La Voce compie tre anni
Tre
anni, in genere,
sono abbastanza perché si possa esprimere un
sereno giudizio su qualunque attività, se poi
esso riguarda quella socio-culturale delle nostre Pro Loco ed in particolar modo quella della Pro Loco di Staiti,
essi sono anche
troppi. Troppi se si consideri l'inarrestabile dinamismo con cui i Responsabili dell'Associazione staitese hanno operato in questo triennio,
alacrità che oggi si traduce nel
raggiungimento degli obiettivi che, se non ottimali,
senz'altro sono da ritenersi soddisfacenti. E'
gratificante, infatti, per chi finora si e prodigato
e sacrificato a
portare avanti una non facile azione di
recupero ambientale
comprensivo anche del ricco quanto interessante patrimonio storico ed architettonico, sedere
accanto alle sempre avviate ed efficienti Pro
Loco dei maggiori Centri della fascia jonica
reggina, partecipare a manifestazioni come "Paesiinfiera" con un apprezzato stand di "bontà"
staitesi, fornire con scansione regolare
notizie agli Staitesi e non solo attraverso il "giornale" La Voce di Staiti. Un foglio di carta volante, direbbe qualche malevolo
di quest'ultimo, su cui, però. vengono fissati fatti, personaggi, idee. tradizioni, progetti, speranze, sentimenti, a cui non
tutti sono insensibili. Un foglio volante,
inizialmente si è succeduto all'altro tra l'indifferenza anche degli stessi Staitesi, certi che presto
il responsabile di "tanta pubblicazione" si sarebbe stancato di tediare chi e abituato a dormire
e a credere ineluttabilmente che tanto nulla cambierà! Tutt'altro!
Foglio dopo foglio La Voce Di Staiti ha
raggiunto la bellezza di tre anni di vita ed è divenuto, oggi, un prezioso notiziario, veicolo di storia, di folklore, di poesia, d' idee espresse liberamente da chiunque abbia sentito e senta il
bisogno di dire la sua su Staiti e dintorni.
E' una gioia soprattutto per gli Staitesi lontani, poter inviare "un pezzo"
a La Voce Di Staiti in cui ricordare con struggente nostalgia momenti di giovinezza
vissuti in comunione con la Gente del luogo
rimasta affettuosamente viva nel cuore e
nella mente. Rivivono, così, attraverso la
penna del prof,
Domenico Monoriti, direttore didattico a San Giovanni in Persiceto di Bologna, la gnura Mariuzza, la gnura Agata, la gnura
Vittoria, statuine di un presepio fuori moda, ma tanto significante per la
comprensione di un epoca, per fortuna delle
donne, quasi sparita, che il prof.
Monoriti da affezionato figlio di Staiti, si porta stagliata
dentro nella
propria anima con tanta dolcezza mista ad una
punta di amarezza determinata dalla
lontananza. Il canto delle donne in nero durante la novena di Natale "E
l'erbiceglia non era criata", visione della "terrateglia", sono cosi vive
e palpitanti nel suo racconto da trasmettere anche al lettore, non solo
staitese la sua emozione da farci sentire: persino le sfumature di quei
canti solenni. Quanta memoria, e il proprio il caso dirlo, in queste due
facciale in cui riescono a trovare spazio le voci più disparate, gli
argomenti più astrusi, poesie di Garlaschi, i pezzi di tanti amici
sinceramente impegnati nel riscatto della nostra zona, articoli diversi ma
tutti legati da un invisibile filo che riconduce all'amore per il proprio
paese e al desiderio che esso
viva. E Staiti deve vivere, non solo per il passato. ma anche e
soprattutto per l'avvenire. Staiti non può e non deve morire. Così come
non possono e non devono morire tutti piccoli Centri montani, poveri se
vogliamo di tutto, ma ricchi di un forte e sano sentimento, religioso e civico insieme, quello della memoria, che ci lega alle nostre più vere e profonde
radici, necessario ponte per portarci sulla strada del domani dei nostri
Paesi, bisognosi per sopravvivere di scelte coraggiose e disinteressato
impegno da parte di chiunque visceralmente e appassionatamente li
unì.
Rosa
Marrapodi
Nasce a Staiti la prima edizione di un recital
in vernacolo calabrese
Sotto
il cielo stellato di una calda serata estiva, mitigata dalla tramontana, giovedì 20 luglio u.s., a Staiti, in piazza S.Maria della Vittoria, si è svolta la prima edizione di una originale manifestazione
socio-culturale organizzata dalla Pro-Loco. E
'stata la prima nel suo genere in questo "Paese dell' anima" sempre assopito tra le braccia di Morfeo. Il
verseggiare rimato e cadenzato dei Poeti nostrani, accompagnati dalla musica de] maestro
Giuseppe Misitano
e dal canto di Piero Giulivo dell' Accademy Music di Palizzi, ha disincantato e ravvivate
l'atmosfera paesana.
