Mozia

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L'isola di Mozia

Situata nella Sicilia nord-occidentale quasi di fronte a Marsala, Mozia è stata oggi riconosciuta come il più importante centro fenicio-punico della Sicilia del VI secolo a.C. Ciò che la rese tale fu soprattutto la posizione geografica, al centro del Mediterraneo, che costituiva un punto di transito obbligato per le rotte commerciali verso Spagna, Sardegna e Italia centrale. L’isola ebbe una prima vera struttura urbanistica alla fine dell’VIII secolo a.C. ad opera dei Fenici. Ma solo nel corso del V secolo con l’affermarsi del potere cartaginese divenne molto importante dal punto di vista politico, militare ed economico e per questo non poté sottrarsi agli scontri tra Greci e Punici che provocarono nel 397 a.C. la distruzione della città ad opera di Dionisio di Siracusa. I superstiti si trasferirono sulla costa siciliana fondando Lilibeo (l’odierna Marsala). Da allora l’isola non sarà più abitata se non nell’alto Medioevo da alcune comunità di monaci. Le ricerche nell’area antica della città hanno avuto notevole impulso a partire dalla seconda metà del V secolo. Queste hanno portato alla luce parecchie strutture religiose e pubbliche, ma l’esempio più significativo dell’antica città è una poderosa cinta muraria intervallata da almeno una ventina di torri circolari di vedetta che la circonda e aperta a nord e a sud da due porte di accesso ben conservate. Le mura erano inoltre sormontate, almeno a sud, da merli arcuati. Dalle torri era possibile raggiungere il mare e ciò consentiva un valido mezzo per difendersi dai nemici. Ma il fulcro del sistema difensivo dell’isola era senza dubbio la Porta nord protetta da tre successivi sbarramenti e dalla quale si dipartiva una strada che la collegava con la terraferma, ora sommersa. All’interno delle mura si trova il Santuario detto "Cappiddazzu", l’area sacra delimitata da un muro sormontato da un cornicione di stile egizio. La costruzione di questo Santuario, forse dedicato ad Astarte, fu completata nel V secolo. Nelle sue vicinanze è stata scoperta un’area cosiddetta "industriale" nella quale sono stati rinvenuti alcuni forni per la produzione di vasi, e in particolare l’ormai celebre statua marmorea del "giovane di Mozia". Della statua, custodita nel locale Antiquarium e di fattura greca, è ancora dubbia l’interpretazione. A nord del quartiere è visibile una parte della necropoli arcaica, caratterizzata dalla presenza di vasi cinerari.Statua del Giovane di Mozia
Ma il complesso più interessante è il Tophet, luogo in cui avveniva il sacrificio dei fanciulli immolati in onore della divinità con la cenere dei quali veniva eretto progressivamente il santuario. Dalle ricerche svolte in questa area sono emersi alcuni reperti significativi. Da ricordare le stele con raffigurazioni sormontate, almeno a sud, da merli arcuati. Dalle torri era possibile raggiungere il mare e ciò consentiva un valido mezzo per difendersi dai nemici. Ma il fulcro del sistema difensivo dell’isola era senza dubbio la Porta nord protetta da tre successivi sbarramenti e dalla quale si dipartiva una strada che la collegava con la terraferma, ora sommersa. All’interno delle mura si trova il Santuario detto "Cappiddazzu", l’area sacra delimitata da un muro sormontato da un cornicione di stile egizio. La costruzione di questo Santuario, forse dedicato ad Astarte, fu completata nel V secolo. Nelle sue vicinanze è stata scoperta un’area cosiddetta "industriale" nella quale sono stati rinvenuti alcuni forni per la produzione di vasi, e in particolare l’ormai celebre statua marmorea del "giovane di Mozia". Della statua, custodita nel locale Antiquarium e di fattura greca, è ancora dubbia l’interpretazione. A nord del quartiere è visibile una parte della necropoli arcaica, caratterizzata dalla presenza di vasi cinerari. Ma il complesso più interessante è il Tophet, luogo in cui avveniva il sacrificio dei fanciulli immolati in onore della divinità con la cenere dei quali veniva eretto progressivamente il santuario. Dalle ricerche svolte in questa area sono emersi alcuni reperti significativi. Casa dei mosaiciDa ricordare le stele con raffigurazioni geometriche a rilievo sulla faccia anteriore o con figure umane e le statuette di terracotta che rivelano il fiorente artigianato di Cartagine.
Dal Tophet procedendo per il sentiero che conduce verso il centro dell’isola, si possono visitare le aree urbane. Si tratta di resti di case distribuite secondo lo schema di tipo ortogonale, ed intervallate da ampie strade, in cui sono presenti pozzetti per lo smaltimento delle acque.A questo punto procedendo verso nord-ovest, si giunge ad uno dei luoghi più suggestivi dell’antica città: il "Kothon". Questa struttura aveva la funzione di riparare le navi in disarmo. E’ un’ampia vasca artificiale di forma rettangolare alla quale si accede attraverso un canale che passa attraverso le mura. Presso il Kothon si trovano la parte sud ed una casermetta. Quest’ultima, affiancata da un’ampia scala per salire sulle mura, era probabilmente a guardia dell’antico porto di Mozia. Di particolare interesse è anche la cosiddetta "Casa dei mosaici": una ricca abitazione caratterizzata dal noto mosaico a ciottoli bianchi e neri raffiguranti scene di lotta di animali. Infine è d’obbligo una visita al museo Whitaker che custodisce alcuni reperti provenienti dagli scavi dell’antica città.

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