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Spazio Rosenthal. Tra psicoanalisi e femminile (a cura di Laura Montani)

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BION E IL MITO

Dalla vendetta come agito (- a) al processo come trasformazione (+a)

 

 

 

 di Franca Amione e Ambra Cusin 

 

Questo lavoro è stato originariamente presentato dalle autrici al Convegno "Bion 2008: Second Thoughts. Funzione Alfa e Cambiamento Catastrofico", tenutosi a Roma dal 31 gennaio al 3 febbraio 2008. Una versione inglese dello stesso articolo, tradotto da Teresa Ngigi è disponibile nel sito "Thalassa. Portolano of Psychoanalysis" ( http://web.tiscali.it/frenis0 ).

 


 

            

 

 

  

 

 

Rivista "Frenis Zero" - ISSN: 2037-1853

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Silvio G. Cusin, "Sessualità e conoscenza"

A cura di/Edited by:  A. Cusin & G. Leo

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Biografie dell'Inconscio

Anno/Year: 2013 

Pagine/Pages: 476

ISBN:  978-88-97479-03-1

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AA.VV., "Psicoanalisi e luoghi della riabilitazione", a cura di G. Leo e G. Riefolo (Editors)

 

A cura di/Edited by:  G. Leo & G. Riefolo

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Id-entità mediterranee

Anno/Year: 2013 

Pagine/Pages: 426

ISBN: 978-88-903710-9-7

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AA.VV., "Scrittura e memoria", a cura di R. Bolletti (Editor) 

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, A. Arslan, R. Bolletti, P. De Silvestris, M. Morello, A. Sabatini Scalmati.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana: Cordoglio e pregiudizio

Anno/Year: 2012 

Pagine/Pages: 136

ISBN: 978-88-903710-7-3

Prezzo/Price: € 23,00

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AA.VV., "Lo spazio  velato.   Femminile e discorso psicoanalitico"                             a cura di G. Leo e L. Montani (Editors)

Writings by: A. Cusin, J. Kristeva, A. Loncan, S. Marino, B. Massimilla, L. Montani, A. Nunziante Cesaro, S. Parrello, M. Sommantico, G. Stanziano, L. Tarantini, A. Zurolo.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana: Confini della psicoanalisi

Anno/Year: 2012 

Pagine/Pages: 382

ISBN: 978-88-903710-6-6

Prezzo/Price: € 39,00

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AA.VV., Psychoanalysis and its Borders, a cura di G. Leo (Editor)


Writings by: J. Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P. Jimenez, O.F. Kernberg,  S. Resnik.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Borders of Psychoanalysis

Anno/Year: 2012 

Pagine/Pages: 348

ISBN: 978-88-974790-2-4

Prezzo/Price: € 19,00

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AA.VV., "Psicoanalisi e luoghi della negazione", a cura di A. Cusin e G. Leo
Psicoanalisi e luoghi della negazione

Writings by:J. Altounian, S. Amati Sas, M.  e M. Avakian, W.  A. Cusin,  N. Janigro, G. Leo, B. E. Litowitz, S. Resnik, A. Sabatini  Scalmati,  G.  Schneider,  M. Šebek, F. Sironi, L. Tarantini.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Id-entità mediterranee

Anno/Year: 2011 

Pagine/Pages: 400

ISBN: 978-88-903710-4-2

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"The Voyage Out" by Virginia Woolf 

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-97479-01-7

Anno/Year: 2011 

Pages: 672

Prezzo/Price: € 25,00

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"Psicologia dell'antisemitismo" di Imre Hermann

Author:Imre Hermann

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero 

ISBN: 978-88-903710-3-5

Anno/Year: 2011

Pages: 158

Prezzo/Price: € 18,00

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"Id-entità mediterranee. Psicoanalisi e luoghi della memoria" a cura di Giuseppe Leo (editor)

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian, W. Bohleber, M. Breccia, A. Coen, A. Cusin, G. Dana, J. Deutsch, S. Fizzarotti Selvaggi, Y. Gampel, H. Halberstadt-Freud, N. Janigro, R. Kaës, G. Leo, M. Maisetti, F. Mazzei, M. Ritter, C. Trono, S. Varvin e H.-J. Wirth

