Sito dell'Anfim, Associazione nazionale famiglie italiane martiri caduti per la libertà della patria
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Località del comune di San Giovanni Valdarno, il 24/4/1944 Santa Lucia
fu teatro della esecuzione di tre partigiani catturati nella zona dai fascisti.
Le vittime erano: il tenente della Guardia di finanza Gian Maria Paolini (nato
a Torino il 17/1/1919); l'alpino Settimo Berton (nato a Vidor di Treviso l'8/12/1920)
e l'operaio Francesco Fiscaletti (nato a San Benedetto del Tronto nel 1920).
L'uccisione dei tre partigiani doveva avvenire in pubblico e in forma spettacolare,
nella piazza principale di San Giovanni Valdarno, per dare un sanguinoso "esempio"
alla popolazione schierata con la Resistenza, ma di fronte all'indignazione
dei cittadini i fascisti non osarono portare a compimento il loro truce proposito
e compirono l'eccidio nascostamente, fuori dal paese.
Scriverà su tale episodio Francesco Lelmi: "Il pullman maledetto
quel giorno arrivò al mattino. Saranno state le dieci del 24 aprile 1944;
contrariamente al solito andò dritto nella piazza principale. I repubblichini
scesero con le loro armi, le facce truci, canagliesche. Già la piazza
cominciava a svuotarsi, quando ad un tratto, fra lo stupore e la curiosità
generale, dal pullman furono fatti scendere tre giovani dagli abiti dimessi
ed il volto emaciato. Con le mani legate dietro la schiena, completamente accerchiati
dai fascsti furono accompagnati alla Chiesa della Pieve. Una voce corse all'improvviso:
"
sono tre partigiani, li vogliono fucilare nella piazza per dare
un esempio ai partigiani e agli antifascisti valdarnesi, adesso li portano dal
confessore: l'ordine l'ha dato il prefetto fascista Rao Torres".
Spontaneamente, ma come ad un segnale convenuto, decine e decine di donne si
avvicinarono ai fascisti reclamando la liberazione dei partigiani: "Assassini!
Vigliacchi! Traditori! Non macchiatevi del sangue dei vostri fratelli, canaglie!"
I fascisti, sconcertati da tanta reazione, vista inutile ogni minaccia con le
armi, pressati sempre più da vicino dalle donne frementi, risalirono
svelti sull'autobus spingendovi dentro anche i partigiani. La ferma posizione
delle eroiche donne sangiovannesi salvò la città dall'obbrobrio
di una esecuzione pubblica, ma non impedì l'assassinio. Più tardi,
don Forzoni, il sacerdote che assisté i partigiani fino all'ultimo istante
di vita, tornando pallido e disfatto da Santa Lucia, ci disse dall'eroica morte
dei tre eroi caduti sotto il piombo fratricida dei mercenari della repubblica
di Salò.".