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M. 23 marzo ore 21.15 - Turno A e Libero
M. 24 marzo ore 21.15 – Turni B e Libero
G. 25 marzo ore 21.15 – Turni C e Libero
V. 26 marzo ore 21.15 – Turno D e Libero
S. 27 marzo ore 21.15 - Turno E e Libero

LA NOTTE... CANTA


di Jon Fosse
traduzione di Graziella Perin
con Gabriele Calindri, Andrea Failla, Massimiliano Lotti, Gabriella Pochini, Elisabetta Ratti
regia Beno Mazzone
scena e disegno luci Paco Azorin
musiche Ruggiero Mascellino
costumi Giovanna Puccio
luci Gianfranco Mancuso

TEATRO LIBERO PALERMO
(prima ed esclusiva nazionale)
durata: 1h.30

Lo spettacolo fa parte delle “residenze di creazione”
sostenute dal Comune di Palermo, Assessorato alla Cultura
 

Uno spettacolo che parla dell’uomo e in particolare dei problemi esistenziali degli uomini. Nella pièce una giovane donna, un giovane uomo e un bambino, un nucleo familiare perfetto all’apparenza, ma…. qualcosa accade.
Ancora una volta Beno Mazzone ha scelto un testo inedito di un giovane autore rappresentato in vari paesi europei e definito il nuovo Ibsen.
Jon Fosse, scrive storie quotidiane, con un linguaggio duro, pieno di silenzi e di stati d’animo, di parole non dette, per raccontare un malessere, spesso con battute monosillabiche. Non sono personaggi straordinari quelli che popolano le pièce di Fosse, al contrario, un po’ banali ma un incidente quotidiano può diventare un evento drammatico in un filo di angoscia tra vita e morte.
“Scrivo dei testi chiusi senza volerli rendere enigmatici (…). Se fanno riferimento a un contesto sociale o politico, non è stata la mia intenzione, ma non mi oppongo neanche. Le immagini del vuoto che concepisco possono dire qualche cosa sulla nostra società, ma lo fanno in maniera implicita. In questo senso, la mia scrittura è un commento critico, politico, se si vuole”. (Jon Fosse)
 

This is a show about men and thair existential problems particularly. In the pièce a young woman, a young man and a child, an apparently perfect family nucleus, but… something happens.
Once again Beno Mazzone has chosen a text of a young author represented in various European countries and considered the new Ibsen.
Jon Fosse, writes everyday stories, with a strong language, full of silences and state of mind, of words never spoken, to talk about an uneasiness, often with monosyllabic lines.
The characters that populate the pièce are not extraordinary, on the contrary, a bit banal but a daily accident can become a dramatic event in a thread of anguish between life and death. “I write closed texts without wanting to make them enigmatic (..) If they refer to a social or political context, it wasn’t my intention, but I’m not against it either. The images of emptiness that I conceive can say something about our society, but in an implicit way. By so doing, my writing ia a critical, political comment. (Jon Fosse)

Teatro Libero Incontroazione

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