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Con circa quattromila abitanti, Bono ha nell'allevamento ovino e bovino la principalePanorama risorsa economica. La coltivazione riveste un ruolo marginale, limitata com'è alla cura di alcuni vigneti dai quali tuttavia, si produce dell'ottimo vino in particolare il bianco denominato "avresiniadu" per il quale è stata ottenuta la denominazione di origine controllata, nonché di oliveti che restituiscono un eccellente olio di oliva. Negli ultimi anni si sono sviluppate con successo piccole iniziative imprenditoriali nel campo manifatturiero e artigianale. Il territorio di Bono si sviluppa su settemilaquattrocento ettari di superficie estendendo i suoi confini comunali sin sui rilievi del Monte Rasu, inglobando "Sa Punta Manna" di 1259 m., una delle più alte della Sardegna, dopo il massiccio del Gennargentu e del Limbara, e da dove si può ammirare uno dei panorami più belli dell'isola. 

Agrifoglio L'ospite che giunge a Bono non andrà di certo via senza aver gustato tutti gli ottimi e genuini prodotti e piatti tipici quali il pane carasau, il pecorino, il porcetto e l'agnello arrosto, gnochetti fatti in casa dalle nostre massaie apprezzando oltre a tutte queste bontà anche la notevole ospitalità dei bonesi. 

Come accade per gli altri centri del Goceano addossati alla catena del Marghine, anche Bono ha nel bosco un importante punto di forza della sua economia, capace di offrire reddito ai numerosi operai che lavorano nelle foreste demaniali. 

Percorrendo un immaginario itinerario non potremo non partire da un luogo altamente suggestivo che merita senz'altro essere messo in luce affinché coloro che non sono specialisti o vivono al di fuori del territorio, possano conoscere e cogliere la bellezza ed il fascino del millenario bosco di "Sos Nibberos". Dichiarato monumento naturale con Decreto dell'AssessoreSos Niberos all'Ambiente della Regione Sarda, "Sos Nibberos" deve la sua fama al fatto che nella zona il taxus baccata L. si presenta in formazione quasi pura. Il cosiddetto "albero della morte", (in quanto le sue foglie e i suoi semi, se ingeriti, possono risultare altamente tossici sia per l'uomo che per gli animali) raggiunge, nella località, altezze considerevoli (dai dieci ai quindici metri). La sua estensione, dovrebbe collocare "Sos Nibberos" al 1° posto per estensione tra i boschi di tassi. L'unica specie vegetale che convive con i tassi è qualche pregevole esemplare di agrifoglio. Nella località vive inoltre una varietà di rovo unico al mondo, il Rubus arrigonii, catagolata solo di recente dal botanico Camarda.


Dopo aver visitato l'importante bosco, si segnala un interessante punto panoramico dal quale Peonia si riconosce il profilo del Monte Santo di Siligo in lontananza e della vicina Punta Masiennera di Anela - la fontana di S'Abba Fritta, e un area di sosta attrezzata. Sa Punta Manna, riconoscibile anche perché vi è stata installata la stazione metereologica del SAR, è un notevole punto panoramico, perché è possibile avere una visione del Logudoro, del Meilogu, del Margine, della Barbagia, oltre che del Goceano stesso. Inoltre la vegetazione delle aree culminali del Monte Rasu, caratterizzata dalla garighe a ginestra spinose, presenta interesse in relazione sia alla ricca componente endemica di questa formazione, sia in rapporto al dinamismo della vegetazione, e per questo l'area è considerata di rileFiori del Tassovante interesse naturalistico per il futuro parco del Margine - Goceano.
  
Dopo una sosta nell'area di Iscurtis, raggiungiamo il passo di Buccaidu famoso per il vento impetuoso che vi soffia e proseguiamo sulla SP6 lungo la quale a destra, dopo circa 3,5 km, troviamo l'area di sosta Mercorai, non lontano dalla quale possiamo raggiungere il nuraghe Sas Doppias, ben conservato nelle strutture realizzate in scisto. Dell'impianto Fiori di Timo complesso, trilobato, il mastio è quello più leggibile; infatti, dall'ingresso sul corridoio, con scala a sinistra e garitta a destra, entriamo nella camera centrale di forma circolare - ottimamente conservata - con tre nicchie a croce e la chiusura a tholos alla quale manca solo il giro finale di pietre.


La presenza di interessanti elementi architettonici scolpiti nella roccia, nonché motivi culturali, quali la colorazione delle pareti col colore del sangue e della rigenerazione, sono stati di recente scoperti in località Sas Ischinas dove sono state messe alla luce le prime sepolture prenuragiche note nel territorio comunale. In seguito ad una indagine superficiale del sito sono venute in luce alcuni materiali fittili. Le sepolture, rimaste nascoste e sconosciute fino a qualche anno fa, mai violentate dai clandestini, conservano intatto il deposito archeologico al suo interno.





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