Echi dal villaggio globale


Perfetto, siamo nella norma

Questa sera i miei vicini di pianerottolo si stanno superando: al di là del muro le voci sono concitate, rissose, abbaianti più del solito. Segno che il palinsesto di prima serata offre un paio di cosine succulente che il signor Luigi, la signora Maria e i loro due ragazzi, Tom e Samantha, si contendono strappandosi di mano il telecomando.

Sì, perché il signor Luigi vuole solo calcio, la signora Maria stravede per lčamata soap opera ormai alla 783° puntata, Tom è ancora tutto calcio più bo'e più serials tosti (basta ci sia sangue) e Samantha impazza per tutti i rockettari di stagione. Insomma, gente normale che si comporta normalmente.

Oltre il muro il casino aumenta, anzi esplode: sčode un fracasso che fa vibrare le pareti. Alle volte sono piatti, magari ci scappa il vaso scagliato contro lo specchio, ma ora pare arrivato un meteorite. Vorrei tanto capire, ma colgo solo imprecazioni e urla isteriche. Niente di che: i miei vicini sono persone normali.

La porta di fronte si spalanca e vomita sul pianerottolo i miei dirimpettai. Tutti dietro a Tom che se ne vuole andare ("è ora di uscire da questa gabbia di mattiČ) , placcato dal padre che gli urla "disoccupato a vita, magnaccioneČ. Le femmine si aggrappano ora allčuno ora allčaltro minacciose., isteriche, imploranti. "SmettetelaČ grida la signora Maria "o mi butto dal balconeČ. Samantha ride: "A mač , siamo appena al secondo pianoČ.
Il signor Luigi strattona la moglie: "Tu, è il secondo televisore che mi rompiČ. Tom di rincalzo, in improvvisa comunella con il padre: "Era quasi un ma'ischermo. Cinque testoni, sai?Č

"Colpa vostra, del vostro stramaledetto calcioČ frigna Samantha.

"Esiste solo il palloneČ schiuna rabbia la madre "ormai non conoscete altro DioČ.

"Pane e pallone tutti i santi giorniČ rifrigna Samantha. "In diretta, in differita, in paytv, via satellite, in chiaro, criptato, in cdr, alla radio, minuto per minuto, attimo per attimo fino allčultimo respiro. Che non abbiamo più. SoffocoŠČ

La madre non si controlla più, ulula dietro a Samantha salmodiando: "Šin chiaroŠin scuroŠminuto per minutoŠČ

"Ci siete solo voi con il vostro sporcoŠČ grida Samantha. Un ceffone del padre la fa ammutolire. Ma un attimo dopo la ragazza caccia un urlo agghiacciante: "Vi levo di mezzo! Faccio come Erica di Novi LigureČ. Scappa in casa sbattendo la porta.
Dentro anche gli altri, vocianti e assatanati.

Lčeco della porta sbattuta si spegne nella tromba delle scale. Poi niente, silenzio. I vicini devono aver trovato una trasmissione che accontenta tutti.

Del resto, sono persone normali.



La giustizia del cadì

Nella Turchia agonizzante degli ultimi sultani il cadì, tradizionale giudice islamico, era assurto a simbolo di tutte le nefandezze di una giustizia perversa, un mostro giuridico fondato sullčarbitrio, il disprezzo dei fatti, lčimprevedibilità assoluta. Il cadì era al tempo stesso inquirente e giudicante, difensore e giudice dčappello.
Faccio tutto io: come mi pare, secondo lčumore che ho o comunque secondo i vantaggi che me ne vengono.
In Italia, la cosiddetta giustizia sportiva mi evoca la figura del cadì nella Turchia "malata del BosforoČ. Si parla di illecito sportivo? Se ne occupa la giustizia sportiva? Mi pare di vedere il cadì: una sensazione che mi ritrovo senza volere.
Prendiamo lčultimo scandalo che scuote il mondo del calcio, quello dei calciatori e'tracomunitari fatti giocare con passaporti falsi. Ben il 30% dei casi sospetti in tutta Europa, cioè uno su tre, riguarda il calcio italiano. Che però si atteggia a verginella offesa che si dubiti della sua virtù. Calciatori, dirigenti, procuratori fanno d tutto per sminuire la vicenda e confinarla su binari "sicuriČ per trovare la soluzione "giustaČ, ossia più conveniente. Non siamo al cadì?
Intanto il tempo passa: "i club, soprattutto quelli coinvolti, vogliono prendere tempo, aspettare le elezioni politiche per vedere un poč che aria tira e poi questčestate magari fare un bel ma'i-processo con ma'i-assoluzioniČ (Fulvio Bianchi su Repubblica).
Il cadì lo vedo solo io?
Una cosa è chiara e i dirigenti della Lega calcio non perdono occasioni di ribadirlo: le società non sono punibili, semmai le colpe sono di altri (entità imprecisate) e comunque lo spettacolo deve continuare. Eč cosa loro.