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-2-8

Anno/Year: 2010

Pages: 520

Prezzo/Price: € 41,00

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"Vite soffiate. I vinti della psicoanalisi" di Giuseppe Leo 

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Edizione: 2a

ISBN: 978-88-903710-5-9

Anno/Year: 2011

Prezzo/Price: € 34,00

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"La Psicoanalisi e i suoi confini" edited by Giuseppe Leo

Writings by: J. Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P. Jiménez, O.F. Kernberg, S. Resnik

Editore/Publisher: Astrolabio Ubaldini

ISBN: 978-88-340155-7-5

Anno/Year: 2009

Pages: 224

Prezzo/Price: € 20,00

 

"La Psicoanalisi. Intrecci Paesaggi Confini" 

Edited by S. Fizzarotti Selvaggi, G.Leo.

Writings by: Salomon Resnik, Mauro Mancia, Andreas Giannakoulas, Mario Rossi Monti, Santa Fizzarotti Selvaggi, Giuseppe Leo.

Publisher: Schena Editore

ISBN 88-8229-567-2

Price: € 15,00

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 L’interesse per questo lavoro parte da una sollecitazione che ci viene da Bion1 stesso che ha sottolineato l’importanza dell’uso del mito come “modello atto alla investigazione o costruzione cognitiva”.

Come analisti, nella stanza di analisi, siamo soli di fronte ad un universo di stimoli, percezioni, sensazioni, immagini che il paziente trasmette e produce in noi. Questo caos di oggetti rientra difficilmente in una teoria quando questa occupa la scena con tutto il suo peso e le sue implicazioni, per questo è importante che l’analista “usi la sua immaginazione (mito)2 e osi provare ad articolarla…”.

Desideriamo fare alcune osservazioni sul lavoro clinico attraverso l’uso di un mito e in particolare quello delle Erinni trasformate in Eumenidi3, con l’ipotesi di stimolare una riflessione sulle possibili trasformazioni su quanto può accadere nella struttura mentale del paziente, così come in quella dell’analista.

Il mito ha la capacità di stimolare, produrre immagini, crearne di nuove, trasformare emozioni indicibili in racconti, in opere d’arte, dare un senso e produrre conoscenza attorno alla natura umana, alla sua complessità, ai suoi aspetti più contradditori ed incomprensibili quali la violenza, la crudeltà, l’orrore; ogni civiltà ha saputo dimostrare di possedere un’innata capacità di raccontare, e quindi di poter conoscere attraverso la mitopoiesi, le diverse sfaccettature della propria realtà sociale, naturale e storica.

“Gli uomini tutti hanno partecipato a narrare il mito” dice Siracusano4, il mito nasce per essere raccontato e la parola nel mito ha una grande importanza, come del resto nell’analisi, dove la parola è un dei cardini su cui verte la cura. Il paziente ci racconta qualcosa di sé, il suo mito personale, un racconto a volte strano con diverse versioni, che può essere visto con sguardi prospettici diversi, dando al medesimo tridimensionalità laddove, a volte, regna la bidimensionalità, la piattezza della noia di racconti senza sentimento, senza anima.

L’analisi stessa ha il compito di ampliare la pensabilità e il mito risponde a questa esigenza perché, con le sue svariate e contraddittorie versioni, permette alla mente di raccontarsi5, nel suo funzionamento e descrivere la sua organizzazione. Il paziente a volte parla in maniera oracolare, con responsi che non sono chiari neanche a lui stesso, che porta in analisi per essere interpretati, ma non come una verità assoluta, perché questo porterebbe alla catastrofe, come accade ad Edipo, ma come qualcosa che necessita di tempo e dello svolgersi della storia, per acquisire forma e senso.

Ad una narrazione ne segue un’ altra e un’ altra ancora, finché il tutto diviene una concatenazione con una sua logica che, per il paziente e l’analista insieme, diviene “il mito” di quel paziente. Ed è lì che l’analisi può evolvere verso ulteriori narrazioni fino al prossimo salto epistemologico che permette un insight nella forma del mito.

A volte le storie che ci raccontano i pazienti sono così contorte ed incomprensibili che ci perdiamo. In questo viaggio verso l’ignoto, che è ogni analisi, Bion ci suggerisce di utilizzare il mito6, e noi aggiungiamo, usare il mito come una bussola, un modello per comprendere, per orientarsi.

