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I L   P A S S O   G A V I A   E   A L T R I   S P A U R A C C H I

 

 

di

 

A.D. Ascari


Non mi ricordo nemmeno che faccia abbia. Sul serio. E se gli altri mi chiedono «ti è piaciuta la Caterina vero?», io senza essere bugiardo posso rispondere che non mi ricordo neanche se è bionda o bruna. Se dovessi incontrarla per strada forse non la riconoscerei.

Quando la rivedrò di sicuro dirò «Ahggià, è vero, mi erano piaciuti i capelli così, belli lisci. Non mi ricordavo, adesso mi viene in mente che avevo notato questa e quest’altra cosa». Poi rivedrò come ride, come tira giù il labbro inferiore; rivedrò come lascia vivere la risata tranquillamente, senza forzarla a uscire, tant’è sicura che poi ne arriverà un’altra, e un’altra ancora, e come chiude gli occhi nello stesso momento.

Quando la rivedrò sarà la vera prima volta.

Quando una ragazza è bella e mi interessa, strano a dirsi, mi colpisce ma non la ricordo, non la osservo. Passo magari giorni a ripensare a lei, ma tante volte non so neppure di che colore abbia gli occhi.

Rivederla, è questo l’obiettivo, per conoscerla davvero, e per cominciare a dire con lei delle cose intelligenti. Così magari l’annoio o le piaccio. Il primo obiettivo è cominciare a vedere cosa dice lei, perché magari, dopo che ha aperto bocca potrebbe anche starmi sul cazzo. Difficile ma possibile.

L’altro obiettivo è trovare un parcheggio per la bici all’aeroporto. Chissà se potrò lasciarla mezz’ora sul marciapiede davanti alle partenze internazionali, senza che nessuno mi rompa le scatole. Solo il tempo di salutare Federico e poi me ne andrò a fare le stradine lungo il naviglio.

 

«Mi piacerebbe sapere che fine ha fatto la mia cassetta dei Poiana.

«Prova a controllare sotto all’Invisibile: sommerge tutto, sta diventando gigantesco.

«Sei magro tu, Vivi.

«Se non l’hai sommersa tu, l’unica spiegazione è che se la sia mangiata lui.

«È vero: Machoman, l’hai mangiata tu?

«Impossibile, era azzurra e le cose azzurre le bevo, non le mangio.

«Kosta, ma sei sicuro che l’hai portata?

«Infatti, non è che ti inventi tutta la storia per poi chiederci un risarcimento?

«A proposito di risarcimento: non dimenticatevi che ho pagato io tutta la spesa.

«Dài, che tanto tu lavori, puoi permetterti di offrire una grigliata ai tuoi amici.

«Non scherziamo, qui si tratta dei soldi che vedo in un mese.

«Fatti aiutare da Machoman che è ricco di famiglia.

«Se Machoman mi risarcisce anche la cassetta che mi ha perso…

«Adesso perché dovrei averla persa io?

«Ha ragione il Kosta. Per me i Poiana sono una religione e li tratto con troppo rispetto per perderli.

«Giusto Vivi; e io sono stato impegnato a guidare, non potevo perdere la cassetta.

«E io sono il padrone della cassetta e non posso autoperdermela.

«Volete dire che rimarrei solo io?

«Esatto.

«Sei davvero sicuro di non averla mangiata?

«Oh, Invisibile, cosa sono, una fogna?

Ecco finalmente il silenzio. Un anno dopo, torniamo dalle zanzare.

Il giardino di Mela ospita la grigliata di inizio estate, ci sono personaggi che ogni volta ti sembra di non vedere da un decennio. L’anno scorso non lo posso scordare perché è stato quando l’Invisibile ha portato Caterina e la sua amica e poi vabbè è andata com’è andata. Un anno dopo, eccoci qui ancora una volta a mangiare e bere. E chiacchierare, ridere, scherzare, spettegolare, cercare un sorriso delle ragazze. Tutto qui: non facciamo altro noi. La cassetta ricomparirà solo alla fine della grigliata, in circostanze mai chiarite. E sulla strada del ritorno potremo sentire i Poiana a palla; è l’ultima volta che ricordo di averli sentiti in macchina insieme agli altri.

I Poiana erano quel gruppo che ti chiudevi in camera e dimenticavi tutto il resto.

 

Non è bello trovarsi da soli. Ieri tutti a dire forse vengo, dovrei esserci, si dài. Oggi ci sono qua solo io. È davvero imbarazzante. Quasi quasi me ne vado. Federico arriverà e vedrà me da solo. Non sarà una bellissima scena. Se non vedesse nessuno nemmeno me, significherebbe che non ci abbiamo pensato; se ci sono io, significherà che gli altri non sono venuti.

Troppo tardi. Mi ha visto.

«Avevo pensato di darti un ultimo addio.

«Grazie Costant, che bella idea.

«Si, vabbè…

«Potremmo fare la scena dell’aereo che parte e tu che mi segui…

«Buttando giù i piloni della pensilina? mmm, non so se nel film erano due maschietti i protagonisti…

«Tu dovresti essere una donna.

«Abbi pazienza, la vai a cercare a Londra, no?

«Non sminuire tutto, mica vado a Ibiza: vado a vedere chi posso essere.

«Che diavolo stai dicendo?

«No, ascolta, non ridere. Con calma. Vedi te stesso qui a casa tua. Quante cose decidi tu ogni giorno? quante cose dipendono veramente da quello che tu fai, da quello che tu sei oggi?

«Poche, hai ragione.

«Ok allora spostati. Vai dove non eri mai stato, dove nessuno ti può conoscere. È così che voglio fare io.

«Sperimentarti.

«Mi ero rotto le balle.

«Addirittura.

«Io non so come mi sono infilato nella vita che ho, ma non ci terrei a rifarla tutta. Da piccolo ero un cretino, ai tempi del liceo non ne parliamo, ora mi sento un altro. Ho stima di me stesso. Sento che mi piacciono davvero le cose che faccio. Che quello che penso è originale. È mio. Sento di essere una bella persona.

«Non ho capito cosa c’entra. Le belle persone devono andare a Londra?

«Dài! pirla…

«No, davvero, va’ che non stai dicendo cose belle. Cosa significa che prima eri un pirla e ora sei una “bella persona”? Qual è la vera differenza tra quello che eri prima e adesso?

«Mah, mi sento meglio insieme agli altri, non penso più di essere inadeguato…

«Ti senti più sicuro di te stesso…va bene, ma guarda che è un attimo diventare uno di quelli che non pensano più. Sei sicuro di te stesso, vero? tutto quello che fai è giusto, è bello…anzi, voltiamo il discorso: quello che fai sarebbe bello, se gli altri fossero in grado di accorgersene, allora me ne vado a Londra dove non sono il pirla che ero, o anzi! gli altri, che pirla lo sono ancora, dove nessuno, dicevo, mi rovina la vita, dove posso ritagliarmi attorno il mondo perfetto che merito.

«Mi vuoi far sentire in colpa?

«Scusa.. volevo solo dirti che mi sento come te… scommetto che ho indovinato quasi tutto.

«Beh, oddio, tutto no, però è vero che uno si può sentire meglio di ciò che lo circonda.

«Guarda, secondo me è inevitabile

«Poi, dài, non dovrei sentirmi meglio di Cinquepance?

Facile risata.

«Comunque ti invidio.

«Mi raggiungerai.

«…gerai.

 

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