Cosa loro

Dalle cronache di una qualunque domenica calcistica.
A Milano, dopo il secondo gol inflitto dallčAlaves allčInter, succede il finimondo, si scatenano intolleranza e rabbia che nessuno riesce a frenare. Sul prato di S. Siro vola di tutto, dagli accendini alle monetine ai seggiolini divelti. Tanti tifosi debbono ricorrere alle cure mediche; i danni agli impianti dello stadio ed alle auto in sosta sono cospicui.
Ma anche il calcio semiprof. e dilettantistico offre episodi di allarme sociale. Panorama di unčaltra normale domenica: nel derby marchigiano di C-1 Ferrana-Ascoli vengono dati alla fiamme alcune auto; durissimi incidenti in C-2 nella gara Puteolana-Foggia, con sassaiola contro la polizia che impedisce agli ultrà delle due parti di scontrarsi; i tifosi di Benevento e Messina riecono invece a suonarsele di santa ragione con feriti anche tra gli agenti; idem per lčincontro Reggiana-Brescello e auto di un giocatore data alle fiamme; i tifosi di Savoia-Avellino sfondano e devastano i servizi dello stadio di Avellino; incidenti e feriti al termine di Potenza-Ruggiero; rissa in campo nellčincontro tra Tavolana e Nuovo Terzigno.
Sempre la stessa domenica, lčepisodio più grave a Pisa per lčincontro con la squadra del Livorno. Seggiolini e fumogeni in campo, bottiglie e spranghe fuori, nelle vie adiacenti. Città sconvolta e terrorizzata dalla guerriglia che dalla curva nord dilaga nelle strade. I tifosi del Pisa e del Livorno avevano sfasciato tutto anche lčanno scorso e gli incidenti erano largamente scontati. Ma fatto è che il calcio non è più in grado di controllare i propri supporters, i quali vanno agli appuntamenti domenicali per scatenarsi e per il gusto della violenza fine a se stessa, tanto lčimpunità è garantita.
Sacchi ha detto che in Italia abbiamo gli stadi meno abitabili e più incivili del mondo. LčHerald Tribune ci assegna la hit parade del razzismo: "lčepicentro degli abusi razziali è nel calcioČ.
Non so se tutto ciò sia vero, e al limite non mi interessa neppure. Se il calcio è cosa loro, prendiamone atto e lasciamo i signori del pallone a sbrigarsela come meglio sanno senza coinvolgerci.
Usciamo una volta per tutte dallčequivoco: la generalità dei cittadini non ne vuole sapere di mantenere un gioco parassita che divora se stesso, insaziabile ("il calcio spende più di quanto incassiČ, Carraro, presidente della Lega calcio) ed è ormai diventato una fonte di autentico allarme sociale.
Eč immorale scaricare sul contribuente il costo delle carrozze ferroviarie sfasciate, degli arredi pubblici distrutti, delle spese sanitarie per i feriti delle risse. Le migliaia di agenti mobilitati a presidiare gli stadi hanno un costo: ore straordinarie, carburante, logorio degli automezzi, ecc. Lo paghino le società calcistiche. Perché la comunità dovrebbe accollarsi le spese di un business personalissimo di alcuni privati imprenditori con grancassa e codazzo?
Se lčuniverso del pallone è cosa loro (e lo è), glielo lasciamo volentieri, lo gestiscano come sanno e come possono senza coinvolgerci. E soldi nisba, mai più. Già dato.