L’attenzione alla forma narrativa, come modalità di costruzione degli eventi soggettivi e gruppali, rende evidente come nel racconto vi può essere molto di più della semplice mimesi di azione ed avvenimenti. La forma narrativa permette di attuare una manipolazione della struttura del reale, di smontare e indagare i modi di connessione degli eventi, costruire mondi alternativi indietro verso i miti arcaici o avanti verso utopie felici o universi carichi di angoscia. Nasce così un nuovo atteggiamento verso il mondo del mito, che si registra nel termine mito-logia, in cui sono coniugati imprescindibilmente i due concetti di irrazionale/mithos e di razionale/logos7.

La nostra libera associazione con queste parole, va all’hic et nunc della seduta analitica come luogo del tempo sospeso, al concetto di coazione a ripetere come riattualizzazione.

Come nella seduta di analisi la ri-attualizzazione non rimane una semplice coazione a ripetere, ma si trasforma in una relazione vissuta, colorata dagli elementi transferali qui ed ora, così grazie alla drammatizzazione del mito, l’immobilità dell’accaduto si trasforma nel sistema dinamico e dialettico dell’accadere nella rappresentazione scenica. Come un regista che mette in scena un mito, interpretandolo attraverso il suo sguardo, la sua mente, così il paziente mette in scena per l’analista il proprio mito e a sua volta l’analista, come spettatore partecipe, vive le emozioni collegate al racconto creando le proprie immagini in continui rimandi con l’analizzato.

Rimandi che arricchiscono il mito di nuove, e sempre più complesse, caoticamente creative, versioni.

Vediamo dunque un mito e seguendo l’indicazione di Bion associamo liberamente ad esso.

Ci è sembrato che il mito della ghenos degli Atridi, trasposto nell’Orestea di Eschilo, possa essere utilizzato per comprendere ciò che avviene nella seduta quando il paziente, con dolore e a fatica, rinuncia ai propri abituali meccanismi vendicativi e punitivi per accogliere la capacità, verso di sé e verso gli altri, di accettare, perdonare, comprendere, rinunciando a rimanere nel rancore e nel desiderio/obbligo di vendicarsi, di punire l’offesa.

Nella tragedia delle Eumenidi, vediamo come si passa da una legge arcaica, fatta di pura pulsione, vendicativa, sanguinaria, rappresentata dalle Erinni, alla legge gestita e regolata dall’uomo. Forse una legge non perfetta, ma meno frutto di proiezioni quanto piuttosto di un diritto, uguale per tutti ed esercitato a maggioranza di voti. Sarà con la mediazione di Athena e l’appoggio testimoniale di Apollo, che rappresentano la ragione, la riflessione, la capacità elaborativa, la capacità di negoziare, ma anche l’abilità politica, che si passa ad una legge umana, elastica, organizzata, equilibrata, capace di comprensione condivisa.

Tale tragedia sembra quindi segnare il passaggio dal pensiero primario a quello secondario, in una formulazione mitica.

Le Erinni/Eumenidi paiono riproporre la personificazione dell’Es: infatti sono le più antiche divinità del Pantheon ellenico, forze primitive che non riconoscono l’autorità degli dei, non hanno altra legge se non la propria; la loro funzione è vendicare i crimini, contro le madri in particolare, facendo impazzire l’omicida e tutelando così l’ordine sociale, ma sono anche la personificazione di un Super- Io sadico, arcaico. In Oreste possiamo intravedere la rappresentazione dell’Io. In Athena, nata dalla testa di Zeus, funzione paterna differenziante, la raffigurazione di un femminile svincolato dalla dialettica fusionale e schizo-paranoide seno-buono/seno-cattivo, e che dà vita assieme ad Apollo, ad un Super-Io che promuove la crescita e non è castrante, ad una coppia genitoriale buona, giusta e protettiva.

Il “vivi uomo” 8 di Athena, libera per sempre l’individuo dal tormento di non sapere come sarà giudicato il suo agire e suggella uno dei fondamenti di ogni civiltà moderna.

E’ per questo, che nel nostro momento storico ci sembra importante riflettere sulla nascita del processo democratico come struttura interna della mente atta a contribuire al giudizio delle proprie azioni.

