro Loco esprimiamo il più vivo apprezzamento ai Reverendi Parroci don Leone e don Giovanni, al signor Giovanni principato ed ai membri del Consiglio Parrocchiale e per la buona riuscita dei tradizionali festeggiamenti civili e religiosi in onore di Sant'Anna.

Il programma realizzato ha pienamente soddisfatto le aspettative dei Cittadini che anche quest'anno hanno manifestato la loro devozione con generose offerte a cui si è aggiunto anche un contributo finanziario della Comunità Montana

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