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Relazioni interpersonali  e modalità comunicative
a cura di Mary Nicotra


3 Luglio 2001

 

LA CARTA DI   INTENTI 

 

 

Noi donne migranti e native che prendiamo parte all'evento "Punto G - Genere e globalizzazione" autorganizzato dalla rete della Marcia Mondiale delle donne contro le guerre, le violenze e la povertà a Genova nei giorni 15 e 16 giugno 2001, in previsione della riunione dei G8 di luglio, e che saremo presenti con modalità autonome anche in quell'occasione, intendiamo:

 

  • protestare contro l'occupazione militare della città che il governo ha predisposto per il Summit dei G8,
    manifestare liberamente il nostro pensiero negli spazi pubblici garantiti dalla Costituzione alle cittadine e ai cittadini di questo paese

  • protestare contro un potere privato e privo di legittimità democratica, che pretende di decidere della nostra sorte,
    lottare contro il sessismo e il razzismo, per la libertà di decisione rispetto alle nostre vite nel presente e nel futuro

  • protestare contro le ingerenze di tutti i fondamentalismi religiosi ovunque si manifestino,
    garantire che ogni donna possa avere la libera disponibilità di sé e della propria vita, con piena libertà di scelte riproduttive, sessuali, scolastiche, lavorative,
    lottare in primo luogo in Italia contro le iniziative vaticane e ministeriali che attentano alla legge 194

  • protestare contro le manipolazioni genetiche, l'inquinamento del pianeta, il trattamento crudele degli animali in allevamenti di tipo industriale, che causano la distruzione e l'avvelenamento del pianeta e inducono la proliferazione di malattie,
    lottare per un rapporto sobrio e grato verso la natura e la terra

  • protestare contro le violenze e le molestie sessuali in famiglia, a scuola e sul lavoro contro donne, bambine e bambini,
    lottare per un rapporto rispettoso e felice tra le persone

  • protestare contro una politica economica iniqua, contro la distruzione dello stato sociale, contro l'imposizione dei piani di riaggiustamento strutturale nei Paesi del Sud che riducono intere popolazioni alla miseria

  •   lottare per un'economia basata sulla soddisfazione dei bisogni e non sul profitto, che riconosca l'intreccio indissolubile tra la sfera produttiva e quella riproduttiva, che garantisca i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, nativi e migranti

  • protestare contro le guerre dimenticate, le spese militari, il crescente militarismo, le avventure belliche, che violano la Costituzione, il diritto internazionale, la ragione e l'umanità, lasciando dietro di sé rovine, malattie, crudeltà e danni all'ambiente, alle persone, alle cose, alle memorie,
    lottare per una politica di pace, fuori dalle alleanze militari aggressive e per un'Europa neutrale, nella prospettiva di vivere in un mondo che si renda capace di ripudiare effettivamente la guerra

  • protestare contro tutte le misure che limitano i diritti e la libertà delle immigrate e degli immigrati, 
    lottare per la chiusura dei centri di detenzione temporanea, l'abolizione della tratta delle persone - vera e propria forma di schiavitù - , per una cittadinanza europea basata sulla residenza e non sulla nazionalità.


 
 

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