Per
i Cristiani la Pasqua è la più importante festa che prevede, ormai da
secoli, un lungo periodo di preparazione, la Quaresima. In Slovacchia sono
sempre state numerose le tradizioni pasquali, alcune delle quali sono
ancora preservate.
Durante
il periodo pasquale, il modo di vivere diventava più rigoroso: non era
possibile fare feste da ballo o matrimoni, nei paesi le signore anziane
smettevano di filare, nelle chiese non venivano eseguiti canti allegri, i
costumi tradizionali diventavano più dimessi e i colori più cupi, gli
uomini fumavano e bevevano di meno.
Fino
alla generazione scorsa anche il modo di nutrirsi veniva modificato
durante il periodo quaresimale. Per cucinare si usava soltanto l‘olio di
verdure che di solito era di canapa o di lino. Il vitto era molto
semplice, i cibi a base di farina, patate, legumi, frutta secca, o
semplici minestre e salse. Spesso si usava anche il cavolo fermentato, che
veniva mangiato crudo con una fetta di pane. Gli adulti limitavano la
quantità di cibo durante la giornata, e alcuni di questi, come la carne,
erano proibiti. I più rigorosi dell‘osservanza del digiuno non
mangiavano nemmeno alimenti a base di formaggio, uova o latte. Col passare
degli anni queste tradizioni sono andate via via scomparendo, e la loro
osservanza è divenuta meno rigorosa.
La
quinta domenica di quaresima è detta in Slovacchia „la domenica della
morte“, che simboleggia la fine dell‘inverno. Durante questo giorno,
veniva costruito un manichino di paglia vestito da donna, chiamato Morena
Marmuriena Marjena Kyselica o semplicemente „smrt‘“ (Morte), il
quale simboleggiava l‘inverno. I giovani poi (in alcune regioni erano
solo ragazze) portavano cantando il manichino in processione per le vie
del villaggio. Infine lo buttavano nell‘acqua oppure lo bruciavano.
Questa cerimonia non era tipica solo della
Slovacchia, ma era comune a tutti popoli slavi, ed è l‘unica
tradizione ereditata dal periodo pre-cristiano.
La
sesta domenica di quaresima è detta dei fiori. In questo giorno nelle
chiese si benedicono ancora oggi dei rami di salice e in alcune regioni,
le donne non usavano la farina, in quanto si pensava che il suo utilizzo
„friggesse“ i fiori sugli alberi, impedendogli così di fiorire. La
quaresima finisce con il Giovedì Verde, anche se il digiuno prosegue fino
a sabato successivo, detto Sabato Bianco giornata in cui, dopo la
resurrezione di Cristo, è possibile mangiare dopo un lungo periodo del
cibo a base di carne.
Durante
il Giovedì Verde si consigliava, per rimanere sano, di mangiare qualche
cosa di verde, come la minestra con le erbe primaverili, o gli spinaci o
l‘insalata. Sempre in questo giorno si cuocevano alcuni dolci con
lievito caratteristici chiamati judáše, che ricordavano per la loro
forma il laccio con cui Giuda traditore si è impiccato.
Un
altro cibo tradizionale pasquale è il “mazanec”, che veniva fatto sin
dal quattordicesimo secolo, con ripieno di ricotta. Mangiare questo dolce
a pasqua, per i popoli slavi, è importante come mangiare le uova, che
sono sempre state il simbolo della vita e della fertilità. Nella regione
orientale della Slovacchia si usa ancora oggi preparare cibi tradizionali
chiamati “žolta hrutka” o “sirek”, a base di uova e latte. Si
serve la domenica di Pasqua a tutti i membri della famiglia e viene anche
offerto il lunedì dell’Angelo ai giovani che, come vuole ancora oggi la
tradizione, sono soliti bagnare le ragazze con acqua, simbolo di
purificazione.
Nella
maggior parte del nostro territorio, esiste un dolce tipico tradizionale
che si mangia nel giorno di pasqua. Nell’est della Slovacchia si prepara
soprattutto un dolce rotondo chiamato paska la cui composizione è stata
ereditata dalla venuta del cristianesimo. La sua forma rotonda e le sue
dimensioni simboleggiano il sole, la nuova vita e l’auspicio di un
raccolto abbondante. Nella Slovacchia Centrale e orientale si cucinano
invece alcuni dolci o torte di diverse forme allungate.
Dopo
il lungo digiuno, si mangiavano molte portate a base di carne. E’ una
nostra antica tradizione cuocere l’agnello o il capretto a Pasqua, ma
nei villaggi si preferiva mangiare più prosciutto o salsicce preparate
dall’ultima uccisione del maiale. Chi non poteva permettersi l’agnello
vero, lo preparava con della pasta lievitata. A conclusione di questi
cibi, c’era la grappa e il vino