BERNARDINO DEL CASTELLETTO
un Pittore del 400 a Pomezzana
LA PALA D’ALTARE DI
POMEZZANA
-
- E’ forse I’unica opera di Bernardino
documentariamente a lui attribuibile perché, ancora nell'Ottocento, vi era
iscritta la firma stessa del pittore, la residenza in Massa e la data del
1490: "Bernardinus de Castelleto Massae pinxit. A.D. MCCCCLXXXX".
una pala d'altare "che rappresenta la Vergine col Bambino in grembo
seduta sopra un ricco trono, ai Iati del quale stanno due angeli in atto di
adorazione e i santi Pontefici Pietro e Sisto in abiti pontificali.
- Nella
lunetta sovrastante è figurato il Padre Eterno circondato da una
moltitudine di Cherubini di fuoco". E ancora: "Questo quadro
colorito a tempera e nella maniera lombarda e di uno stile anteriore al
tempo a cui accenna l'iscrizione, non manca di pregio" (Giuseppe
Campori, Memorie biografiche degli
scultori, architetti, pittori, etc. Modena, 1873).
-
- Si
tratta dell'opera oggi conservata ed esposta nel museo lucchese di Villa
Guinigi che rappresenta la
chiave interpretativa attraverso la quale è possibile giungere alla
definizione e attribuzione di un piccolo, ma significativo e anche
intrigante corpus pittorico dell'artista. Una tavola dove due tendaggi di
pesante stoffa broccato in oro su sfondo rosso, dischiusi lateralmente come
un sipario aperto, svelano in primo piano la scena, al centro della quale la
Vergine col Bambino in trono campeggia sopra un fondo paesaggistico in cui
lo sfondo di picchi scheggiosi e biancastri [ ... ] sembrerebbe alludere
alle creste delle Apuane [ ... ] e in modo esplicito al Monte Forato".
- La
spettacolare realtà geografica assai prossima al paesino montano apuano per
la cui antica pieve il dipinto fu ideato. Senza dimenticare ovviamente come
di simili montagne e archi naturali sia ricca l'iconografia paesaggistica
del periodo a partire da quella celebre del Mantenga nella Camera degli
sposi; mentre alcuni alberi raffigurati ripetono le forme codificate della
pittura quattrocentesca. II giudizio espresso dal Campori, ma in realtà
dovuto a Giovanni Sforza, come l'autore stesso precisa, risulta nel suo
complesso tuttora valido e appropriato. Ci troviamo infatti di fronte a
un'opera con impianto prospettico sufficientemente ben costruito ed evoluto
rispetto a quei persistenti tardogoticismi riscontrabili in molte situazioni
periferiche della cultura rinascimentale: assenza di fondi dorati, qualità
pittorica nell'insieme buona e alcune soluzioni non convincenti quanto
altre. Tra esse la figura della Vergine, dal volto rigido, il trono sopra
cui essa siede, medievalmente smisurato e dall'acceso colorismo.
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- L'ancona
fu dipinta per la chiesa di Pomezzana, in Alta Versilia, e vi restò per
secoli. Complessivamente possiamo così dire di una mescolanza di valori che
appare il risultato di una ricerca artistica non ancora matura, mentre si
mostrano già evidenti quelle che resteranno, pur evolvendosi e raffinandosi
in seguito, le caratteristiche proprie dello stile di Bernardino: il marcato
disegno dei margini, la ridondanza coloristica, un certo gusto
naturalistico.
-
- Tutto
questo inserito nella dimensione artistica propria di molti maestri di
seconda grandezza del periodo, in cui il nuovo gusto rinascimentale non
soppianterà mai totalmente le reminiscenze goticizzanti.
-
- Ed
è probabilmente a questa realtà cui si riferì lo Sforza quando suggerì
di "maniera lombarda" e di stile anteriore" rispetto ai
tempi. Laddove i "tempi" in questione vanno identificati con
quelli dell'evoluzione artistica dei grandi maestri e non in assoluto con
la situazione dell'ambiente pittorico coevo a lui più vicino, quello
lucchese, che rappresenta per Bernardino il riferimento culturale e
geografico più immediato. Ambiente dove negli ultimi decenni del secolo XV,
in fondo, solo le personalità superiori dei fiorentini Filippino Lippi e
Ghirlandaio si elevano chiaramente al di sopra dei maestri locali, quali
Michele Ciampanti, o Vincenzo Frediani, influenzandone notevolmente gli
indirizzi stilistici. Recentemente alcuni degli altari ormai da tempo
attribuiti a Bernardino del Castelletto sono stati oggetto di ottimi
restauri da parte della sovrintendenza pisana. Restauri che hanno
indubbiamente migliorato la possibilità di lettura delle opere; sommandosi
ad una campagna fotografica così utile quando le ancone sono quasi relegate
in buie collocazioni; come purtroppo spesso accade.
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- L'ancona
oggi a Villa Guinigi ha visto riaccendersi i toni primari dei suoi colori, e
mostra adesso una qualità pittorica prima assai meno apprezzabile, forse
anche a causa di pessime ridipinture. Restano comunque le segnalate
insicurezze nella posizione prospettica della pur ottima mano sinistra della
Vergine e nella "legnosità" del viso, insolita per il pittore
apuano. Vorrei al contrario segnalare "ottimo pavimento dove il bianco
marmoreo delle riquadrature ‑ latteo come una tunica del San Sisto
‑ incornicia belli inserimenti di pietre colorate.
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- Silvano Soldano
-
-
- Bernardino
del Castelletto, Pittore
- Nel
1471 data il trittico conservato a Vallico di Sotto, nel 1481 una
testimonianza notarile ne ribadisce la residenza in Massa e l'origine
lombarda del padre Giovanni, mentre un altro documento accomuna Bernardino
"magister pictor" ad un fratello Francesco tessitore con telaio
posto nell'abitazione di proprietà. Nel medesimo anno i due fratelli
acquistano e vendono terreni in città. Nel 1483 firma un'opera perduta per
l'antico ospedale di Carrara; nel 1484 è presente come testimone in una
vertenza di corte coinvolgente il marchese Malaspina. Del 1490 è la firma
per l'ancona di Pomezzana; nel 1492 è ricordata la commissione di una maestà
in località Pontecimato a Carrara; del 1500 è l'ultima testimonianza
concernente una missione diplomatica svolta al servizio dei Malaspina nel
castello di Carrara. Del 1507 è un atto notarile dal quale si apprende che
Bernardino del Castelletto, deceduto abitava in "Podio Massa",
ossia nei pressi del castello, ed era stato sposato con Bartolomea Pelloni,
che rimasta vedova sposò in seconde nozze un cittadino di Pietrasanta.
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- Corpus attributivo
- Vergine in trono e Santi ‑ Pievania di
San Giacomo Maggiore di Vallico di Sotto (Lucca)
- Vergine in trono e Santi ‑ Chiesa
Parrocchiale di Sant'Anastasio (Lucca/
- Vergine
in trono e Santi ‑ Duomo di Massa
- Vergine
in trono e Santi ‑ Cappella Vescovile di Massa
- Vergine
in trono e Santi ‑ Chiesa parrocchiale di San Pietro a Vico (Lucca)
- Vergine
in trono e Santi ‑Museo di Villa Guinigi, Lucca
- Affreschi
con Profeti ‑ Castello Malaspina (Massa)
- "Dormitio
Virginis" ‑ Yale University Art Gallery ‑New Haven (U.S.A.)
- Angelo
annunciante ‑ Walters Art Gallery ‑Baltimora (U.S.A.)
- Evangelisti
‑ Collezione privata, Milano
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