E' stato il presidente
della Pro-Loco, prof, Bruno Scaramozzino a presentare la Prima Edizione del Recital in Vernacolo Calabrese con Intermezzo Musicale a
dare il benvenuto
a tutti i presenti in Piazza e a salutare i Cittadini tutti quelli che sui
balconi e dietro le finestre attendevano con ansiosa curiosità lo
svolgersi della manifestazione. Subito dopo è intervenuto i] responsabile
culturale della Pro Loco, prof Leone Campanella, per relazionare sul sull'importanza e sul
valore culturale sociale e storico del
linguaggio dialettale quale mezzo di
comunicazione interpersonale. Lo stesso ha
ribadito che il. vernacolo rappresenta il passato di tante generazioni su cui
sono germogliate le radici della loro cultura, della loro identità e delle loro civiltà.
Alla fine del suo
intervento i] prof. Campanella per dare il "là" alla manifestazione ha letto una
significativa poesia, in dialetto,
del sig. Angelo
Monoriti (un colto e laborioso staitese
d' adozione),
intitolata "A fimmina i 'na vota" dai cui versi emerge l'imponenza e la
laboriosità della donna d'altri tempi. La
manifestazione, svoltasi in un clima d] fattiva collaborazione con i Dirigenti delle Pro Loco
di Brancaleone, ha visto alternarsi al microfono
il presidente Totò MEDIATI ora da presentatore-moderatore, ora di verace poeta dialettale con le
sue interessanti e divertenti poesie.
Il
tour delle recitazioni poetiche è iniziate con
la prof.ssa Rosa MARRAPODI di B ruzzano Z effirio, autrice di un interessante e ricca
produzione letteraria in versi e in prosa. Nei
versi della poesia A Vineglia
ricompare il mondo delle "cotraranza" con
tutti quei ricordi personali che costituiscono gli indelebili capitoli delle fanciullezza e dell'adolescenza trascorse felicemente nella "Viuzza di casa mia' quando "Tutto
giocondo il fato appariva", come rimembra
ancora Gaetano Scaramozzino. Nella poesia A
Hjiurara ricompaiono le infaticabili gelsominaie di alcuni decenni addietro che
da "I tri da matina", si cimentavano nella raccolta de]
delicato e profumato gelsomino, ormai spiantato dalle fertili terre dei giardini del Vignale.della Corte, di Raso, della Marinella e del Pantano, la cui pregiata "concreta" è stata sostituita dai prodotti sintetici dell'industria, ma che ha procurato lavoro e benessere in tante famiglie.
Di quell'essenza ormai non resta che il "ricordu caru i nu tempu j'utu chi
non torna cchju".
Segue
il Sig. Luciano Nocera, ex
porta lettere di Motticella di Bruzzano, il colto e diligente postino
vissuto ai piedi dello Scapparrone che con le sue poesie ha stimolato
l'attenzione e l'allegria dei presenti in Piazza. Il Suo Cantu
Calabrisi è una lirica da cui emerge il profondo radicamento nella
propria terra che con le sue sventure con i suoi drammi, con le sue
miserie e con le sue bellezze naturali inducono il Nocera a dire della
Calabria "Tu pe mmia si tuttu terra mia". Il suo lirismo poetico raggiunge
momenti sublimi che si elevano ben oltre "a punta 'i Scapparruni" con A
Vita, dove a tanti sentimenti di alta umanità, misti a grandi valori
esistenziale insiti nella società del passato, si contrappone spesso,
nella odierna società dei consumi, una vita che "è 'na cascietta chjina 'i
chiova". Arriva il turno del sig. Pasquale FAVASULI, un saggio poeta
autodidatta, autentico erede "africotu" di quella "Perduta Gente", dalle
scarpe grosse e dal cervello fine. A Partita Du Palluni è una
interessante composizione il cui tema e di estrema attualità, dove i
problemi del calcio vengono evidenziati a tinte forti. E’ uno sport
diventato ormai "Un grandi bissinisi", che giornalmente scatena inutili
guerre tra poveri, per difendere spesso "'Na partita chi tutti perdimu!".
Con i versi di Quand’era Giuvanottu, caratterizzati da una forte
capacita espressiva, il Favasuli traccia la parabola dell'esistenza umana,
da quando "giuvanottu mi cridia" sino a quando "rriva 'na botta i ventu e
'ndi vola" e, quindi conclude: "scialamundi prima pemmi 'ndi scura".