Una dinamica “democratica” tra le varie istanze intrapsichiche è la matrice che favorisce una mentalità di gruppo sociale più orientata a passare da una posizione schizo-paranoide ad una depressiva.

L’una, caratterizzata dalla “paura persecutoria di un ambiente senza affetto”9 (rappresentato dalle Erinni), in cui predomina l’azione, gli agiti vendicativi, il trionfo di - α l’incapacità a far diventare pensieri, e poi ricordi, le emozioni e le impressioni

sensoriali, il vincolo a rimanere nella ripetizione, a essere preda di elementi β incapaci di collegamento tra di loro.

L’altra in cui dominano, invece, la presa in carico della responsabilità dei propri pensieri, delle proprie azioni, l’accettazione di sottoporsi ad un giudizio umano, non divino (frutto delle proiezioni degli aspetti sadici della personalità)che comporta la trasformazione anche della divinità stessa dalle persecutorie Erinni alle “benevolenti Eumenidi”. Questo stato ci sembra possa essere definito come un “+α”, ovvero una capacità di comprensione, di digestione delle emozioni legate a eventi significativi, l’esperienza di una paura esente da paranoia.

La vicenda descritta nell’Orestea è una tragedia familiare, ci sono violente lacerazioni: un figlicidio, un omicidio e un matricidio in un crescendo ripetitivo di vendette che sembra non poter aver mai fine. Eschilo utilizza dunque “la carica di paura che scaturiva dalle vicende della famiglia degli Atridi per proporre una nuova base di un ordinato vivere civile nella polis”10.

Accade certo che talvolta ciò che è pauroso sia un bene e deve restare, assiso, a vigilare sulle menti degli uomini”11 cantano le Erinni in “Eumenidi”.

Ciò che è tremendo esercita un’azione preventiva, impedendo che il singolo e la polis si allontanino da un atteggiamento di saggezza, “chi, uomo o polis, se non ha paura, potrà riverire la giustizia?12.

Attraverso la minaccia di sanzioni lo Stato impedisce che si commettano ingiustizie. Eschilo utilizza “la carica di paura di cui la famiglia era dotata ai livelli più profondi della psiche perché la vita pubblica trovi una remora, un punto di riferimento che garantisca dalle deviazioni”13.

Chi degli uomini è infatti giusto se nulla teme?14chiede Athena affermando dunque che è impossibile scindere la giustizia dalla paura.

Ci chiediamo quindi, con un balzo di 2500 anni i significati del bisogno attuale di sconfiggere la paura a tutti i costi, non riconoscendola come un’emozione utile alla strutturazione della mente, come un + α.

La paura di fare del male all’altro per timore di essere puniti, seppur sembri così banale nella sua espressione, è in fondo, ci dice Eschilo, una modalità per evitare i processi sommari, i genocidi decisi a tavolino per interessi di potere. E’una paura strutturante: un “+ α”, cioè emozione che si trasforma in pensiero nel momento in cui ci si assume la responsabilità di un gesto e si accetta che i conflitti si risolvano con un “regolare processo” e non con un’ azione vendicativa “- α”.

E’ il Super-Io sadico che va trasformato in un Super-Io garante delle norme e delle regole interiori, in un processo evolutivo che non è solo personale, ma che avviene anche a livello di gruppo sociale.

La conoscenza ha origine da un’esperienza emotiva, come accade ad Oreste con le Erinni ed è da ciò che origina il cambiamento, rappresentato dal passaggio dalla legge ctonia a quella democratica. Ciò che avviene nella tragedia può essere letto come una metafora del travaglio interiore, che è implicito nel cambiamento, sia dell’individuo che del gruppo sociale.

In un’ottica di dinamica gruppale, Eschilo rappresenta la voce del proprio gruppo sociale che ha saputo esprimere, per mezzo della tragedia, questa esigenza.

Quello che accade in Eumenidi può essere letto come un cambiamento catastrofico, un “fenomeno che marca un salto brusco nell’evoluzione o crescita mentale”15.

