LE OSSERVAZIONI DEL SINDACATO UILTRASPORTI AL P.U.T. DI LECCE IN RELAZIONE AL TRASPORTO PUBBLICO E PRIVATO SU GOMMA E FERRO
LECCE - Gennaio 2001.
Il PUT, secondo le "direttive per la redazione, adozione ed attuazione dei piani urbani del traffico" (art.36
del D.L. 30 aprile 1992, n°285), permette a chi utilizza il sistema città di fruire appieno delle sue
possibilità, sviluppando al massimo le relazioni sociali ed economiche; è necessario pertanto che nella sua
redazione siano tenute in particolare riguardo le necessità di spostamento da attuare in modo rapido,
economico e comodo.
Per parlare di trasporto pubblico locale (T.P.L.) è necessario domandarsi quali sono le finalità dello stesso,
diversamente non se ne può cogliere l'importanza e in conseguenza la necessità di inserire nel PUT adeguate
soluzioni tecniche che facilitino e valorizzino il ruolo del TPL.
Certo oggi dobbiamo costatare come il trasporto pubblico a Lecce sia poco considerato non avendo avuto
alcun intervento di alcun genere che potesse portarlo a sviluppare al massimo le proprie potenzialità per poter
sviluppare gli effetti benefici che ha nelle città del centro e nord Italia.
Il parlamento, il governo nazionale, indicano la necessità di potenziare e sviluppare il trasporto pubblico locale,
per motivi legati all'inquinamento urbano, al consumo del suolo, all'economicità di
gestione del sistema (il costo energetico dello spostamento di una persona, per 1 Km in auto occupata da un
solo passeggero è 100 volte superiore a quello dello stesso percorso effettuato con mezzo pubblico), del
rispetto delle aree monumentali, archeologiche, storiche, migliorare la qualità della vita (diminuire
l'esasperazione degli automobilisti).
Lecce stessa ha fatto proprie queste motivazioni sia partecipando alla chiusura domenicale e periodica di parti
della città che costituendo una SPA per gestire il trasporto pubblico urbano con criteri di efficienza che mettano
lo stesso in condizioni di migliorare il servizio ai cittadini e garantire la vita dell'azienda.
Insomma, i motivi a favore del trasporto pubblico locale sono tanti, sicuramente sono più quelli a favore che contro.
Eppure, strano a dirsi, nulla di tutto questo traspare nel progetto di "piano generale del traffico urbano" che,
autolimitandosi, non ha prospettato in modo completo quello che sarebbe dovuta essere la circolazione per i
prossimi due anni.
Poteva e doveva prevedere la corretta progettazione dell'organizzazione della circolazione anche nel settore
del Trasporto Pubblico Collettivo stradale; infatti, il miglioramento delle condizioni comporta una riduzione dei
tempi di spostamento degli autobus e del disagio degli utenti; inoltre, l'ottenimento di maggiore velocità e
regolarità dei servizi collettivi di trasporto concorre a richiamare più utenza sul servizio pubblico, determinando
così un ulteriore fondamentale elemento di decongestionamento del traffico urbano, tenuto conto della elevata
capacità di trasporto dei mezzi collettivi rispetto a quelli individuali (direttive per la redazione, adozione ed
attuazione dei piani urbani del traffico).
Tale volontà è stata confermata anche ultimamente, tanto che, nel nuovo CCNL degli autoferrotranvieri, comuni e
provincie si impegnano a varare dal 2001 specifici provvedimenti di disciplina del traffico (corsie differenziali,
installazione di semafori ad hoc, ...).
Analizzando la relazione, quel che appare evidente è la volontà del progettista di mettere al centro della sua
attenzione non lo spostamento armonioso del cittadino nella città, ma invece di dare risposta alla domanda:
come operare per fare entrare e parcheggiare più auto nel centro cittadino? Si cerca cioè di dimensionare la
città a misura delle auto.
Non sono affatto prese in considerazioni le necessità del trasporto pubblico, l'unico che possa garantire il
rispetto delle norme comunitarie e nazionali in termini di inquinamento e celerità di spostamento. E' infatti
ormai accertato che un ottimo sistema di trasporti è sicuramente competitivo con il trasporto privato.
La prospettata realizzazione nel tempo di ben dieci rondò, la costruzione dei boulevard, l'assedio del centro
cittadino da parte dei tanti parcheggi, inoltre la possibilità di attraversare la città nel senso nord-est, sud-est
utilizzando via Cavallotti, agevolano sicuramente l'occupazione della città da parte dei mezzi privati, togliendo
così spazio ai mezzi pubblici; peraltro domandiamoci: da dove potrebbe passare il previsto tracciato del Tram
elettrico, di ultima generazione, proposto dal sindaco?