Le
poesie di Bruno LUCISANO, nato e vissuto adolescente a Staiti, sono sempre
dei bei e simpatici quadretti di vita paesana. E chi di noi "Staitani" può
dimenticare A Gaglina "i mastru Vicenzu", il mitico "forgiaru",
alto, nerboruto e forte, nelle Sua "forgia", sempre chino sull'incudine,
brandendo con la "dritta" il pesante martello e con la "manca" la grande
pinza per tenere ferme il ferro rovente per farc:"ferra 'i sceccu. pali e
pichi, sciamarri e gommari, tripodi e paletti"? Era diventata la favola
del Paese e tale è rimasta per grandi e piccoli del tempo, quando "'na
bella sira mastru Vicenzu si 'mbriacau" e, forse ispirato dai fumi di
Bacco, prendendo per le gambe la povera gallina che aveva preso l’
abitudine di deporre le uova "'nto gaglinaru 'i donna Cuncetta", la
"scancarau" in due parti. Molta ilarità ha suscitato poi, in Piazza, la
storica poesia I Sumeri che "pa nnui sunnu i scecchi". Ma il pezzo
forte della serata è arrivato con la brillante recitazione del dott.
Giovanni FAVASULI, di Africo Nuovo che, con piglio gasmaniano, ha
galvanizzato l’ attenzione della platea. Discendente da una famiglia di
Casalnuovo d'Africo, dove l'amore per la poesia si e tramandato da padre a
figlio e l'autore di I Ddui Piatti Da Bilanza, una interessante
raccolta di poesie in vernacolo
Le
poesie di Favasuli sono dei
chiaroscuri di grande valore culturale, umano, sociale e storico: U
Mari, ti Celii, Vccchiu Paisi, A Strata, e
altro ancora esprimono la dimensione di un animus poetico ricco di ideali
e di valori |intramontabili, nonostante i profondi cambiamenti della
società :e delle condizioni socio-leconomiche.
Conclude
il giro la prof.ssa Marrapodi con una interessante 'riflessione di
carattere sociale, politico e culturale, n Suo è stato un pressante invito
a continuare iniziative del genere e a proseguire sulla strada della
valorizzazione culturale del territorio, a ricercare soluzioni adeguate ai
tanti problemi di questo "Sfasciume pemdulo sul mare". Il suo appello è
stato un insistente incoraggiamento a far sì che i paesi dell'entroterra,
come Staiti, non muoiano, ma possano rivivere anche attraverso tali
iniziative, dove il patos umano si esterna in tutte le sue dimensioni. Per
la Marrapodi il riscatto della "Gente d'As
promonte" deve necessariamente passare attraverso la cultura, perché senza
cultura non e'è futuro.
Al
termine della manifestazione, la Pro Loco, ha consegnato ad ogni
partecipante un attestato a ricordo della bella serata trascorsa nella
"Chiazza" di Staiti. "Dulcis in fundo", la kermesse si è festosamente
conclusa oltre la mezzanotte accompagnata dai bronzei rintocchi del
vecchio orologio, su dal campanile e con una lauta libagione a base di
capicogliu, furmaggiu, pani e vinu.
A
cura di Leone Campanella
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Sant'Anna
Benedetta
Sant'Anna benedetta a cuore aperto veniamo ai Vostri piedi e
V'imploriamo del Vostro grande amore ognuno è certo certo perché, tutti ed
ognuno, noi, Vi amiamo!
Voi siete il nostro sole di speranza:
la fonte d'ogni grazia ai nostri cuori:
del Vostro amor sappiamo la costanza:
Voi balsamate ognor pene e dolori!
Grazie sant'Anna nostra benedetta
Padrona del Paese e d'ogni cuore:
Voi di bontà e d'amor splendida vetta!
Dovunque siamo qualsisia il dolore
al nostro cuore Vi terremo stretta
e
con Voi vinceremo ogni timore!
lungo l'arco del tempo e della vita
dovunque andremo Ci sarete accanto:
e
lieve diverrà pur la salita,
dolcissimo sarà persino il pianto!
Anche la lontananza si sopporta
se il ricordo di Voi sorride in cuore
perché il materno volto ci conforta
e
balsama per noi pene e dolore!
dolce Sant'Anna, Nonna del fulgore
o
MAmma della Mamma Benedetta
ai Vostri piedi deponiamo il cuore...
A
Voi ci uniamo, Vi teniamo stretta
avrete sempre e intero il nostro amore
dolce Sant'Anna nostra, prediletta!
Giuseppe Landolfo
Questo canto-prece, in onore di Sant'Anna,
protettrice di Staiti, nasce da un bisogno interiore e da un esigenza
spirituale del poeta-scrittore Giuseppe Landolfo di Bruzzano Zeffirio, di
esprimere una preghiera a Sant'Anna, quale devoto fedele di origini
staitesi.
Come pro Loco esprimiamo il più vivo
apprezzamento ai Reverendi Parroci don Leone e don Giovanni, al signor
Giovanni principato ed ai membri del Consiglio Parrocchiale e per la buona
riuscita dei tradizionali festeggiamenti civili e religiosi in onore di
Sant'Anna.
Il programma realizzato ha pienamente
soddisfatto le aspettative dei Cittadini che anche quest'anno hanno
manifestato la loro devozione con generose offerte a cui si è aggiunto
anche un contributo finanziario della Comunità Montana
Pro Loco
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