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 Sezione VII
SEZIONE VII - Immagini e devozione.

 

A cura di Paolo Castellani

La serie di monete campioni delle diverse zecche attive intorno al 1300 (nn. 134-138) e soprattutto la serie di "provisini" (n. 139) sono tra i migliori testimoni della devozione che animava il pellegrino del primo Giubileo in visita alle basiliche romane degli Apostoli. A monete come queste si riferivano le cronache dell'epoca che descrivevano come "notte e giorno due chierici stavano presso l'altare di san Paolo con i mano rastrelli e raccoglievano denaro senza fine", denaro da identificarsi "non in grandi donativi d'oro e d'argento, ma in spiccioli di moneta corrente di ciascuna provincia". E proprio questo dovrebbe dimostrare che le monete più che un'offerta venale rappresentavano un atto simbolico, un gesto che segnava il compimento del pellegrinaggio, lo scioglimento di un voto, il lasciare qualcosa di sé, che legava il pellegrino al luogo e al santo, presso la tomba venerata, "toccata" da un oggetto usualmente toccato dal fedele. La miniatura trecentesca del Decretum Gratiani (Vat. Lat 1366) illustra esattamente questa scena, con due pellegrini che depongono una moneta su di un altare  sul quale si vedono monete lasciate da altri pellegrini.144.jpg

Ma la devozione del pellegrino non si indirizzava soltanto verso i "luoghi" o gli oggetti santi, ma anche verso le immagini sacre, raffiguranti Cristo, la Vergine e i santi. Va infatti ricordato come nel Medioevo fosse nettamente privilegiato l'aspetto "cultuale" dell'immagine (trasformandola così in immagine-oggetto di culto o portatrice di un determinato significato) rispetto a quello formale, pur non trascurando quest'ultimo, al quale anzi era affidata l'efficacia dell'immagine stessa e l'effetto che essa doveva determinare. In alcuni casi, un'immagine era utilizzata per "proteggerne" un'altra, ancora più sacra, come nel caso delle due tavole raffiguranti l'Annunciazione (nn. 141-142), provenienti dall'abbazia di S. Nilo a Grottaferrata (opera del secondo maestro del ciclo affrescato esposto nella sez. VIII), dove costituivano gli sportelli che proteggevano l'icona della Vergine venerata nella chiesa.

Tra le tipologie di immagini oggetto di maggior devozione certamente rientrano le sculture lignee dipinte, tra le quali qui si presentano il crocifisso ligneo del monastero di S. Ambrogio della Massima (tra i pochi crocifissi lignei romani medievali conservati), opera di un artefice probabilmente francese della metà del Duecento che conferisce al Cristo un'espressione di sofferenza priva di forzature patetiche, resa grazie al gonfiore delle palpebre, alla bocca socchiusa e alle linee che segnano il volto, e la statua lignea di S. Paolo proveniente dalla basilica di S. Paolo fuori le mura, opera di un valido seguace di Arnolfo di Cambio e realizzata presumibilmente nell'ambito delle ultime grandi committenze che coinvolsero le basiliche romane negli anni a ridosso del primo Giubileo.4a.jpg

Il tema della crocifissione, oggetto di sempre maggiore devozione con il diffondersi degli ordini mendicanti, in particolare i Francescani, impegnati a seguire, sulla scia di Francesco d'Assisi, il Cristo povero e crocifisso, torna negli affreschi staccati da S. Balbina, realizzati da una bottega romana della seconda metà del Duecento.

Le immagini-oggetti, o meglio in questo caso oggetti-immagini, dei quali è più scontato un uso prevalentemente cultuale sono ovviamente i reliquiari, in particolare quelli figurati o riproducenti forme corporee; tra questi si espongono una testa-reliquiario dei Ss. Giovanni e Paolo e un braccio-reliquiario di S. Matteo (che secondo la devozione popolare avrebbe dovuto contenere il braccio con il quale s. Matteo scrisse il Vangelo). Sono entrambi attualmente conservati nel tesoro della cattedrale di Veroli, ma provengono dall'abbazia cistercense di Casamari, per la quale vennero realizzati da argentieri locali alla fine del Duecento, e mostrano pur nella notevole rigidità formale una grande perizia tecnica nella lavorazione della materia.


Statua raffigurante S. Paolo, ultimo quarto del sec. XIII - primo quarto del XIV, Roma, Basilica di San Paolo fuori le mura

Crocifissione con S. Giovanni Evangelista e altro santo, frammento di affresco dal Monastero di Santa Balbina, Roma Istituto Santa Margherita (part.)

 

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