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Il territorio alifano ( Touta allibanon ) naturalmente
circoscritto dai monti ( Matese, Trebulani), da selve (di Alife, di Gioia
), da fiumi (Volturno) e torrenti (ALBENTO, arvento, TORANO,
Tauranus - segno della montagna ) ricco ovunque di sorgenti
e pascoli pianori e daltura, rappresentò la sede ideale per
linsediamento dei giovani (verehias ) pastori guerrieri umbro-sabelli
parlanti lOSCO, i Sanniti (saphineis )
qui pervenuti dallalta Sabella ( Rieti ) a seguito delle trasmigrazioni
( veria sacra = primavere sacre = porte sacre ) lungo
i tratturi della dorsale appenninica per voto fatto e consacrati al loro
Dio nazionale MARS e preceduti dallanimale sacro alla divinità,
il toro ( Strabone ), a partire dalla II metà del sec. VIII a.C.
con il grosso delle loro tribù attestato allorigine sugli
altipiani del massiccio matesino ( Pentria ) ove in Bovianum
( boviaria) i Pentri fondarono la loro nuova capitale.
Altre ondate di questi pastori-guerrieri confluirono nellarea Caudina
ove a Monte Sarchio fondarono Caudium ( Caudini
); altre si stanziarono in quella beneventana ove fondarono Malventon
(Benevento) e recando come pastori a guida dei loro armenti i cani-lupo
( animale totem ), furono chiamati Irpini dallosco
Hirpos = lupo; altri ancora sciamarono sul versante adriatico,
i Carecini (da Car = roccia, detta anche
Pesk che, sporgenti di frequente sulle colline brulle, caratterizza
quei luoghi) e per avere un cervo come animale sacro (Totem) furono detti
Frentani da Bhren = corno ed ebbero come capitale
dellancestrale tribù Bovianum Vetus,attuale Pietrabbondante.
Incerta la collocazione del complesso abitativo della
sannita collocato dagli studiosi ora sulla terrazza ove é lodierna
Castello Matese (già dAlife), ora sul Monte Cila ( Akila,
ove articolate sono le strutture murarie di sbarramento
datate dal Maiuri a non oltre il sec. VI a.C.) culminanti con unacropoli,
ora sulla fascia collinare del versante sud occidentale del massiccio
matesino ( Tifernus Mons) che sovrasta la valle del tratto medio
del fiume Volturno ( dalletrusco Veltur, lat. Volturnus,
Holotronus, Olotron, Oritur, Oliferno, ecc).
La TRIBUS degli Allibanon ( alifani ), controllava ed utilizzava
quindi tutta questa valle avendo come capisaldi difensivi e di controllo
visivo i suoi monti e i bastioni naturali come il Cila su cui emergono
le cinte fortificate sannitiche in I° stile ciclopico ( VI sec. a.C.)
e numerose altre murazioni difensive estese sugli altri rilievi collinari
utilizzati allorigine per le attività pastorali ( recinti
) e riutilizzati come fortificazioni durante le incursioni romane ( 326,
310, 327 a.C. ). La cittadina di Castello Matese, abbarbicata su un costone
a strapiombo sulla Valle dellInferno, collegata strategicamente
ai monti retrostanti del Matese è stata più volte (come
il toponimo indica ) relazionata alloriginaria ubicazione difensiva
dellAlife Sannitica ( ALIOHA, ALLIBA ) Nissen, Salmon,
ecc. Lipotesi è confortata dai resti delle muraglie sannitiche,
dalla tipologia difensiva della piattaforma su cui si erge la città
capace di realizzare il diretto controllo del passo della transumanza
(da Nord il Matese, a Sud la valle di Alife).
Linsediamento sannitico degli Allibanon nella
valle del Volturno realizzò, come per Telesia ( Tedis
) Venafrum (Feinaf ) e Saepinum ( Terra Vecchia
) in effetti una cintura protettiva del territorio dellaltopiano
(Pentria ) di cui
in particolare, custodiva laccesso frontale e lo sbocco oltre i
monti Trebulani, alle fertili e contese terre della Campania felix, ove
dal sec. VIII a.C. e prima serano stanziati etruschi a Capua (
Kapu ) ed ellenici ( euboici ) a Pitekoussai
- isola degli orci - ( Ischia), Kyime - onda - (Cuma),
Neapolis - città nuova- ( Napoli, sulla costa ).
La vallata di Alife era controllata oltre che dalle fortezze del Monte
Cila a nord, da quelle di Monte Castello
di Dragoni a sud, di Monte Cavuto a ovest (Rufrae ? D.Caiazza)
e di Monte Acero ad est (cfr. loronimo
con quello di CILA - AKILA - ove il rotacismo rende
identici i due nomi ).
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