Il TRAFORO DELL'ARLBERG

 

 

 

Lo scavo della galleria

 

 

 Il traforo dell'Arlberg

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Come si è già accennato, lo scavo di direzione o di avanzamento venne aperto in basso, al piano di regolamento. La galleria venne eseguita per anelli di lunghezza da 6 ad 8 metri, scavando dapprima la suddetta avanzata di base, poi, mediante fornelli (Aufbrüchen), l'avanzata in volta (Firststollen) ed eseguendo quindi lo scavo di allargamento con la muratura di rivestimento. Per la determinazione dell'asse del tunnel si tracciò sul terreno una serie di punti fissi di direzione, che si trovavano esattamente sulla direttrice di avanzamento, con l'appoggio ad una rete di capisaldi esterni collegati da una triangolazione trigonometrica. Inoltre, sia a St. Anton che a Langen furono costruiti due osservatori con pilastri quali punti trigonometrici di base. Da qui si prendeva la direzione dell'asse della galleria con opportuni collegamenti ai vicini capisaldi fino all'interno del traforo. Questi picchettamenti venivano fatti con periodicità piuttosto ampia e nel periodo notturno, cioè durante l'attività ridotta di cantiere. All'incontro delle due avanzate si riscontrò una deviazione sull'asse di 43 mm, mentre quella sull'altezza fu di 164 mm. Le perforatrici impiegate nella parte orientale erano del tipo "Ferroux" azionate ad aria compressa. Queste perforatrici si erano dimostrate ottime nei lavori del traforo del San Gottardo. La pressione necessaria per il funzionamento si aggirava sulle 5-6 atmosfere. All'inizio c'erano sei macchine in funzione, poi otto, montate su un ponte che pesava 2500 kg, il cosiddetto vagone - trapano. Ogni macchina dava, secondo la pressione, 300-500 colpi al minuto e venivano fatti sulla parete di avanzamento, secondo la costituzione della roccia, 20-30 fori da 35-40 mm di diametro e di m 1.60-2.00 di profondità; per far ciò le macchine impiegavano dalle 3 alle 4 ore. Nella parte occidentale si impiegavano le perforatrici "Brandt" azionate da turbine idrauliche. Erano costituite da una colonna a pressione montata orizzontalmente su un carro, sulla quale erano sistemati i trapani. La colonna era vuota e si componeva di due parti scorrevoli una nell'altra a cannocchiale che, sotto la pressione dell'acqua, venivano spinte contro le pareti del tunnel. Con un ingegnoso sistema di commutazione la colonna, dopo la fine della perforazione, poteva essere contratta di nuovo e fatta avanzare. I trapani consistevano in seghe girevoli di acciaio di forma cilindrica con diametro esterno di mm 64 ed interno di mm 42, che venivano premute contro la parete. Questo sistema richiedeva, secondo la compattezza della roccia, una pressione dell'acqua da 40 a 150 atmosfere, che veniva fornita da pompe speciali e spinta in tubi di 7-8 cm di diametro. La corona delle seghe aveva 4-5 denti. Con una macchina si potevano fare 200 metri di foro prima che si dovesse procedere alla riparazione; dapprima si usarono 2 macchine, poi 3, infine 4. La sezione della galleria di avanzamento in basso, fu tenuta di metri 2.50 di altezza e di m 2.75 di larghezza. Lo scavo ebbe inizio all'imbocco est il 24 giugno 1880 ed all'imbocco ovest il giorno successivo. Gli avanzamenti medi giornalieri complessivi per le due tratte aumentarono Progressivamente nelle varie annate passando da m 3.35 nel primo anno, a m 10.88 nel novembre del 1883 al termine dei lavori. Le massime mensili corrispondono, per entrambi gli imbocchi, al mese di luglio 1883 con un avanzamento medio di m 6.03 ad est e di 6.30 ad ovest e perciò con un avanzamento globale di m 12.33. La media generale degli avanzamenti giornalieri fu di m 4.68 per la perforazione meccanica e di m 1.52 per quella a mano; questa, in termini orari, rappresentò circa il 15% del tempo complessivamente impiegato per la costruzione della galleria. Per avere un termine di confronto per i dati sovraesposti, si ricorda che il tunnel del Moncenisio fu iniziato nel 1857 ed il lavoro durò 14 anni. Allora non c'erano macchine perforatrici, né dinamite. Nei primi tre anni si raggiunse con la perforazione a mano un avanzamento di soli 725 metri per ogni parte. Se si fosse dovuto continuare così la costruzione della galleria sarebbe durata 26 anni! Nel 1861 fu impiegata la prima perforatrice e dal 1867, al posto della polvere nera, fu impiegata la dinamite, che Nobel aveva da poco inventato. Furono queste due importanti invenzioni che consentirono enormi progressi nell'esecuzione di scavi e in genere di opere con movimenti di terra. Nel prospetto che segue vengono evidenziati i progressi compiuti alla fine del secolo scorso nell'esecuzione delle gallerie, confrontando alcune delle principali opere: Moncenisio, San Gottardo, Arlberg e Sempione.

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