Il mito aiuta nella comprensione della trasformazione e può essere inteso come modello del legame K. Il cambiamento catastrofico ha un’accezione evolutiva perché comporta una rapida e totale variazione di tendenza, uno sconvolgimento radicale nell’evoluzione di una struttura. Il giudizio sugli eventi umani non viene più delegato, “- α, agli dei, ma valutato, “+α”, da un consesso di uomini, di un gruppo di pari, che per mezzo del voto stabiliscono la punibilità o meno dell’atto. La gestione della giustizia viene assunta in proprio dall’uomo e dalla sua, limitata e fallibile umanità. Si passa così da un’azione priva di pensiero (- α) ad un’azione fondata sul pensiero e sulla condivisione della responsabilità personale e del gruppo sociale (+ α).

“Una tale sensazione di disorientamento…costituisce…una sorta di crisi di  ‘crescenza’…condizione preliminare necessaria all’emergere di nuove teorie”16. Le proteste delle Erinni nei confronti della decisione di Athena mostrano tale disorientamento: “…Incontrastabili inganni di dei / mi hanno strappato dagli antichi onori ,/ riducendomi ad un nulla”17.

E’ così che si sente il Super-Io sadico quando viene depauperato dai suoi poteri?

Quello stesso Super-Io che esigeva, nelle diverse religioni, sacrifici umani?

Quanti, tra i nostri pazienti possono essere visti come rappresentazioni di veri e propri sacrifici umani sull’altare di un Super-Io sadico?

Da essere preda di deità vendicative e assetate di sangue, l’uomo, attraverso una trasformazione in K18, direbbe Bion, si assume il compito di essere lui, in gruppo, a decidere come giudicare il proprio pari.

Ci si può chiedere quanto queste trasformazioni siano in grado di reggere alle spinte sadiche e violente che abitano comunque la mente dell’uomo. Quanto dobbiamo essere forti ed integrati, dotati di regole complesse, di un diritto solido, per far fronte alle spinte pulsionali omicide e vendicative.

L’assumersi questi compiti è una realtà gravosa, ma indispensabile per non dipendere più da una o più divinità capricciose quanto lo sono le proprie proiezioni super- egoiche e sadiche19.

 

NOTE

1 W.R. Bion (1963), Gli elementi della psicoanalisi, Armando, Roma, 1979.

2 Corsivo nostro

3Un’analisi approfondita di questo mito è stata affrontata dalle autrici nell’articolo “Eumenidi: dalla legge primitiva

alla legge democratica” pubblicato su Koinos n. 2/2004, ed. Borla, Roma. Riportiamo in nota il breve racconto del

mito per orientarsi nella comprensione di questo intervento. La storia, brevemente, narrata nell’Orestea, opera di

Eschilo è composta da tre tragedie: Agamennone, Coefore ed Eumenidi. In essa si racconta come il re argivo

Agamennone sia costretto per lunghi anni lontano dalla patria, dai combattimenti contro Troia. Nella prima tragedia,

si racconta come sua moglie, la regina Clitemnestra, abbia invece trovato consolazione alla propria solitudine tra le

braccia di Egisto. Quando il suo vero sposo ritorna vittorioso ella lo accoglie dunque con falsa gioia e con l’intento di

ucciderlo. Solo in questo modo potrà governare assieme all’amante e vendicare la figlia Ifigenia che il padre

Agamennone aveva sacrificato agli dei pur di ottenere venti favorevoli per la sua flotta in partenza per la guerra.

Compiuto il delitto Clitemnestra promette di riportare ordine e sicurezza, ma il saggio Coro commenta gli eventi con

inquietudine e scetticismo. Nel timore della vendetta Clitemnestra allontana da sé i propri figli Elettra e Oreste

ancora bambino. In “Coefore” troviamo Clitemnestra ed Egisto che vivono nel terrore della vendetta. Oreste ritorna

ad Argo per vendicare, come ordinatogli dal Dio Apollo, l’assassinio del padre Agamennone. Assieme ad Elettra, sua

sorella, riesce a portare a termine questo nefasto progetto. Una volta fatta giustizia Oreste però cade nel conflitto fra

la nuova religione e quella ctonia, ancora coesistenti. Il matricidio, infatti, secondo l’antica tradizione, è punito con la

persecuzione delle terribili Erinni. Il protagonista sfugge disperato e tormentato dall’angoscia delle dee vendicatrici.