Nulla si legge delle soluzioni da mettere in atto per favorire il trasporto pubblico urbano; in pratica in
partenza si mette in posizione sfavorevole l'uso della ferrovia, dei mezzi su gomma urbani ed extraurbani.
E' strano però come città come: Roma, Torino, etc. hanno potenziato il sistema di trasporto pubblico,
migliorando il servizio di tram, bus, servizio taxi, e cercano di risolvere i loro problemi di traffico favorendo, non
impedendo, l'utilizzo del mezzo pubblico; hanno sperimentato come i problemi di circolazione e quindi di
miglioramento della qualità della vita dei cittadini, si risolvono all'origine, offrendo qualità nel trasporto pubblico;
la qualità inizia nel momento in cui un nostro concittadino e/o un nostro conterraneo esce da casa per andare
da qualche parte.
E allora esistono due problemi che il PUT avrebbe dovuto valutare in modo differente:
1) Traffico in ingresso a Lecce
2) Traffico dei Leccesi
Il primo punto che è portatore di blocco della città, con traffico in ingresso dall'hinterland, è stato affrontato in
modo insufficiente se non quando pessimo: nulla è detto su come far defluire velocemente i mezzi pubblici
arrivanti a Lecce, nulla si legge di quale garanzia di celerità accordare a chi, in arrivo col mezzo ferroviario
intenda successivamente muoversi con i mezzi pubblici. L'assurdo si determina con l'individuazione dei
capolinea per gli autobus extraurbani: sono previsti, infatti, differenti luoghi di stazionamento a secondo
dell'azienda di trasporto, contribuendo così a generare altro traffico necessario per spostarsi da un punto all'altro
della città per prendere il mezzo interessato, a meno che non si voglia perseguire l'obiettivo di affossamento
del mezzo pubblico.
Nulla si è proposto per sfruttare appieno le possibilità delle Ferrovie del Sud Est prevedendo per esempio
fermate dei treni lungo l'itinerario di ingresso a Lecce, in corrispondenza di scuole, quartieri, aziende che sono
a ridosso della strada ferrata.
I due problemi esposti hanno un unico comune denominatore: lo spostamento di grandi masse di persone
contemporaneamente e negli stessi periodi temporali, di cui è facile individuare l'origine e la relativa puntuale
destinazione Eppure a favore di questo traffico non si è previsto nulla: cosa fare per non far rimanere imbottigliati
nel traffico i bus extraurbani, sia in ingresso che in uscita, cosa fare per garantire il collegamento con la stazione
ferroviaria?
Sono domande che non hanno risposta e che producono diseconomie per le aziende di trasporto e disservizi
per gli utenti; è recente la protesta degli studenti per l'inefficienza dei trasporti pubblici;
è di poco tempo fa la pubblicazione dei dati di gradimento del trasporto pubblico.
Gli utenti lo valutano in questo modo:
_ il 32,1 % afferma semplicemete che non esiste;
_ il 20,9% sono pochi i mezzi;
_ il 18,4% poche corse;
_ in generale solo il 10 % del campione si dichiara soddisfatto.
Per una città che accoglie giornalmente migliaia di studenti è veramente una situazione da precatastrofe, che
si evidenzia in modo clamoroso quando in occasione di normali eventi atmosferici, si determina il blocco della
circolazione in interi settori della città.
Cosa dire poi dei costi che devono sostenere gli studenti universitari a causa della mancanza di una efficiente
rete di trasporto.
A tutto questo il "piano generale del Traffico Urbano" avrebbe potuto iniziare a dare una risposta in termini di
agevolazione al trasporto pubblico di massa; avremmo ben visto i progettisti applicarsi anche a questo lavoro,
invece ...
Non ci pare che il piano preveda:
-- realizzazioni di corsie e itinerari protetti ad uso esclusivo dei mezzi pubblici;
-- intensificazione delle corse dei mezzi extraurbani in collegamento con gli urbani a favore dell'hinterland Leccese;
-- intensificazione della vigilanza e dei controlli;
-- regolazione semaforica con precedenza ai bus;
-- ...........
Ci poniamo ancora una domanda: i progettisti non hanno sentito la necessità, nel momento della raccolta dei
dati, di ascoltare le aziende, i sindacati, le associazioni dei consumatori? È intuitivo che solo chi vive sulla
propria pelle, ogni giorno le difficoltà che il traffico impazzito determina, può dare le giuste indicazioni per la
migliore progettazione: non è forse preferibile effettuare i necessari aggiustamenti in corso d'opera anziché
ad opera conclusa?
Riteniamo pertanto che i progettisti, nell'esaminare i dati, avrebbero dovuto autonomamente proporre un piano
che, seppur più elaborato, fosse più rispondente alle necessità delle città.
Il segretario della UILTrasporti
Donato Mariano
In collaborazione con Uff. studi UILT Lecce coordinato da Mascialino Maurizio.