Segesta

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Tempio

L'origine di questa famosa città è avvolta nella leggenda. Ma pare che la sua costruzione risalga al 12° secolo a.C., quindi all'epoca della guerra di Troia. I suoi fondatori furono probabilmente gli Elimi, una misteriosa popolazione che abitava la parte occidentale dell'isola. Si pensa quindi che gli Elimi altro non fossero che una fusione di popoli, in parte Sicani, e cioè facenti parte di un'altra stirpe di antichi abitatori della Sicilia, e in parte di immigrati orientali, d'origine egea o anatolica, di civiltà superiore all'indigena. E' evidente che i Sicani ibridati con gli orientali più colti, sviluppassero una civiltà più elevata di quella dei Sicani puri: ed è così che si spiega come le città elime della Sicilia occidentale fossero più progredite e più artisticamente importanti delle contemporanee città di origine Sicane. Per quanto riguarda la mitologia Virgilio fu il primo a citare Segesta nelle sue opere infatti rifacendosi ad antichi miti attribuisce proprio ad Enea la fondazione di Segesta. L'eroe troiano, dopo aver abbandonato l'amante Didone a Cartagine, sbarcò a Drepanum, cioè a Trapani. Qui un incendio distrusse parte delle navi, e questo fece traboccare la delusione e la stanchezza di molti compagni d'Enea, che non vollero più continuare il viaggio. Allora Enea li lasciò in Sicilia, nel regno leggendario di Aceste,e assegnò loro il terreno per una città, che prese il nome di Acesta. Da Acesta ad Egesta e quindi Segesta il passo è breve, e perciò, ad affidarsi al mito, l'origine della città sarebbe stata troiana. Fatto sta’ (e qui' torniamo a lasciar parlare gli storici ) che Segesta con la sua popolazione di Elimi finì per diventare greca almeno di costumi, e fu assai presto in rivalità, quando non in lotta aperta, con la vicina Selinunte. Nel 416 a.C., Segesta invocò contro Selinunte l'aiuto degli Ateniesi, e tre anni dopo quello dei Cartaginesi. Questi non si fecero ripetere due volte l'invito, che consentiva loro di allargare la base delle loro colonie siciliane, già stabilita a Mozia e a Solunto: attaccarono dunque Selinunte e la distrussero. Ma Segesta non si avvantaggiò certo della sconfitta della rivale: decadde rapidamente, e vide tutta la sua forza commerciale trasferirsi nelle mani dei Cartaginesi ci si imprudentemente chiamati un aiuto. Ma i Segestani non si persero d'animo, e quando si iniziò il mortale duello tra Cartaginesi e la sua rivale per il dominio della Sicilia, essi seppero il da farsi: parteggiarono per Roma, puntando così sul vincitore. I romani, dopo la vittoria, concessero a Segesta una posizione di privilegio tra le città della Sicilia, e ciò anche in nome di una pretesa unità d'origini tra Latini ed Elmi (in realtà questa unità esisteva solo tra i popoli Latini e Siculi).Segesta seguì quindi le sorti dell'Impero Romano. Fu saccheggiata dai barbari, prima dai Vandali, poi dai Saraceni, e scomparve così dalla storia. I soli ruderi rimastici di Segesta sono il tempio ed il teatro: ma si tratta di ruderi splendidi e grandiosi. Il tempio è visibile anche da lontano, solitario e possente nelle sue purissime forme doriche: è un periptero esastilo (cioè circondato da un singolo portico di colonne, e con una fronte di sei colonne),sorge su una base a gradini. In complesso si hanno 36 colonne, e qui sorge la famosa questione: come mai solo le colonne del portico esterno? Che cosa c'era dentro il portico, e soprattutto, dov'è il tempio vero e proprio? Perché infatti il portico non circonda che uno spazio vuoto, e la cella del tempio con le sue colonne , manca completamente.Teatro di Segesta Si è pensato dapprima che la costruzione del tempio fosse stata interrotta nel 409, all'epoca della soggezione politica della città a Cartagine, ma studi più recenti hanno dimostrato che il tempio famoso di Segesta....non era affatto un tempio. Esisteva cioè solo i portico esterno, destinato a circondare uno spiazzo erboso ove si trova un altare sacrificale all'aperto. L'insieme aveva la forma del tempio greco, e questa era una concessione al gusto grecizzante che allora si faceva strada tra gli Elimi. Dal cosiddetto tempio si può andare verso il teatro, attraversando un ampia zona ove sorgeva l'antica Segesta. Di essa non restano che pochi relitti delle fortificazioni, con segni di porte fortificate e di cortine murarie. Il teatro è in alto, sul Monte Barbaro, a 400 metri d'altitudine, in modo da poter godere dalle sue gradinate lo spettacolo immenso della e del mare. I gradini sono una ventina scavati nella viva roccia e si dividono in 7 cunei. La larghezza totale del teatro è di 63 mt. Sotto la scena furono eseguiti degli scavi, e furono trovati alcuni misteriosi ambienti di almeno 10 secoli anteriori alla nascita di Cristo. Si tratta probabilmente di costruzioni di Segesta sono tra le meglio conservate nell'antichità? Forse perché, circondate da monti alti e rocciosi rimasero fuori dagli itinerari delle grandi correnti migratorie dei popoli e dei vari eserciti nel turbolento Medioevo siciliano.

Sorto nel III secolo a.C. a 400 metri di altezza, il teatro di Segesta è rivolto verso Nord per far godere agli spettatori l’incantevole vista sulle colline e sul mare lontano.

 

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