In “Eumenidi”, Oreste fugge a Delfi per chiedere consiglio ad Apollo, ma viene inseguito fino al tempio dalle Erinni

che lo terrorizzano. Apollo consiglia ad Oreste di recarsi ad Atene, compiendo riti di purificazione lungo il cammino

e di chiedere aiuto ad Athena, unica dea che può liberarlo dalla persecuzione delle dee ctonie. Appare nel tempio

l’ombra di Clitemnestra: senza pace, anche nel mondo dell’aldilà, a causa delle sue colpe, ella desta le Erinni e le

richiama al loro dovere di dee vendicatrici. La Corifea delle Erinni tiene testa ad Apollo in un confronto in cui si

evidenzia l’opposizione tra le divinità ctonie e quelle “nuove” olimpiche: poi assieme alle sue compagne si mette

sulle tracce di Oreste e lo raggiunge ai piedi del simulacro di Athena.

La giovane dea della Ragione decide di aiutare l’infelice principe argivo istituendo un tribunale composto, in numero

pari, dai migliori cittadini ateniesi. Sarà il loro voto, assieme a quello della dea a dare il giudizio definitivo.

Assistiamo così al primo processo democratico della storia dell’uomo, in cui Apollo e la Corifea, davanti ad Athena

e all’Areopago, luogo di confronto, piazza centrale in cui si discute principalmente di politica, si scontrano su una

questione etica fondamentale. Davanti alla parità dei voti contrari e a favore di Oreste, il voto della dea diviene

decisivo e salva Oreste.

L’ultimo compito della dea è quello di scongiurare l’ira delle Erinni e della loro Corifea umiliata e offesa dalla

decisione del “tribunale”. Ma anche quest’ultima pacificazione riesce e le furie placate si trasformano in benevole

Eumenidi, nuove custodi della città.

4 F.Siracusano (2002), Prefazione in R. Romano Il racconto della mente, Dedalo, Bari

5 R. Romano (2002) op.cit.

6 W.R. Bion (1992), Cogitation, Armando, Roma, 1996.

7 E. Cassirer (1925), Il linguaggio e mito, Garzanti, Milano, 1961.

8 Eschilo, Orestea, BUR, Milano, 1995.

9 H.Guntrip (1972), Appendice all’edizione italiana di W.R. Bion “Apprendere dall’esperienza”, Armando, Roma,

1994.

10 V. Benedetto (1995), “Introduzione a Eschilo” in Orestea, op. cit.

11 Eschilo, op.cit.

12 Eschilo, op.cit.

13 V. Benedetto (1995) op.cit.

14 Eschilo, op.cit.

15 F. Corrao (1981), Introd. edizione italiana di W.R. Bion Il cambiamento catastrofico, Loescher, Torino, 1981.

16 C.Neri, A. Correale, P. Fadda (1994), Letture bioniane, Borla, Roma.

17 Eschilo, op.cit.

18 W.R. Bion (1965), Trasformazioni, Armando, Roma, 1973.

19 Tali aspetti potranno essere ulteriormente approfonditi attraverso la presentazione e discussione di un caso clinico,

non allegato per motivi di privacy.

 

 
 
 
 
   

 

 

 

Bibliografia:

V. Benedetto (1995), “Introduzione a Eschilo”, in Orestea, op.cit.

W.R. Bion (1963) Gli elementi della psicoanalisi, Armando, Roma, 1979.

W.R. Bion ((1965), Trasformazioni, Armando, Roma, 1973.

W.R. Bion (1992), Cogitation, Armando, Roma, 1996.

E. Cassirer (1925), Il linguaggio e mito, Garzanti, Milano, 1961.

F. Corrao (1981), “Introduzione all’ edizione italiana” di W.R. Bion Il cambiamento

catastrofico, Loescher, Torino, 1981.

Eschilo, Orestea, BUR, Milano, 1995.

H.Guntrip (1972), “Appendice all’edizione italiana” di W.R. Bion, Apprendere

dall’esperienza, Armando, Roma, 1994.

C.Neri, A. Correale, P. Fadda (1994), Letture bioniane, Borla, Roma.

R. Romano (2002) Il racconto della mente, Dedalo, Bari.

F.Siracusano (2002), “Prefazione” in R. Romano Il racconto della mente, Dedalo, Bari.

   
 
 

 

 

 

 

 

 

         

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

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